Padre Lino Zucol, in India parte la causa di beatificazione alla presenza del vescovo emerito Bressan

bookmark

È stata una giornata memorabile quella di venerdì 6 gennaio per la Diocesi di Kannur, nella regione del Kerala, nell’India del sud, dove il religioso di origine trentina padre Lino Zucol svolse per anni la sua opera missionaria, lasciando un segno indelebile nella popolazione, che a 9 anni dalla sua morte non lo ha dimenticato. Al contrario, la calorosissima partecipazione delle migliaia di fedeli che hanno preso parte alla celebrazione della Messa, presieduta dall’arcivescovo emerito di Trento Luigi Bressan, per dare avvio alla sua Causa di beatificazione, testimonia quanto sia ancora vivo e sentito il ricordo di padre Zucol, così come l’affetto nei suoi confronti.

Nato a Sarnonico l’8 febbraio del 1916 e ordinato sacerdote diocesano a Trento nel 1940, dopo un periodo da cappellano a Vermiglio, padre Lino Zucol entrò tra i Gesuiti nel 1943, per poi partire come missionario nel Kerala fino alla morte, avvenuta il 6 gennaio del 2014. Uomo di preghiera, di zelo apostolico, di promozione sociale. “Venerato” già in vita, ha costruito 10-15000 casette per poveri anche non-cristiani, come hanno ricordato in questi giorni anche sul giornale locale del Kerala, che a padre Lino ha dedicato ben quattro pagine.

Alle quasi 5 mila persone presenti, vestite con gli abiti tradizionali, si è aggiunta una piccola delegazione proveniente da Sarnonico: oltre al vescovo Bressan, anche alcuni amici e familiari hanno dato vita a una piccola ma molto motivata rappresentanza trentina, per esprimere così la vicinanza alla terra indiana, che ha beneficiato grandemente dell’opera di padre Lino.

Si aggiunge così, con la sua vicenda emblematica e splendida, un altro tassello di santità per la nostra provincia, che in questi ultimi anni ha visto emergere diverse figure significative, dal più noto padre Kino a fratel Emanuele Stablum, fino a padre Girolamo Blasi, di Sfruz. Ed è interessante notare come questi quattro candidati alla venerazione pubblica e al riconoscimento di santità provengano tutti dalle valli del Noce, quasi come fosse un’eredità lasciataci dai tre martiri di Sanzeno.

Quella della celebrazione è stata una giornata molto rilevante per tutto il Kerala, dove la presenza cristiana è molto forte, ma non mancano purtroppo anche alcuni problemi interni alla Chiesa locale, divisa tra riti storicamente differenti tra loro. Proprio negli ultimi giorni, infatti, hanno avuto ampio rilievo le proteste messe in atto a Natale da due gruppi di cattolici che si contrastano sulle modalità di celebrazione della Messa, tanto che si è resa necessaria la mediazione della Conferenza episcopale, ed è dovuta intervenire anche la polizia, per sedare gli attriti. Tensioni che amareggiano i fedeli
locali, per cui la vicenda di padre Lino Zucol rappresenta invece un faro di luce, di vita semplice, di vita donata e di vita fedele. Una vita lunga ed esemplare, durante la quale padre Lino ha dato prova della sua dedizione, sempre riconosciutagli dal popolo, che gli ha voluto tributare un rinnovato omaggio, con la straordinaria presenza al rito che l’arcivescovo Bressan ha concelebrato assieme ad alcuni vescovi locali, sia di rito siro-malabarico, sia malankarese: un momento unitario, a cui ha partecipato anche il mondo non cristiano, nel segno di padre Lino e della sua grande testimonianza del Vangelo, che non faceva differenze.

da Vita Trentina – Ruggero Valentini