“Anche la malattia può essere servizio e dono”. La testimonianza di don Enrico Pret sulla rivista “Come Amici”. Ogni mese aggiorna i parrocchiani sulla sua salute: “Comunicare è anche portare i pesi gli uni gli altri”

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Don Enrico Pret, parroco in Val di Sole costretto dalla malattia a lasciare da qualche mese il suo servizio pastorale, riflette sulla sua esperienza di sofferenza che può essere dono. Lo fa dalle colonne di “Come Amici“, inserto trimestrale del settimanale diocesano Vita Trentina, dedicato all’universo vocazionale.

L’ultimo numero di “Come Amici” in edicola e nelle case degli abbonati da giovedì 7 settembre, è dedicato al tema del silenzio. “Un atteggiamento umanamente non facile, specialmente quando non si sta bene”, esordisce don Enrico. “Ma la fede – aggiunge – mi aiuta perché so che Dio sa tutto di me, da sempre; mi scruta e mi conosce, sa quando sono seduto e quando mi alzo, scorge il mio pensiero (Salmo 139)”.

“In ogni momento – racconta – cerco di trovare il progetto che Dio ha su di me: vivere il servizio, donarsi agli altri. Così si apre una finestra: anche la malattia può essere servizio, dono di esperienza, maturazione, cammino“.

Ogni mese don Pret manda ai parrocchiani un aggiornamento sul suo stato di salute. “Comunicare – sottolinea nel motivare la scelta – è anche portare i pesi gli uni gli altri”.

“Guardo al Crocifisso – confida ancora il parroco nativo di Smarano – e mi sento capito da Lui, è Lui la Luce nella notte. Così quello che vivo diventa dono per me e agli altri. Tante persone attorno a me soffrono più di me, magari per malattie che ancora sono incurabili. Ci sono tanti malati che lottano più di me. A loro vorrei essere vicino con la presenza più che con le parole, per trasmettere speranza”.

E conclude, dopo aver richiamato più volte la Lettera alla comunità del vescovo Lauro “Lievito e sale”: “Una scritta all’ospedale dice così: LA SPERANZA VEDE L’INVISIBILE, TOCCA L’INTANGIBILE E RAGGIUNGE L’IMPOSSIBILE. Questo vale ancora di più se è Speranza in un Dio fedele che si chiama Gesù. Che la Speranza arrivi a tutti, perché per tutti si raggiunga l’impossibile”.

Don Enrico durante una S. Messa sulle montagne solandre