Sono 330 i trentini che hanno vissuto a Roma il Giubileo dei giovani, dal 27 luglio al 3 agosto. Con loro anche l’arcivescovo Lauro Tisi.
A Roma si sono dati appuntamento circa un milione di pellegrini da 146 Paesi diversi, tra i quali figurano anche zone di conflitto: Libano, Iraq, Myanmar, Ucraina, Israele, Siria e Sud Sudan. Sono previsti anche 1.500 partecipanti dalla Corea del Sud, che nel 2027 ospiterà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). La capitale si è mobilitata per l’accoglienza coinvolgendo 270 parrocchie, 400 strutture scolastiche, 40 siti extra-scolastici, case della Protezione Civile, palazzetti dello sport e famiglie.
In collaborazione con la Diocesi, l’emittente Trentino TV ha offerto una copertura quotidiana del Giubileo dei giovani all’interno dei telegiornali quotidiani e dedicherà uno speciale di a ogni giornata.
Il Giubileo giorno per giorno
Si è concluso con la Santa Messa presieduta da Papa Leone XIV a Tor Vergata il Giubileo dei Giovani. Un momento solenne, che ha visto la presenza di oltre un milione di giovani da tutto il mondo.
La notte non è stata delle migliori, bisogna dirlo: freddo, pioggia e “vicini” rumorosi hanno rischiato di prendere il sopravvento sulla stanchezza, ma per fortuna tutto è tornato alla normalità non appena, intorno alle 6:30, è sorta una tra le più belle albe che i giovani potessero desiderare.
Alle 7 il Papa ha raggiunto in elicottero la spianata ed è montato sulla papamobile per un primo giro tra i giovani, durante il quale anche qualche fortunato trentino ha potuto vederlo da vicino. Intorno alle 8:30, poi, è iniziata la celebrazione eucaristica. Durante l’omelia, papa Leone ha invitato i giovani a fare cose grandi: “Per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e più fraterna. Teniamoci uniti a Cristo, rimaniamo sempre nella sua amicizia. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi la luce del Vangelo. Vi affido a Maria, la Vergine della speranza: con il suo aiuto, tornando nei prossimi giorni ai vostri paesi, in tutte le parti del mondo continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiate chiunque incontrate col vostro entusiasmo, e con la testimonianza della vostra fede. Buon cammino”.
“Portate questo vostro entusiasmo a tutto il mondo – ha detto il Papa in un saluto finale prima di congedarsi – voi siete il sale della terra, luce del mondo. Portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza. Grazie di nuovo a tutti voi, e buon viaggio!”.
I giovani trentini, dopo aver risistemato i propri “letti” di fortuna, si sono incamminati nuovamente alla volta della parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle. Ripercorrendo i circa 10 chilometri che li separavano dalla meta, i ragazzi hanno potuto tirare le somme di questo Giubileo, chi avvicinandosi al vescovo Lauro, chi confrontandosi con gli amici di sempre, chi con gruppi di giovani da altri paesi o altre regioni italiane.
Una volta recuperate le valigie alla parrocchia, i giovani sono ripartiti in pullman alle 15:30, destinazione casa. L’arrivo è previsto intorno alle 23:15.
Una cosa è certa: il Giubileo ha lasciato il segno. E lo ha fatto per un motivo semplice: se nel 2025 così tanti giovani scelgono di fare un’esperienza di fede, un pellegrinaggio in questo modo, allora vuol dire che possiamo ancora essere, forse più di prima, “Pellegrini di Speranza”. Certo, senza ipocrisie: bisogna ricordare che allo stato attuale la Chiesa fatica ad avvicinare i giovani e renderli partecipi, a rinnovarsi e farsi vicina a loro, eppure l’aria che si è respirata alla spianata di Tor Vergata può, oggi più che mai, rappresentare quella scintilla che accenderà il fuoco della speranza. Speranza in un futuro migliore, speranza nella relazione con l’altro, negli sguardi e nei sorrisi. Jovanotti cantava “posso toccare il cielo”, e devo dire che questa volta anche i nostri giovani hanno avuto un piccolo assaggio di questa esperienza meravigliosa.
Il prossimo appuntamento sarà sabato 20 settembre per un momento di restituzione per rileggere assieme l’esperienza del Giubileo a un mese dalla sua conclusione: sarà un momento importante per tirare le somme e guardare al futuro. A proposito di futuro, occhi puntati sulla prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Seoul in Corea dal 3 all’8 agosto 2027 il cui tema sarà: “Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo”.
Per il momento, però, lasciamo riposare i nostri giovani, se lo sono meritato.
di Davide Sgrò per Vita Trentina
Nel settimo giorno di Giubileo i giovani trentini hanno vissuto uno dei momenti più importanti del loro pellegrinaggio: la Veglia con papa Leone XIV a Tor Vergata.
La giornata è iniziata come le altre: sveglia, colazione, catechesi con il vescovo Lauro. Prima però, sono stati salutati dal parroco di San Bernardo di Chiaravalle, Don Fabio, e da Don Simone, che in questi giorni li ha ospitati presso la struttura della parrocchia. “Voi siete il sale della terra – è stato detto loro – ciò che state vivendo è importante per la storia della Chiesa e per la storia della città di Roma. Dio vi sta preparando per essere messaggeri di Vangelo, avanti tutta!”.
Quindi è intervenuto il vescovo Lauro: “Mi mancherà questo tempo bello in cui sono stato in mezzo a voi. Sto imparando tanto e sto ricevendo tanti spunti. Da una ragazza, nei giorni scorsi, ho ricevuto una perla preziosa: si trovava alla GMG di Lisbona ed è rimasta colpita quando papa Francesco ha detto “voi giovani dovete brillare”. Ecco, lei mi ha detto che in questi anni ha provato a brillare ed è stata guidata da questa parola. “Adesso devo brillare anche per me”. È geniale. Quando il Signore ci invita a diventare luce e sale lo fa perché sa che facendo così ti prendi una botta di vita. Quando uno vive amando, brillando nel voler bene e nell’incontro non lo fa per gli altri, lo fa per sé, così si diventa felici”. Nelle parole di papa Leone, che i giovani hanno riletto per le riflessioni personali, si legge quanto segue: “Dio per rendersi vicino e accessibile agli uomini, si è rivelato a noi negli occhi fiduciosi di un bambino, nella mente vivace di un giovane, nei lineamenti maturi di un uomo”. Don Lauro ha quindi commentato così: “Dentro a questa umanità, trovate il modo per brillare dentro, per voi e per gli altri. Ve lo auguro per questa vita, e anche per la prossima! Vi auguro di tornare e ritornare su queste parole del Papa, vi auguro un buon cammino verso Tor Vergata, insomma: vi auguro di “brillare alla Gesù Cristo”.
A seguito del momento di Catechesi, don Simone è stato omaggiato dai giovani trentini con una scatola contenente alcuni prodotti nostrani, dalla polenta di Storo a del buon vino: “Grazie di cuore per questo incontro – ha detto -, sono stati giorni di gioia con scambi che arricchiscono per tutta la vita. Abbiamo assaggiato un pezzettino del Regno dei Cieli in questi giorni, vi apparteniamo già”.
Infine, don Mattia Vanzo, guida della Pastorale Giovanile Trentina, ha ringraziato di cuore i giovani, i sacerdoti, le suore operaie e il gruppo regia: “per aver aiutato a costruire tutto questo e aver fatto sì che filasse tutto liscio”.
Terminata la Catechesi, zaini in spalla direzione Tor Vergata. Circa 10 chilometri di cammino, alleggeriti dalla graditissima presenza dei volontari della Protezione civile (tra cui molti trentini) a consegnare acqua, succhi, borracce e snack per il viaggio.
Arrivati a Tor Vergata, si è respirato sin da subito un clima di speranza, i colori del mondo brillavano nelle bandiere di ogni provenienza e i cori intonati dai giovani si intrecciavano creando legami interculturali. Una volta ritirato il kit alimentare, che sarebbe servito per la cena, la colazione e il pranzo finali, i giovani si sono accampati ai piedi della Torre O, nel settore 2. Lì, dalle 15 alle 20 circa, si sono alternati sul palco brillanti momenti musicali a cura di rock band cristiane del calibro sei Reale e dei The Sun, a testimonianze di vita. I giovani trentini, girando nell’area dell’evento, hanno fatto esperienza di incontro, con tutti i popoli del mondo, scambiandosi abbracci, sorrisi, sguardi e, perché no, anche qualche braccialetto. E dunque via alle danze, ai cori, allo sventolamento delle bandiere, allo squadernamento delle pagine del cuore.
Poco dopo, in elicottero, è finalmente giunto papa Leone, che per circa 30 minuti ha girato per la spianata di Tor Vergata a bordo della sua papamobile. Un momento di emozione pura per tutti i presenti, circa un milione di giovani, il primo vero momento di incontro del nuovo Papa con loro: impossibile da dimenticare. Per chi era a casa, questa volta, è stato più semplice seguire l’evento grazie alle numerose dirette.
Raggiunto il palco principale, il Papa ha salutato i giovani, invitandoli ad invocare lo Spirito. La Veglia è iniziata e il silenzio è calato sulla spianata: un silenzio assordante, a testimonianza di quanto la fede possa unire. Un milione di giovani in ginocchio, in adorazione alla Croce, all’Eucaristia, a Gesù. In silenzio ma per gridare al mondo “noi ci siamo, e vogliamo essere visti”. Per ricordare a tutti che credere non è un qualcosa “da sfigati” ma che anzi, insieme è davvero più bello, e che vivere la vita con il Signore è la strada per la felicità, o, come diceva il Beato Carlo Acutis: “è l’autostrada per il cielo”.
Papa Leone, al termine della Veglia, li ha salutati così: “mi raccomando, riposatevi un po’, ci vediamo domani mattina per la Santa Messa, auguri a tutti, buonanotte!”.
La Messa conclusiva del Giubileo dei Giovani sarà questa mattina alle 9 circa. I giovani trentini si sono svegliati dopo una notte difficile, tra terra, vento e addirittura qualche momento di pioggia, davanti a una delle albe più belle della loro vita, forse un segno di ciò che è stato questo Giubileo, un cammino verso Cristo e una rinascita personale. Qui, come in tutti i cammini più belli, finisce l’esperienza ma inizia il cammino della vita.
Una giornata iniziata nella comunione del Signore, quella di venerdì 1 agosto, per i giovani trentini in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo. Ad attenderli, infatti, alla mattina presto, la Messa presieduta da don Lauro, per poi proseguire con il rito delle Confessioni. Un momento delicato e importante, che ha fatto completare ai giovani trentini il percorso verso la remissione dei peccati avviato con il passaggio dalla Porta Santa in San Pietro.
“La Riconciliazione è come se Dio che ti abbracciasse! – ha esordito il vescovo Lauro davanti ai giovani pellegrini – Sentire che Dio non ti molla anche se tutti possono abbandonarti. Ma concretamente cosa vuol dire questa cosa? Durante la mia vita ci sono stati tre ‘abbracci’ che oggi, a 60 anni, sono il mio patrimonio genetico: l’abbraccio di mia madre la sera che è morto mio padre; l’abbraccio di mia madre quando sono tornato da Roma perché son stato nominato Vescovo. Mia madre ha letto la mia angoscia e mi ha dato un altro abbraccio senza parlare; infine quando a 18 anni, dopo un incidente, il prete che si era accorto dei miei problemi è morto. Il giorno del funerale, in Duomo, io ho sentito che dovevo diventare un prete. Ho provato pace, serenità, un qualcosa che nemmeno gli abbracci di mia madre erano paragonabili. Ecco, io vi auguro che prima o poi il momento della riconciliazione diventi questo: un’esperienza che dice ‘tranquillo, io ci sono'”.
Dopo la celebrazione, i ragazzi hanno avuto un lungo pomeriggio di tempo libero, tra pranzi al sacco col kit Giubileo e pranzi al ristorante alla ricerca della più buona carbonara di zona. Al pomeriggio, invece, alcuni gruppi hanno fatto visita alla tomba di papa Francesco in Santa Maria Maggiore, altri si sono divertiti visitando la città eterna e i suoi monumenti, tra i Musei Vaticani, il Colosseo, la Fontana di Trevi, il Pantheon o Piazza di Spagna.
Alla sera, intorno alle 21:30, i diversi grippi si sono ristorati con la cena preparata dai volontari delle rispettive parrocchie ospitanti, per poi concludere la giornata con la preghiera serale e la preparazione delle valigie per la giornata di sabato. Finalmente, infatti, il 2 agosto, i giovani raggiungeranno la spianata di Tor Vergata, dove in serata troveranno papa Leone, con il quale celebreranno la solenne Veglia.
Domenica poi, la chiusura del Giubileo dei Giovani con la Messa presieduta dal Papa, e finalmente il ritorno in pullman verso casa. Manca sempre meno all’incontro, e i giovani non vedono l’ora.
di Davide Sgrò per Vita Trentina
La quinta giornata del Giubileo dei Giovani è iniziata all’insegna della dinamicità. Sveglia presto e colazione lampo, poi i 330 pellegrini trentini si sono incamminati direzione Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, presso l’Isola Tiberina.
Lì hanno celebrato la Messa, presieduta dal vescovo Lauro, il quale li ha invitati ad abbracciare la stagione del movimento: “Vorrei che ognuno di voi si sentisse importante per Dio. C’è uno stare fermi che mette in movimento e un movimento che fa star fermi. Gesù da duemila anni muove persone senza essersi mai mosso dalla Palestina. Questo mi fa molto pensare – ha continuato monsignor Tisi – perché a dire il vero noi ci muoviamo tanto, ma quando guardo la realtà la vedo molto ferma. Siamo passati dalla clava al drone, ma se c’è una fatica, un problema, si interviene con la violenza. Siamo rimasti fermi lì, convinti che con la violenza tutto si risolva. Sembra che siamo regrediti nella conoscenza. Quindi cosa muove veramente? Quello che avviene dentro di noi quando andiamo in profondità e capiamo ciò che fa star bene e ciò che fa male”.
Il Vescovo ha poi ricordato la figura di Sant’Ignazio: “La genialità di Sant’Ignazio è che è arrivato a fidarsi del Vangelo e convertirsi perché si è accorto nel profondo che quando metteva in atto dinamiche evangeliche stava bene, mentre quando ne metteva in atto delle altre, una iniziale gioia leggera si tramutava in tristezza. Ecco, auspico che possiamo imparare a muoverci dentro e scendere in profondità per capire quello che veramente fa star bene e quello che inizialmente appare così, ma che in realtà ti lascia per terra. Puntiamo a fare il Regno di Dio, vivendo per qualcuno e con qualcuno, lasciatevi muovere dentro”.
I giovani poi sono stati introdotti alla Comunità di Sant’Egidio ascoltando la voce del vicerettore della Basilica e di Irene, una giovane di 23 anni che svolge numerose attività all’interno della comunità. Il vicerettore ha spiegato loro come la chiesa fosse stata voluta dall’imperatore Ottone III nel 998 come cappellina personale. Già luogo di culto e pellegrinaggio, lì si venerava il Dio della Guarigione. I fedeli erano soliti prendere l’acqua dal pozzo situato in mezzo alla chiesa, acqua che si riteneva avesse poteri curativi. Dopo la conversione, si decise di dedicare la chiesa all’apostolo amico di Gesù, San Bartolomeo, le cui spoglie mortali giacciono oggi all’interno dell’altare della Chiesa.
Quindi i pellegrini hanno avuto modo di visitare il Museo dei nuovi martiri della Chiesa, situata ai piani superiori e fortemente voluto dal Papa San Giovanni Paolo II. La visita è stata un momento molto duro: i ragazzi hanno letto numerose storie di antichi e nuovi martiri, visto le loro reliquie e l’intrecciarsi delle loro storie attraverso i secoli. Un pugno nello stomaco, qualche pianto e tanti occhi lucidi. L’esperienza di San Bartolomeo all’Isola ha insegnato ai giovani quanto credere abbia importanza, quanto la fede sia concretezza, cioè attenzione reciproca, come diceva Giacomo: “mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”.
Dopo un veloce pranzo negli spazi antistanti la Chiesa, i giovani trentini hanno avuto qualche ora di tempo libero per girare la città di Roma, con l’appuntamento previsto alle 16 in Piazza San Pietro per la Festa dei Giovani Italiani.
Arrivati in piazza, si è respirato sin da subito quel clima da Giornata Mondiale della Gioventù, con bandiere da ogni provenienza, canti, balli e volti che incrociando lo sguardo generavano ogni momento il Paradiso. La festa si è svolta con l’alternarsi di momenti musicali a momenti di ascolto della Parola, fino al rinnovo della Confessio Fidei condotto dal Cardinal Matteo Maria Zuppi: “Disarmiamo i nostri cuori – ha detto – per disarmare cuori e mani di un mondo violento, per guarirne le cicatrici, per impedire nuovi conflitti”.
Il momento più emozionante per i trentini è stato vedere il nostro Filippo Zanetti, diacono 27enne, portare il Vangelo in alto percorrendo Piazza San Pietro. Filippo sarà ordinato sacerdote il prossimo 13 settembre insieme a Federico Mattivi: vederlo percorrere la Piazza è stata un’emozione indescrivibile e di certo per lui rimarrà un ricordo per la vita.
Per concludere la giornata, i giovani hanno cenato liberamente, chi col kit cena e chi gustandosi un buon piatto di carbonara o cacio e pepe, a seconda dei gusti. Al ritorno in parrocchia, docce veloci e preghiera serale, per chiudere il sipario su una giornata spiritualmente intensa, emotivamente provante, ma che ha fatto sperimentare ai giovani trentini un pizzico di quella pienezza che li travolgerà a Tor Vergata all’incontro con Papa Leone.
di Davide Sgrò per Vita Trentina
La tappa di oggi era partita con un cielo un po’ nuvoloso, ma i nostri giovani sono temerari (e d’altronde non avrebbero potuto decidere altrimenti), quindi zaino in spalla e via alla tappa che li ha portati a La Storta.
Una camminata di circa 28 chilometri lungo la Via Francigena che fin dalle prime battute si è dimostrata davvero impegnativa, caratterizzata da una pioggia tanto forte da costringere i ragazzi al ritiro all’interno di un piccolo monastero, dove hanno avuto modo di svolgere l’attività della giornata guidati dalla storia ispiratrice di Piergiorgio Frassati. Una volta calmate le precipitazioni, via di nuovo, tra sentieri impervi, fango, scivolate improbabili e quel pizzico di buonumore che è bastato per far dimenticare a tutti il rumore della pioggia battente.
Si, perché la pioggia ha accompagnato i giovani per la maggior parte del percorso di oggi, rendendo i sentieri alle volte difficili da percorrere. I giovani trentini, però, si sono dimostrati forti, nel cuore e nello spirito, e in pieno stile “pellegrino” sono arrivati alla meta. Con loro anche il vescovo Lauro, che per tutto il tempo è rimasto in testa al gruppo, confermandosi come un gran camminatore, traino per i ragazzi che provavano a stare al suo passo.
Intorno alle 15 il gruppo ha finalmente raggiunto La Storta, per gustarsi il pranzo preparato dai volontari della parrocchia, togliersi le scarpe zuppe di fango e chiudere un po’ gli occhi, per ricaricare le batterie. Poco dopo i giovani sono risaliti sui pullman che li hanno portati al lago di Bracciano, dove hanno potuto divertirsi per un’oretta, godendosi il lago e rinforzando i propri legami.
Una volta rientrati, dopo le docce, è stata celebrata la Messa, presieduta da don Lauro: “Grazie per oggi – ha detto il Vescovo durante la celebrazione – per la vostra forza e la capacità di adattarvi. Gli scambi che abbiamo avuto in questi giorni sono arricchenti, diciamo grazie al Signore per questo”.
A seguire ci sono state la cena e la preghiera serale. Prima di andare a dormire i ragazzi hanno dovuto rifarsi le valigie in quanto nella tappa di domani, che li porterà a Roma, saranno altre parrocchie ad accoglierli.
L’entusiasmo è alle stelle e il Giubileo entra finalmente nel vivo: destinazione Roma, dunque, e come hanno ripetuto alcuni giovani durante il cammino, “sempre avanti e mai passion”!
di Davide Sgrò per Vita Trentina
La tappa di oggi era partita con un cielo un po’ nuvoloso, ma i nostri giovani sono temerari (e d’altronde non avrebbero potuto decidere altrimenti), quindi zaino in spalla e via alla tappa che li ha portati a La Storta.
Una camminata di circa 28 chilometri lungo la Via Francigena che fin dalle prime battute si è dimostrata davvero impegnativa, caratterizzata da una pioggia tanto forte da costringere i ragazzi al ritiro all’interno di un piccolo monastero, dove hanno avuto modo di svolgere l’attività della giornata guidati dalla storia ispiratrice di Piergiorgio Frassati. Una volta calmate le precipitazioni, via di nuovo, tra sentieri impervi, fango, scivolate improbabili e quel pizzico di buonumore che è bastato per far dimenticare a tutti il rumore della pioggia battente.
Si, perché la pioggia ha accompagnato i giovani per la maggior parte del percorso di oggi, rendendo i sentieri alle volte difficili da percorrere. I giovani trentini, però, si sono dimostrati forti, nel cuore e nello spirito, e in pieno stile “pellegrino” sono arrivati alla meta. Con loro anche il vescovo Lauro, che per tutto il tempo è rimasto in testa al gruppo, confermandosi come un gran camminatore, traino per i ragazzi che provavano a stare al suo passo.
Intorno alle 15 il gruppo ha finalmente raggiunto La Storta, per gustarsi il pranzo preparato dai volontari della parrocchia, togliersi le scarpe zuppe di fango e chiudere un po’ gli occhi, per ricaricare le batterie. Poco dopo i giovani sono risaliti sui pullman che li hanno portati al lago di Bracciano, dove hanno potuto divertirsi per un’oretta, godendosi il lago e rinforzando i propri legami.
Una volta rientrati, dopo le docce, è stata celebrata la Messa, presieduta da don Lauro: “Grazie per oggi – ha detto il Vescovo durante la celebrazione – per la vostra forza e la capacità di adattarvi. Gli scambi che abbiamo avuto in questi giorni sono arricchenti, diciamo grazie al Signore per questo”.
A seguire ci sono state la cena e la preghiera serale. Prima di andare a dormire i ragazzi hanno dovuto rifarsi le valigie in quanto nella tappa di domani, che li porterà a Roma, saranno altre parrocchie ad accoglierli.
L’entusiasmo è alle stelle e il Giubileo entra finalmente nel vivo: destinazione Roma, dunque, e come hanno ripetuto alcuni giovani durante il cammino, “sempre avanti e mai passion”!
di Davide Sgrò per Vita Trentina
La tappa di oggi era partita con un cielo un po’ nuvoloso, ma i nostri giovani sono temerari (e d’altronde non avrebbero potuto decidere altrimenti), quindi zaino in spalla e via alla tappa che li ha portati a La Storta.
Una camminata di circa 28 chilometri lungo la Via Francigena che fin dalle prime battute si è dimostrata davvero impegnativa, caratterizzata da una pioggia tanto forte da costringere i ragazzi al ritiro all’interno di un piccolo monastero, dove hanno avuto modo di svolgere l’attività della giornata guidati dalla storia ispiratrice di Piergiorgio Frassati. Una volta calmate le precipitazioni, via di nuovo, tra sentieri impervi, fango, scivolate improbabili e quel pizzico di buonumore che è bastato per far dimenticare a tutti il rumore della pioggia battente.
Si, perché la pioggia ha accompagnato i giovani per la maggior parte del percorso di oggi, rendendo i sentieri alle volte difficili da percorrere. I giovani trentini, però, si sono dimostrati forti, nel cuore e nello spirito, e in pieno stile “pellegrino” sono arrivati alla meta. Con loro anche il vescovo Lauro, che per tutto il tempo è rimasto in testa al gruppo, confermandosi come un gran camminatore, traino per i ragazzi che provavano a stare al suo passo.
Intorno alle 15 il gruppo ha finalmente raggiunto La Storta, per gustarsi il pranzo preparato dai volontari della parrocchia, togliersi le scarpe zuppe di fango e chiudere un po’ gli occhi, per ricaricare le batterie. Poco dopo i giovani sono risaliti sui pullman che li hanno portati al lago di Bracciano, dove hanno potuto divertirsi per un’oretta, godendosi il lago e rinforzando i propri legami.
Una volta rientrati, dopo le docce, è stata celebrata la Messa, presieduta da don Lauro: “Grazie per oggi – ha detto il Vescovo durante la celebrazione – per la vostra forza e la capacità di adattarvi. Gli scambi che abbiamo avuto in questi giorni sono arricchenti, diciamo grazie al Signore per questo”.
A seguire ci sono state la cena e la preghiera serale. Prima di andare a dormire i ragazzi hanno dovuto rifarsi le valigie in quanto nella tappa di domani, che li porterà a Roma, saranno altre parrocchie ad accoglierli.
L’entusiasmo è alle stelle e il Giubileo entra finalmente nel vivo: destinazione Roma, dunque, e come hanno ripetuto alcuni giovani durante il cammino, “sempre avanti e mai passion”!
di Davide Sgrò per Vita Trentina
Arrivati in pullman alle Cascate di Monte Gelato, il cammino dei giovani trentini verso Roma è iniziato ufficialmente. La prima camminata non è stata particolarmente impegnativa: i giovani pellegrini si sono mossi in direzione Campagnano di Roma, dove poche ore dopo sono stati accolti dalla comunità.
A metà percorso, una piacevole sorpresa li ha colti: una sosta presso l’Autodromo di Vallelunga dove, all’interno della sala stampa, sono stati salutati dal parroco don Renzo e dal Sindaco Alessio Nisi, insieme a tanti volontari e alla protezione civile.
“Grazie per la vostra presenza qui in mezzo a noi – ha detto ai ragazzi don Renzo – testimonianza e grazia, piacere e aiuto che voi ci state dando. Non siete voi a doverci ringraziare, siamo noi ad essere grati per il vostro esserci. Il cammino che state facendo non abbia come fine Roma per l’Anno Santo, ma siete voi stessi, con le vostre vite. Per questo l’augurio che vi faccio è che il vostro cammino non abbia più fine”. È poi intervenuto il primo cittadino di Campagnano, Alessio Nisi, che con grande entusiasmo ha invitato i giovani a “camminare con la fede e nella fede, in un viaggio con sé stessi verso un qualcosa di antico ed eterno al tempo stesso”.
Un’accoglienza calorosa, insomma, che si è tradotta nei volti dei cittadini che vedendo arrivare così tanti ragazzi nel loro piccolo centro si sono trasformati in comunità in festa: alcuni di loro hanno scelto di condividere con loro anche il momento della Messa.
Durante l’omelia il vescovo Lauro ha ricordato come “ognuno di noi figlio di un sorriso, quando si viene al mondo lancia un grido, e questo è perché l’uomo è assetato di volti, incontri, carezze. La vita passa da qui, si tratta di riconoscere che l’altro ha posto nella nostra vita”. E ancora: “Nella nostra ricerca continua vi invito a riconoscere che Dio ha adrenalina per noi, facciamo girare la testa a Dio, un Dio che non molla, resta eternamente ad emozionarsi per noi. Non c’è errore, sbaglio, sfiguramento della vita che tolga Lui la voglia di amarci. Dio resiste anche ai nostri sbagli. Sappiate che c’è un Dio che si sta emozionando per voi. Che non vi inchioda ai vostri sbagli. Buon cammino”.
Al termine della Messa i giovani si sono diretti verso quello che sarà il loro alloggio per le prime due notti: l’oratorio San Giuseppe. Lì, una volta sistemati sacchi a pelo e materassini ed essersi rinfrescati con le tanto agognate docce, hanno potuto gustare una buona pizza prima del momento di riflessione finale e, dulcis in fundo, il meritato riposo.
La seconda tappa li porterà oggi a La Storta, dopo una ventina di chilometri percorsi i ragazzi saranno poi trasportati in pullman al Lago di Bracciano, dove potranno rilassarsi un po’ prima della grande prova di Roma.
Partire, andare alla ricerca di un qualcosa di più. Questo è ciò che i 330 giovani trentini faranno in questi giorni: direzione Giubileo, il primo ordinario del nuovo millennio.
Questa mattina i giovani si sono radunati a Villa Lagarina, accolti in chiesa da don Federico Andreolli per un breve momento di riflessione pre partenza.
Hanno riflettuto sul significato del Giubileo, il cui motto è “Pellegrini di speranza”. Sono stati invitati da don Mattia Vanzo, guida della Pastorale Giovanile, a riflettere sulla scoperta, sul fatto che Giubileo è prima di tutto esperienza di vita, oltre che di Chiesa.
In questi giorni il filo conduttore delle riflessioni dei giovani sarà la vita di Piergiorgio Frassati, che verrà canonizzato a settembre: la figura di un giovane che può dire qualcosa alla loro vita e che proprio attraverso la sua testimonianza accompagnerà i 330 giovani nel cammino verso Roma.
I pellegrini sono stati invitati ad avere passione, a coltivare amicizie, ad essere alla ricerca, mantenendo una buona dose di inquietudine. E ancora, sono stati invitati a portare un desiderio nel cuore e ad ascoltarlo, quel desiderio di provare a capire e ad ascoltare la voce di Gesù.
“Che la sua voce si faccia più chiara e più vicina a noi – ha detto don Mattia Vanzo -. Lui non è un concetto astratto ma una persona che cammina con noi. Gesù è Giubileo, un anno di grazia e di vita che ci viene donata”.
L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, poi, ha invitato i ragazzi a riflettere sul cammino che nei prossimi giorni li porterà fino in piazza San Pietro, all’incontro con papa Leone XIV e con i giovani di tutto il mondo. “Sarà un cammino fisico ma anche interiore, dove faremo i conti con emozioni diverse, stanchezza, entusiasmo, gioia. Che lo Spirito ci aiuti ad entrare in questo cammino con la fiducia di chi sa che la meta è l’incontro con il Signore, che è vita, verità e via. Voi giovani – ha proseguito il vescovo – siete come l’uva che sta per maturare: il giovane sapiente è chi ha sempre una domanda di riserva, che rispetto alla vita non è mai sicuro, anzi mostra curiosità e voglia di capire. Per stare nel Regno bisogna fare come i bambini, chiedersi “perché?”. Ecco, le nostre saranno domande impegnative: che siano giorni in cui frequentate le domande, perché per noi cristiani la risposta non è il punto esclamativo, ma quello interrogativo”.
A conclusione della riflessione iniziale, il vescovo ha consegnato una nuova Bibbia (Bibbia Insieme), edita da ViTrenD, un dono che accompagnerà i giovani in questi giorni intensi alla riscoperta della nostra spiritualità.
Saliti su cinque pullman, i pellegrini trentini sono partiti in direzione Monte Gelato, dove affronteranno un breve cammino di circa sei chilometri fino alla prima tappa del viaggio: Campagnano. Lì verrà celebrata la Messa.
“Mi ha molto colpito la gioia dei ragazzi mentre consegnavo la Bibbia – ha confidato a Vita Trentina il vescovo Lauro – poche volte mi è capitato di percepire in maniera così forte la serenità, la gioia e la positività che trasmettevano. Associare questa cosa della gioia al fatto che i ragazzi sono assetati di vita e ci vogliono saltare dentro in maniera così intensa è bello. In un mondo di violenza, morte e devastazione, dove i volti dei leader del mondo sono sempre arrabbiati, violenti, menefreghisti e qualunquisti, tutto questo stride con la gioia dei nostri giovani. Per far decollare la nostra società ci sarebbe bisogno di quell’entusiasmo che i nostri leader non hanno più. In queste prime ora ho confermato la mia convinzione che il meglio del mondo sono loro: peccato che spesso il mondo adulto, frustrato dalle loro incapacità, scarichi su di loro la causa dei mali di quest’ora. È un mondo adulto che ha rinunciato a farsi domande, che è incapace di abitare la vita con la libertà di chi, come i giovani, sa tenere in mano le unicità del nostro quotidiano”.
GLI SPECIALI DI TRENTINO TV
Guarda Il video finale, sintesi del pellegrinaggio trentino
Il Filo diretto speciale di lunedì 4 agosto
Il servizio del 3 agosto
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