Consacrati in festa, vescovo Lauro: “Siate l’incanto di Dio”

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Quattrocento religiose, religiosi e laici in cattedrale

Non conta l’età, non contano i numeri delle vocazioni in costante calo. “Dietro ognuno di voi c’è un momento di incanto. Dio vi ha visitati, voi avete avuto un sussulto di stupore e questo vi ha fatto uscire e intraprendere il vostro santo viaggio”. In questo 2 febbraio, Festa della vita consacrata, l’Arcivescovo Lauro – salutato dal nuovo delegato per la vita religiosa padre Giancarlo Girardi – si è rivolto nel pomeriggio in cattedrale ad almeno quattrocento fra religiose, religiosi e laici consacrati della Diocesi di Trento, riuniti per la solenne preghiera dei vespri. “Le analisi sulla vita consacrata – ha esordito monsignor Tisi nella sua riflessione – ci portano a chiederci quanti siamo e quanti saremo, quante case abbiamo chiuso o apriremo, ma c’è un difetto di ragionamento: la vita consacrata pensata come organizzazione nostra, realtà che papa Francesco definirebbe ‘triste Ong’. Il consacrato che si pensa soggetto della consacrazione è fuori strada. Nessuno di noi si è consacrato! E’ lo Spirito Santo che crea il consacrato. Se la vita consacrata non è una realtà realizzata da noi, a questo punto la vita consacrata è stupore, risposta, entusiasmo, incanto”.  “Rappresentate  – ha concluso l’Arcivescovo con la consueta passione – una formidabile opportunità di poter godere della presenza di uomini e donne che rivelano al mondo l’incanto di Dio”.

L’arcivescovo ha voluto poi esprimere un grazie particolare ad alcune realtà religiose: i Padri Cappuccini che il 12 febbraio termineranno la loro presenza a Tonadico, passando il testimone alle Clarisse Cappuccine di Fabriano, nuova presenza di vita orante (si segnala ampio servizio sull’ultimo numero di Vita Trentina); le Elisabettine che hanno lasciato la loro casa di Lavarone alle profughe e dato vita a una nuova comunità a Caldonazzo; le Figlie di Gesù che concludono dopo molti anni il loro servizio alla Casa di Riposo di Spiazzo Rendena e alle Sorelle di Maria Ausiliatrice, tre delle quali, provenienti dall’India, arriveranno ai primi di marzo a Riva del Garda e vivranno nella canonica di San Giuseppe (Rione Degasperi) a supporto della locale comunità cristiana (tre parrocchie sotto la guida di un unico parroco). Un grazie, infine, alla comunità pavoniana che quest’anno ha visto la canonizzazione del proprio fondatore Ludovico Pavoni e alle suore camilliane di cui proprio oggi ricorre il 125° di fondazione.