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Papa Leone XIV nella prima Messa per il Creato: «Il mondo brucia, ma in Cristo c’è speranza. Conversione ecologica urgente»

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«Il mondo brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati, ma in Cristo c’è speranza». Papa Leone XIV sceglie parole forti nella sua prima Messa per il Creato celebrata a Castel Gandolfo, nel Borgo Laudato si’ voluto da papa Francesco come “laboratorio” di armonia con l’ambiente.

Nella liturgia, trasmessa in diretta dai Giardini Pontifici, il Papa ha invocato una conversione ecologica personale e comunitaria: «Dobbiamo pregare per la conversione di tante persone, dentro e fuori la Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune».

Disastri provocati dagli eccessi dell’uomo

Celebrando l’Eucaristia all’aperto, circondato dalle piante e dai simboli della creazione, Leone XIV ha ricordato che «tanti disastri naturali che vediamo nel mondo sono in parte causati dagli eccessi dell’essere umano». Ha quindi richiamato l’immagine evangelica della tempesta sedata da Gesù: «Il suo potere non sconvolge, ma crea; non distrugge, ma fa essere, dando nuova vita». E rivolgendosi ai presenti ha domandato: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Grazie a chi lavora per la tutela dell’ambiente

Il Papa ha espresso gratitudine per chi lavora alla tutela ambientale e alla liturgia della Messa per la Cura della Creazione, definendola «frutto della collaborazione dei Dicasteri vaticani». Ha quindi rilanciato la visione di Papa Francesco nella Laudato si’ e in Fratelli tutti: «La nostra missione di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione, è la stessa missione di Cristo. Noi ascoltiamo il grido della terra e dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione è la sua indignazione, il nostro lavoro è il suo lavoro».

Concludendo l’omelia, Leone XIV ha citato sant’Agostino, auspicando che l’armonia con la creazione diventi segno di lode al Creatore: «Le tue opere ti lodano affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere». Un invito – ha detto – a trasformare «l’avidità in comunione, l’ingiustizia in giustizia», costruendo la pace a partire dalla custodia della casa comune.

Foto Vatican Media/Sir