Era il 1575 quando i Cappuccini arrivarono a Rovereto, chiamati dagli abitanti che avevano apprezzato la loro predicazione. Da allora il convento di Santa Caterina è diventato parte della vita spirituale e sociale della città.
Domenica 5 ottobre la comunità ha festeggiato i 450 anni di presenza dei frati, con una celebrazione che ha visto accanto al parroco don Marco Saiani l’arcivescovo Lauro Tisi e fra Alessandro Carollo, ministro provinciale dei Cappuccini del Triveneto.
“La manica larga della misericordia”
Nell’omelia, mons. Tisi ha sottolineato come la semplicità e la sobrietà dei Cappuccini siano un “inno d’amore” che accoglie tutti. «Il popolo di Dio – ha ricordato – dice che i frati hanno la manica larga: significa misericordia, significa sentirsi a casa».
Una missione che continua
Fra Carollo ha ringraziato fedeli e confratelli, ricordando l’impegno del convento nella cura dei frati anziani e nella vita delle parrocchie locali. «È grazie a voi che possiamo vivere la nostra vocazione», ha detto, ribadendo l’importanza di Rovereto come luogo centrale per la provincia cappuccina.
Ricordi e testimonianze
Alla festa ha partecipato anche la sindaca Giulia Robol, che ha raccontato i suoi legami personali con il convento, definendolo “un luogo di accoglienza e forza”. Anche la comunità parrocchiale ha espresso gratitudine: «Ci avete insegnato una religiosità semplice e profonda», ha detto Emanuela Pandini a nome dei fedeli.
450 anni tra storia e futuro
Fra Nilo Trevisanato ha ricordato che i Cappuccini a Rovereto – attualmente 28, con i frati accolti nell’infermeria – non si limitano al servizio religioso, ma sostengono i confratelli più fragili e le parrocchie del territorio. «Ringraziamo una comunità che ci ha sempre sostenuti», ha concluso .
L’anniversario non è solo memoria del passato, ma una promessa di continuità: un cammino di fraternità e servizio che guarda avanti, con radici profonde nella città della Quercia.
Fonte: Vita Trentina
FOTOGALLERY RAFFAELA ZAMBONI