Un Primo maggio all’insegna dei valori del lavoro, delle battaglie contro le morti bianche, dei diritti e di un modello di sviluppo che ponga al centro la persona umana e l’ambiente. Le Acli trentine hanno festeggiato l’importante ricorrenza in diversi ambiti territoriali ad iniziare dal Primiero dove si è svolto il Giubileo diocesano dei lavoratori alla presenza del vescovo Lauro Tisi.
Cornice dell’evento è stato il santuario di San Silvestro, dove i vigili del fuoco volontari di Imèr hanno portato la croce Giubilare dal passo Gobbera. Monsignor Tisi ha parlato della centralità del lavoro per la vita umana: “Il lavoro – ha esordito il vescovo di Trento – è un dono meraviglioso che rende le persone partecipi della creazione”. Tisi ha però richiamato il folto pubblico a distinguere il lavoro creativo, rispettoso dei diritti e dello sviluppo integrale della persona, dal lavoro orientato al semplice profitto. “In questo caso – ha ribadito Tisi – siamo di fronte a una fake news, perché il lavoro è rispetto per la vita e per l’ambiente. Dobbiamo scegliere pertanto fra l’uomo o il profitto”.
Il presidente delle Acli trentine Walter Nicoletti ha quindi richiamato il numeroso pubblico, composto da molti giovani e famiglie, all’importanza di un patto per il lavoro fra le forze sociali e le realtà economiche per ridare ai lavoratori una soglia accettabile di reddito, per assicurare a chi lavora la casa e i diritti. “È necessario – ha aggiunto Nicoletti – intervenire per assicurare un sistema di accoglienza diffusa che integri chi è qui per cercare occupazione e inserimento. Chi è tra noi per collaborare ad un futuro di convivenza e di integrazione. Abbiamo bisogno di rigenerare il nostro settore produttivo con nuove energie e risorse e per tornare a parlare con i giovani, altrimenti proiettati nel miraggio dell’emigrazione, disegnando insieme a loro un’idea condivisa di futuro. Dobbiamo costruire filiere locali con patti territoriali di sviluppo che valorizzino le risorse del territorio per affrontare la dimensione internazionale sapendo che le ragioni del futuro saranno quelle dei giovani e dell’ambiente. Ecco allora che il miglior modo per onorare la memoria e il magistero di papa Francesco non può che essere quello di preparare serie alternative ad un modello economico che globalmente ha guardato solo al profitto e alla speculazione finanziaria e serie proposte di ecologia integrale. Tutto questo significa operare per un’economia di pace e non di guerra, per un’economia che genera solidarietà, sostenibilità, mutualismo e umanità”.
di Vita Trentina