Dal Trentino a Roma: la famiglia al centro di 150 comuni italiani. Vescovo Tisi: “La famiglia, nella sua concretezza, non è mai costo ma guadagno”

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Sono poco meno di 150 le amministrazioni comunali in Italia che hanno creduto nella famiglia come volano di sviluppo e opportunità. E proprio il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia è stato al centro del convegno promosso mercoledì 29 marzo a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce dall’Agenzia per la famiglia della Provincia Autonoma di Trento, pioniera nelle politiche di benessere familiare e di sostegno alla natalità (identificate con il marchio “Family in Trentino”).  Il Network è stato fondato nel 2017 dalla PAT con il Comune di Alghero e l’Associazione nazionale famiglie numerose.

Al convegno hanno preso parte, tra gli altri, il ministro della famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella, il presidente della CEI cardinal Matteo Zuppi, l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.  

“La strategia del governo a sostegno della famiglia, e dunque a favore della natalità contro la crisi demografica, non si limita al solo piano normativo. Per noi si tratta di una priorità assoluta, come abbiamo già dimostrato in questi primi mesi di attività”, ha esordito nel suo saluto il ministro della famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella.

“Intendiamo dunque stimolare un clima culturale diverso da quello degli ultimi anni, nei quali la famiglia in Italia è stata troppo spesso maltrattata. E vogliamo promuovere – ha aggiunto il ministro – una sfida comune perché questa sfida riguarda tutti: istituzioni nazionali, enti locali, imprese, parti sociali, volontariato. Il nostro obiettivo è costruire un welfare di prossimità, con spirito pienamente sussidiario, che non si limiti agli aspetti economici ma aiuti le famiglie in termini di servizi. In questo senso è fondamentale mettere a sistema le tante buone pratiche che ci sono nei nostri territori e rispetto alle quali il territorio trentino vanta esempi di eccellenza. Iniziative come quella della rete dei Comuni Amici della Famiglia sono dunque di grande aiuto per una scommessa che dobbiamo vincere insieme.”

Monsignor Lauro Tisi arcivescovo di Trento ha sottolineato come “l’elemento qualificante che caratterizza l’esperienza dei “Comuni amici della famiglia” è l’aver individuato come la famiglia non è mai un costo o un problema ma è risorsa, potenzialità, forza. Si è cercato di elaborare politiche per la famiglia partendo dalla concretezza dei bisogni familiari e dei servizi da offrire loro, attorno ai quali i soggetti familiari sono stati messi in sinergia con un’operazione creativa. Ciò che sembrava un costo è diventato guadagno, disegnando un metodo valido anche per la politica: non partire dai budget ma dai soggetti concreti, come famiglie e giovani. In Provincia si è partiti dal fare dalla sperimentazione prima che affidarsi alla teoria. Per dirla con l’Evangelii Gaudium: si tratta di avviare processi, non occupare spazi”. “Perfino la questione della disabilità – ha aggiunto don Lauro – è diventata cantiere di lavoro per immaginare percorsi virtuosi validi per tutti. Se noi costruissimo le nostre società attorno alla fatica e al bisogno,  andrebbero bene per tutti; se costruite sul modello di chi vince e chi compete realizziamo politiche che fanno male a tutti.  Costruire sui poveri diventa innovazione e forza. La bontà di questo percorso è il fatto che si sta estendendo dal Trentino all’Italia e anche in Europa. Dai frutti si riconosce l’albero: al di là del colore politico, la differenza la fa la concretezza e la bontà dell’operazione. Buon cammino”.

Ha preso poi la parola Sua Eminenza Matteo Maria Zuppi Presidente Conferenza Episcopale Italiana: “La famiglia non è un problema o un retaggio del passato, ma il pilastro della società, garanzia di prosperità e di futuro: senza di essa le crisi economiche e le varie pandemie sarebbero state ancora più tragiche. Per questo occorre mettere in atto politiche attive che favoriscano la natalità e sostengano la famiglia, ricostruendo quella fiducia nel domani che sembra venuta meno negli anni”.

“Se cresce la famiglia, cresce il territorio, il welfare, la coesione sociale e l’economia – ha dichiarato in apertura il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, al convegno che si è tenuto presso la Pontificia Università di Roma -. Questo è uno dei principi cardini che dalle origini accompagna le politiche di benessere familiari, nate in Trentino nel 2011, e diffusesi in pochi anni su tutto il territorio nazionale grazie alla costituzione nel 2017 del Network nazionale dei Comuni amici della famiglia. Ad oggi hanno aderito complessivamente in Italia 125 amministrazioni comunali e possiamo affermare che oltre 4 milioni di persone nel nostro Paese vive in comuni certificati o aderenti al Network. A distanza di anni, un dato, tra tutti, emerge con forza – ha proseguito – e cioè che i comuni italiani in possesso della certificazione “family” acquisiscono maggior attrattività turistico-economica, rispetto ad altri, in quanto hanno maturato al loro interno azioni, iniziative e progettualità tese alla crescita della comunità e al suo benessere. I punti di forza di questa rete sono: l’adozione di una metodologia semplice e pragmatica; l’essere orientati al “fare”, al “risultato” e alla “valutazione” superando le correnti ideologiche sociali e culturali. Centro nevralgico del Network è la rete di scambio e confronto di esperienze e di buone pratiche tra le amministrazioni comunali e le organizzazioni private che, unite, hanno sposato questa metodologia di lavoro nell’atto di adesione alla rete. Una metodologia che intende generare politiche familiari partendo dal dialogo tra elementi unitivi e non divisivi.”

L’evento è stato salutato anche da Luis Navarro, Rettore della Pontificia Università della Santa Croce: “Come Università della Santa Croce siamo contenti di ospitare questa importante iniziativa di networking che mette al centro la famiglia. Tutti siamo consapevoli che essa vada valorizzata quale luogo dell’incontro, della condivisione e della crescita sociale. Tra l’altro, come ha spesso ripetuto Papa Francesco, la famiglia rappresenta anche la migliore eredità che possiamo lasciare alle generazioni future.”

“Tra i tratti distintivi del Network– ha esordito  Alfredo Caltabiano Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose – va evidenziato il ruolo dell’associazionismo familiare, che ha fatto da “lievito” al processo di diffusione su tutto il territorio nazionale. Così come il principio di  sussidiarietà orizzontale, che vede le famiglie protagoniste, e che vengono considerate non come problema, bensì come risorsa, per il raggiungimento di un benessere famigliare generale. Perché se stanno bene le famiglie, sta bene anche la nostra società!”.

“Essere “family friendly” significa essere attenti alle necessità dei più deboli, a partire dai bambini – ha spiegato Regina Maroncelli Presidente della Confederazione europea delle famiglie numerose. Riguarda tutte le sfere di interesse di una amministrazione e richiede un nuovo sguardo organico e olistico a ogni aspetto della vita di una città. Da questo principio sono stati contagiati 125 comuni italiani e stiamo contagiando l’Europa: hanno aderito al Network città da Portogallo, Grecia, Lettonia, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania, Spagna e Italia. Ma non ci basta: adesso vogliamo contagiare anche le imprese, che con tanti Comuni condividono i contraccolpi negativi della denatalità, non trovano lavoratori e se li vedono scappare in cerca di lidi migliori. Imprese e Comuni sono chiamati ad una alleanza per dare ai loro cittadini e ai loro lavoratori gli spazi, i tempi, i luoghi per potere vivere pienamente i propri progetti di vita.”

Sui punti di forza del processo “Comune amico della famiglia” è intervenuto il dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento Luciano Malfer: “I comuni vocati alle politiche per la famiglia sono un modello di eccellenza nazionale e sono oltre 150 in tutta Italia, distribuiti in 11 regioni. Tutti insieme – ha proseguito – hanno sviluppato oltre 3.000 azioni concrete a sostegno delle famiglie e della natalità e senza costi aggiuntivi per il bilancio delle amministrazioni comunali. Il segreto? – ha detto il dirigente – lo si trova nell’applicare il metodo giusto per ciascuna realtà territoriale e per rispondere ai peculiari bisogni delle comunità. Serve un nuovo approccio alla famiglia che è risorsa e non costo e una rete che permetta di scambiarsi le buone pratiche, come il nostro Network, imparando a ripensare gradualmente l’uso delle risorse in modo family oriented. Una strategia vincente che porta vantaggi a cittadini e ad amministratori locali, benessere per le famiglie, coesione nella comunità, senso di responsabilità collettivo, fiducia nelle istituzioni e attrattività turistico-economica dei comuni”.

Il valore sociale ed economico del processo “Comune amico della famiglia” è stato al centro dell’intervento di Vera e Stefano Zamagni professori alla John Hopkins University. “Duplice la mira del nostro intervento. Per un verso, mostrare che il progetto “Comuni amici della famiglia” costituisce un esempio ben riuscito di sussidiarietà circolare, ossia di quel modello di ordine sociale verso il quale tutto il nostro paese dovrebbe andare, se veramente vuole muovere passi decisi verso la dimensione deliberativa. Per l’altro verso, il progetto in questione fa giustizia del modo in cui l’Italia ha finora trattato la famiglia, come istituzione basilare del nostro ordinamento costituzionale. Il nostro intervento – ha proseguito – si focalizza su due aree specifiche di auspicabili policies: quella del welfare familiare e quella dell’armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di vita familiare. E’ indispensabile dimostrare che uscire dalla logica della filantropia assistenzialistica e del neo-taylorismo di ritorno avvantaggia anche il mondo delle imprese, purché queste siano guidate da manager capaci di innovazione.”