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Visita pastorale, il Primiero si racconta. A Tonadico stimolante incontro di don Lauro con operatori turistici, allevatori e artigiani

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Con l’emozione palpabile per l’annuncio al mondo del nuovo Papa, Leone XIV, avvenuto solo pochi minuti prima, l’arcivescovo Lauro ha incontrato giovedì 8 maggio a Palazzo Scopoli di Tonadico, nell’ambito della Visita pastorale, operatori turistici, allevatori e artigiani di Primiero, Vanoi e Mis.

La serata, moderata da Walter Taufer, aveva un titolo molto promettente: “La nostra terra si racconta. Fra radici, volti e speranze”. Promesse rispettate, grazie alla schiettezza con cui i rappresentanti delle varie categorie – un centinaio le presenze in sala – hanno narrato la loro attività mettendone in luce buone prassi ma anche criticità, attese e speranze.

Artigiani e albergatori fra luci  ombre

Ai saluti di Antonio Stompanato, presidente dell’Apt, hanno fatto seguito varie voci di rappresentanti di categoria.

Artigiani e albergatori, pur evidenziando la ricchezza di una gestione imprenditoriale per lo più a dimensione familiare, hanno fatto notare la difficoltà ormai cronica nel reperire personale stabile per aziende e alberghi: alla marcata stagionalità si accompagna infatti la difficoltà a far sì che in tali ambiti si possano sviluppare vere professionalità, pur cogliendo nell’immigrazione anzitutto una opportunità. Tra i molti nodi aperti: eccessiva burocrazia e il problema casa per chi vorrebbe venire o rimanere in Primiero.

La voce “giovane” degli allevatori

In una terra ormai a forte traino turistico, le voci più significative sono parse quelle di chi più è a contatto con l’ambiente e le sue risorse. “Allevatori si nasce, difficile diventarlo”, ha fatto notare ad esempio Francesco Iager, titolare di Malga Vallazza, allevatore di lunga tradizione familiare. “La nostra – ha argomentato – è un’attività da sempre fortemente legata al creato, alle stagioni. Siamo i veri mantenitori della natura e dell’ambiente, ricaviamo i suoi frutti, per questo dobbiamo rispettarla e preservarla per le generazioni future”, ha riconosciuto Iager senza peraltro negare la difficoltà ad operare in un contesto culturale che spesso critica chi lavora e produce grazie agli animali.

Tra chi si è costruito una professionalità da allevatore senza alcuna tradizione familiare alle spalle, il giovane Matteo Tavernaro, 22 anni. “Sono orgoglioso – ha ammesso – di far parte di quella categoria di persone che mantengono il territorio sfalciando i prati e pascolando le zone più impervie, creando così una sorta di biglietto da visita per i nostri turisti”, ha sottolineato.

“La mia preoccupazione – ha aggiunto il giovane allevatore rivolto a don Lauro – è che nell’immediato futuro non ci siano altri giovani disposti a scegliere di intraprendere questa strada a causa delle numerose difficoltà che io stesso affronto ancora.  Qui nella nostra valle i giovani appassionati di allevamento sono molti: sarebbe un vero peccato non valorizzare questa ricchezza”.

Il commento di don Lauro: “Famiglia generativa di lavoro”

“Mi porto a casa tanta roba”, ha esordito don Lauro tentando di fare sintesi dei tanti stimoli emersi dal confronto a Tonadico. “Un fatto straordinario che avevo intuito e in questi giorni sto mettendo più a fuoco – annota don Lauro – è l’eccellenza della zootecnia in mano ai giovani. Non c’è in nessun’altra zona del Trentino una cosa del genere”.

“Più di una volta voi avete parlato di lavoro e famiglia. Questo me la porto via come una news da mandare in giro, perché di solito i vostri mondi non ne parlano mai. Qui invece si parla della famiglia come di risorsa, terreno generativo di lavoro a sua volta”.

“Un inno al lavoro, terreno di bonifica sociale “

Monsignor Tisi si sofferma sulla dignità del lavoro, richiamando quanto già sottolineato per la Festa del Lavoro il 1° maggio a Passo Gobbera e al santuario di San Silvestro: “Ho colto in voi tanto entusiasmo, avete fatto un inno al lavoro. E il lavoro, vissuto così, può diventare un terreno di bonifica sociale. Anche un caseificio efficiente come il vostro non è per far contenti gli allevatori, ma per il benessere dell’ambiente, come avete ricordato evocando anche la Laudato si’”.

“Accoglienza turistica, relazione al centro”

“Bellissimo – annota don Lauro – anche il tema della relazione, per un turismo fatto di relazioni prima ancora che di strutture all’avanguardia, da settima stella. Perché l’albergo con la settima stella, ma con operatori che non sanno accogliere, è un albergo che non produce. La relazione è economia”.

Quanto ai lavoratori immigrati, monsignor Tisi evidenzia l’ottimo livello di integrazione raggiunto in Primiero: “Da tempo – ribadisce – dico che sono risorsa”.

Passaggi generazionali e sicurezza sul lavoro sono stati altri due aspetti emersi nel confronto e ripresi da don Lauro che così ha concluso la stimolante serata: “Avete evidenziato anche difficoltà, dalla burocrazia alla casa, ma senza scaricare le responsabilità ad altri. Questo vi fa onore. Nel sentire le vostre storie, mi sono davvero entusiasmato!”  (pi.fra.)