Quattro voci di donna per un otto marzo “sinodale”. Le provocazioni alla Chiesa nelle interviste di Vita Trentina

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La Festa internazionale della Donna trova quest’anno un’eco nel Cammino sinodale trentino che attorno alla presenza femminile nella Chiesa ha sviluppato l’approfondimento in uno dei tre specifici Cantieri aperti nell’ottobre scorso dall’arcivescovo Lauro Tisi. Se ne fa interprete anche il settimanale diocesano che alla vigilia dell’otto marzo ha raccolto quattro voci per approfondire quanto già emerso dalle sintesi diocesane e dalle Assemblee zonali.  Dove si è ribadito l’obiettivo di “promuovere nella Chiesa un’ uguaglianza non apparente” e di una “una reale corresponsabilità degli uomini e delle donne all’interno dei processi decisionali ecclesiali, con un maggior coinvolgimento anche dei religiosi e delle religiose”.

Le quattro voci ecclesiali diverse raccolte da Vita Trentino nel numero scorso (nel quale l’editoriale è stato affidato ad Alessandra Osculati per un’analisi più complessiva della relazione uomo-donna) convergono sulla fiducia che il Cammino sinodale possa segnare un cambio di passo nel rinnovamento della Chiesa anche all’insegna di una reale pari dignità e reciprocità fra uomini e donne.

“Le donne chiedono a gran voce attenzione, riconoscimento e uguaglianza – dice l’educatrice Sabrina Tarter -. Siamo consapevoli di capacità e di competenze “diverse”, chiediamo di giocare un ruolo che sia ufficializzato e legittimato.  Non bastano più compiti secondari di servizio, ma posti d’azione per far fruttare i nostri talenti”.

Per l’insegnante di religione Adele Libonati “La posta in gioco non è  quella di affermare un femminismo ecclesiale, cosa in cui non credo, bensì quella di ripensare la comunità ecclesiale su un nuovo equilibrio di genere e carismi, rispondente ai principi di pari dignità e opportunità”.

Secondo Gabriella Pedrini, casalinga,  “Il problema principale per me è che la Chiesa cattolica ha insistito sulla rappresentazione di Dio unico e Padre. Cioè lo ha rappresentato come maschio, bianco, onnipotente. Da qui discende che se “Dio è maschio allora il maschio è Dio” (citando Mary Daly), proiettando nella società uno squilibrio pericolosissimo tra uomini e donne”.

La quarta voce è quella di una religiosa di Maria Bambina, suor Antonietta Visalli, che ritiene  “la Chiesa tutta abbia ancora un lungo e quotidiano cammino per riuscire a pensarsi concretamente a servizio di ogni uomo. Sono presenti ancora tanti pregiudizi culturali e sociali che contribuiscono a rallentare un reale cambiamento di mentalità. La scoperta e valorizzazione del carisma tipico della donna nella società e nella Chiesa è un cammino appena iniziato. Sicuramente nella Chiesa la donna non ricopre ruoli decisionali o di reale collaborazione paritaria con il clero”.

Con queste due pagine, nel numero in edicola con la data di domenica 5 marzo, Vita Trentina vuole mantenere operativo il Cantiere sinodale, invitando i lettori a inviare ulteriori riflessioni alla segreteria (mail: camminosinodale@diocesitn.it)  o direttamente anche al settimanale: dialogo@vitatrentina.it

foto Zotta