Cammino sinodale, il punto di vista dei giovani dei convitti studenteschi di Trento

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Fra le circa duecento sintesi sul Cammino sinodale della Chiesa arrivate al Gruppo di coordinamento diocesano, ci sono anche quelle di due convitti studenteschi (del Collegio Arcivescovile e del Sacro Cuore), vivaci comunità di giovani che hanno accettato di dedicare qualche ora del loro tempo ad un ascolto reciproco.

Da ognuno di loro, una risposta alla domanda sinodale “Chiesa per te?”, occasione anche per rivedere il proprio rapporto con la fede.

Nell’incontro per gli studenti dell’Arcivescovile, è emersa una spaccatura tra una Chiesa vista come comunità di persone nella quale ci si è identificati in una fase iniziale dell’infanzia fino all’adolescenza, e una Chiesa come stato/azienda. La Chiesa è percepita da alcuni come “ipocrita e incoerente” rispetto al messaggio che dà, soprattutto a livello istituzionale. In altre parole, il corpo (cioè le persone della piccola comunità di credenti) va bene, la testa (l’apparato ecclesiastico ai livelli più alti) non funziona.

Al Sacro Cuore invece, alle condivisioni è emerso che la Chiesa per molte studentesse è stato un luogo in cui da piccole hanno potuto giocare e costruire amicizie, da molte frequentato attivamente, ma che crescendo – soprattutto nell’adolescenza – un luogo che non viene più sentito, una comunità che è stata vista come distante. In particolare, c’è stato un momento di frattura che ha segnato l’allontanamento dalla comunità (es. lutto, divorzio dei genitori, omossesualità di un amico) per cui non è stato più trovato spazio e accoglienza all’interno della stessa.

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