Domenica 8 settembre la comunità di Sanzeno e delle valli del Noce si sono riunite per la tradizionale celebrazione in onore dei martiri d’Anaunia Sisinio, Martirio e Alessandro a ricordo del ritorno, nel 1927, delle loro reliquie a Sanzeno da Milano, dove erano state custodite per oltre 1.500 anni.
A donare alla Chiesa ambrosiana le reliquie dei tre evangelizzatori originari della Cappadocia, uccisi in Val di Non il 29 maggio del 397, fu san Vigilio, patrono di Trento, che le inviò a San Giovanni Simpliciano, successore di Sant’Ambrogio che a sua volta aveva “donato” i tre missionari cappadoci per aiutare Vigilio nell’evangelizzazione. La restituzione del 1927 rinsaldò ulteriormente il legame spirituale tra le due Chiese.
La celebrazione di domenica è stata presieduta dall’arcivescovo Lauro Tisi e concelebrata dai parroci della zona, a cominciare da padre Bortolino Maistrelli, parroco di Sanzeno e rettore del santuario di San Romedio.
L’omelia dell’Arcivescovo
Nell’omelia don Lauro ha richiamato con forza l’attualità della testimonianza dei martiri. Partendo dal Vangelo di Luca (14,25-33), Tisi ha sottolineato come Gesù non cerchi mai il consenso facile: “Gesù è libero da se stesso, dall’ossessione del consenso, è libero dai like. Va per la sua strada. Non affida la partita della sua vita al consenso”. Un messaggio che contrasta con una società dominata dalla ricerca di approvazione, ha osservato l’Arcivescovo, ricordando che il Vangelo indica invece tre condizioni fondamentali per diventare discepoli e approdare alla vera felicità.
Relazioni libere e gratuite: Gesù invita a liberare i rapporti dal possesso e dal risentimento: “Gesù è libero da se stesso, dall’ossessione del consenso, è libero dai like. Va per la sua strada. Non affida la partita della sua vita al consenso”. Don Lauro ha aggiunto: “Se vuoi liberare le relazioni dal male, dice Gesù, metti me nella relazione, buttaci dentro dosi massicce di gratuità. Anche le relazioni più intime hanno bisogno di libertà, di gratuità dove l’altro resta libero.
La croce come resistenza nell’amore. “La croce è l’apice dell’amore di Cristo, che resiste nell’amore anche sul Golgota. La pace non viene dai droni: è una follia. Solo l’amore apre alla vita”, ha sottolineato .
La rinuncia alle cose. Infine, l’Arcivescovo ha ricordato che la dignità non dipende da ciò che si ha o si fa: “Tu sei bellezza, sei un incanto. Dio ci ha fatto così. Guardiamo a noi e agli altri con stupore e scopriremo la serenità”.
L’omelia si è conclusa con un invito concreto: “Andate a casa e pensate che siete un incanto. Portate gli altri dentro di voi. L’altro sia vostro fratello: mai un avversario, mai un estraneo! Martiri Santi, aiutateci!”.
La festa di Sanzeno ha così ribadito l’eredità dei martiri d’Anaunia: una chiamata alla libertà interiore e alla radicalità dell’amore evangelico.
FOTOGALLERY (Carlo Bertagnolli)