Lourdes, i giovani volontari raccontano

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Le testimonianze di dame e barrellieri al 99° pellegrinaggio diocesano

Parlano i giovani – volontarie e volontari  – che hanno preso parte, dall’1 al 4 settembre, al 99° pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Dame e barrellieri al servizio dei pellegrini e, in particolare, degli.ammalati. Voci dal cuore, per raccontare un’esperienza carica di significati. Eccole in ordine sparso e in forma anonima:   

 

Lourdes, un piccolo posto che suscita enormi emozioni. Posso dire che sono partita con poca convinzione di questa scelta e con aspettative basse, mi aspettavo quattro giorni intensi, ma con poche sensazioni positive. Già dalle prime ore di servizio la mia idea è iniziata a cambiare, un cambiamento positivo che mi ha fatto vivere delle giornate piene e impegnative, ma la fatica non la sentivo grazie al sostegno reciproco e alla compagnia, la gioia e la fede di tutto il gruppo. Queste persone hanno suscitato in me emozioni forti e a volte anche contrastanti tra loro, mi hanno fatto riflettere sulla fortuna che ho avuto nel partecipare a questo pellegrinaggio e che ho tutt’ora e che potrò avere continuando in questa direzione, dando il meglio di me, mettendomi in ascolto e in servizio degli altri. Alcune delle cose che mi hanno colpito di più sono la forza, la determinazione, la devozione, la gioia e la fede degli anziani, che nonostante le difficoltà riescono a continuare con un sorriso, a volte qualche lacrima di puro amore. Ringrazio tutte le dame e barellieri che si sono messi a disposizione di noi giovani ripetendoci le cose anche due volte se necessario, di averci fatto da guida in questa nuova esperienza, poi vorrei ringraziare i Padri, che ci hanno seguito e sostenuto con la loro fede e il Vescovo Lauro per le parole preziose che ci ha donato

 

Questo pellegrinaggio serve per uscire dalla solita routine della nostra vita frenetica e dedicare un po’ di tempo per delle persone meno fortunate di noi. questo servizio mi ha fatto nascere forti emozioni ed una sensibilità maggiore. In questi giorni ho visto nei gesti di molti fedeli il coraggio e la forza che un luogo ed una situazione può trasmettere e consolare.

 

È stata una bellissima esperienza, soprattutto dal punto di vista Umano. aiutando gli ammalati si capisce che non si è malati perché su una sedia a rotelle , ma che la vera malattia è spirituale , riguarda la fede … loro a parer mio, in questo senso sono più sani di cammina le proprie gambe con la convinzione di poter vivere bene da solo , autosufficiente, senza Dio. in questo pellegrinaggio ho capito che la vera forza di una persona sta nella fede, io penso che ci tornerò sicuramente perché e stata un’esperienza bella travolgente, formativa, e utile per trovare quella forza in più per lottare e andare avanti … senza preoccuparsi delle sciocchezze , e facendo più caso alle vere difficoltà che a volte per paura si fanno finta di non vedere

 

#ESPERIENZAUNICA  “Se non vai a Lourdes, non capisci la magia e la pace di questo luogo”…ed è vero! Giorni che mi porterò nel cuore per la generosità, la tenacia e la fede che hanno dimostrato questi ammalati nel mettersi in pellegrinaggio. Mi sono resa conto come anche solo un sorriso per loro è tanto e la gioia di essere davanti alla Madonna supera ogni difficoltà o problema. Anche il gruppo che si è creato tra noi giovani è molto affiatato, tra momenti di servizio e altri di svago. Al termine di questa esperienza torno con un bagaglio di umanità, di amore, di sorrisi e di gesti che ti riempiono il cuore.

 

Sono le 12:00, mi sono appena svegliata e sto pensando ai quattro giorni che ho trascorso a Lourdes!! Mi commuovo perché ho il cuore pieno di emozioni, emozioni forti che questa nuova esperienza mi ha potuto dare! Il giorno prima della partenza ero preoccupata, prevenuta e piena di paura ma appena sono arrivata a Lourdes tutte le paure e le incertezze sono sparite grazie alla presenza dei miei amici, di Don Rolando, di Don Daniele e Don Paolo, delle dame e barellieri che con la loro esperienza ci hanno spiegato cosa fare e cosa vuol dire essere al servizio dei malati. Una sera, all’ incontro di noi giovani, Don Rolando ci ha chiesto quale immagine mi porto via da Lourdes, cosa praticamente impossibile perché gli attimi di gioia , di fatica, di stanchezza, di soddisfazione e commozione sono tantissimi!! Durante questa esperienza ho potuto inoltre capire grazie al vescovo che cos’è realmente il Regno di Dio: è in mezzo a noi, siamo noi giovani che abbiamo il coraggio di metterci in gioco in un’ avventura come questa. Nel mio cuore porterò per sempre la luce che riuscivo a vedere negli occhi dei malati quando con una carezza e una semplice battuta riuscivi a rallegrargli le giornate e la cosa più bella è che erano loro a dirtelo, a ringraziarti per quello che stavi facendo, a dirti che gli mancherai e che vorrebbero fermare il tempo per rimanere con te! Un’ altra cosa che porterò sempre con me è l’ affetto delle dame più grandi, l’ amore che ci dimostravano e l’ ammirazione che dicevano di avere nei nostri confronti. Lourdes è per davvero una di quelle esperienze che ogni giovane dovrebbe fare una volta nella vita per capire che cos’è il servizio e la fratellanza!!

 

Giorni che mi hanno portata a riflettere  a quanto noi giovani siamo una bellissima testimonianza per il prossimo, a quanto faccia bene agli ammalati vedere proprio noi al loro servizio, a quanto, come ha detto il vescovo stamattina, il regno di Dio è grande ed è in mezzo a noi. Questo servizio mi ha riempito il cuore di gioia, di voglia di vivere questa mia vita, di coraggio e di amore.

 

Sono stati 4 giorni intensi e pieni di emozioni, mi porto a casa un bagaglio pieno di esperienze vissute dagli ammalati . La loro capacità di affrontare la  malattia e la speranza di riuscire ad affrontarla il più possibile con serenità chiedendo aiuto alla Madonna . Ho visto la tenerezza e la forza di tanti famigliari nel  camminare vicino al proprio caro condividendo il dolore e le piccole gioie. Ho molto apprezzato la riconoscenza di tanti anziani che con il loro semplice e  sincero grazie si rivolgevano ripetutamente a noi dame e barellieri che eravamo a loro  vicini : Ci vedevano come i loro angeli . La sensazione che ho provato dopo essermi immersa nelle piscine è stato di leggerezza e felicità. È stata un esperienza che mi ha fatto capire quanto posso dare gli ammalati a noi sani , gioia ,serenità, allegria e tanta speranza nella vita. “Consiglio senz’altro ai giovani di fare quest’ esperienza e di viverla come un regalo di Maria”

 

“La cosa che più mi ha colpito e che mi porterò SEMPRE nel cuore sarà il sorriso di tutte le persone, malate e non. Per ogni singolo gesto, ti ringraziavano e ogni volta mi si riempiva il cuore di gioia. La via Crucis è stata bellissima: vedere dall’altare le luci delle candele di tutte quelle persone che venivano da tutto il mondo era uno spettacolo. La cosa più emozionante di tutte è stato cantare con gli ammalati l’ultima sera dopo cena; mi sono commossa dalla felicità. Voglio dire GRAZIE a tutte le dame e barellieri giovani e meno giovani, per aver reso il gruppo più affiatato e carico che mai, con il contributo dei malati e sacerdoti. Consiglio a tutti i giovani di partecipare in futuro perché quest’esperienza cambia il modo di vedere la vita facendoti riflettere.”

 

Di quest’esperienza mi porterò con me tanti sorrisi, sia di chi ha ricevuto sia di chi ha dato un aiuto, la serenità che possiamo trovare anche nei piccoli gesti e la consapevolezza che basta fare poco per migliorare la giornata di qualcuno. Mi porto lo stupore di arrivare a Trento dopo solo quattro giorni e salutare chi prima era uno sconosciuto come un fratello e tanta voglia di riscoprire il piacere di fare, di essere semplici, spontanei e di aiutare, sentirsi un po’ più vivi insieme.

 

Da Lourdes mi porto via i sorrisi non solamente dei malati e anziani, dei quali ci siamo presi cura ma anche delle moltissime persone che abbiamo incontrato per le varie vie in questi quattro bellissimi giorni!

 

La prima cosa che posso dire è che l’esperienza del pellegrinaggio ha superato in tutti gli aspetti le mie aspettative e pensieri (ma anche paure) che mi ero fatto lungo l’estate. Sono rimasto molto colpito dai vari luoghi del santuario, per la loro bellezza ma anche per l’atmosfera che trasmettevano (insomma, è molto diverso vedere un luogo in TV o in foto o esserci per davvero). Poi la compagnia di barellieri e dame, sia giovani che adulti, è stata per me straordinaria: come seminarista ho avuto modo di mettermi alla prova con le relazioni (non sempre e in tutti gli ambienti nell’esperienza pastorale in parrocchia è facile entrare a far parte di un gruppo per via di paure, insicurezze, timidezza…) mentre qui l’accoglienza, l’allegria, i sorrisi e la simpatia sono stati all’ordine del giorno fin dall’inizio. Anche con i malati ed anziani è stata una scuola per me: l’ascoltarli, lo semplice stare con loro, una battuta o un prenderli per il braccio è stato per me come un doversi fermare, rallentare lo scorrere del mio tempo che, da giovane, sembra correre per mettermi al loro passo, al loro ritmo lento. Non sempre è stato facile perché costa un po’ (soprattutto ascoltarli!), ma quella gioia che poi rimane nel cuore è quella che solo la relazione personale con Gesù mi ha dato fino ad adesso. È proprio vero per me dopo questi giorni che in loro Lo si incontra, non sono chiacchiere. Infine la preghiera e il silenzio della grotta: dopo un’estate di vacanza in cui tutto un pò si “scolorisce” i momenti in cui ho sentito il Signore presente come persona, persona con cui cerco una relazione vivente e vera, ci sono stati e alcuni ti assicuro anche molto forti (credo d’averlo detto all’ultima condivisione per l’unzione degli infermi).

 

Lourdes è amore dappertutto, amore senza pretese. Lourdes è pace, tranquillità, unione. Non importa che lingua parli, se sei giovane o vecchio, malato o sano, lì, in quel piccolo mondo frutto unico della fede e della speranza, si è tutti uguali, tutti piccoli ma speciali, sorriso per l’altro. A Lourdes ci sono solo mani che ti cercano, che ti chiedono sostegno senza timore né vergogna per le proprie debolezze. Ci sono sguardi che, nonostante siano immersi nel pensare e pregare per le proprie tristi storie, hanno capacità di aprirsi in un sorriso appena intercettati da un altro sguardo. Lourdes è un mondo in controtendenza. Prima l’altro, prima chi ha bisogno di sostegno, prima un gesto d’amore. Lourdes è un piccolo cuore pulsante, una fonte di energia, una grande ventata di speranza.

 

Da questa esperienza a Lourdes mi porto via il sorriso nei volti dei malati nel momento del servizio, la loro semplicità nel ringraziare, anche se si è fatto molto poco. Mi porto via anche i momenti di preghiera e i momenti con il personale con il quale si é instaurato un bel rapporto.

 

Lourdes non si può spiegare a parole, bisogna viverla. Questo viaggio segna una linea di confine: c’è un prima e c’è un dopo. Nel dopo Lourdes ti senti una persona felice.

 

Andare a Lourdes come dama è una di quelle esperienze che non dimenticherò mai. Ho conosciuto delle persone fantastiche, sempre con il sorriso e pronte ad aiutare gli altri; dei malati con una forza di volontà davvero invidiabile e una capacità di metterti a tuo agio a cui è difficile rinunciare; dei giovani che hanno deciso di mettersi in gioco come me e hanno reso l’esperienza ancora più bella. Siamo diventati un gruppo in 4 giorni, come una grande famiglia, con cui condividere storie, emozioni e risate. Siamo tornati da un giorno e mi manca già quell’atmosfera. Prima di partire non lo avrei mai immaginato, ma adesso capisco perché ci sono dame, barellieri, malati e pellegrini che ci tornano da anni: provare per credere. Un grazie non penso possa bastare, ma grazie!

 

Questo pellegrinaggio mi ha permesso di crescere molto umanamente e consiglio a qualsiasi persona di fare questo tipo di esperienza che non è solo di fede, ma anche umana ma soprattutto di vita. Mi ha colpito molto come un luogo apparentemente piccolo, Lourdes piccola città, sia invece così grande perché mi ha regalato sensazione enormi. Sono convinta che il servizio che noi giovani abbiamo prestato in questi 4 giorni sia un bellissimo esempio per il prossimo. Ci sarebbero tantissime cose da raccontare, ciò invece che mi ha colpito di più sono stati la forza e il coraggio che i malati hanno e che ci hanno trasmesso. Quante volte ci lamentiamo della nostra vita, per le piccole cose che ci accadano, che in confronto sono niente. O ancora, come loro si fidassero ciecamente di noi, tanto da aprirsi e raccontarci le loro storie. Mettersi a servizio degli altri significa prima far star bene l’altro e poi te stessa, ma poi stai già bene nel vedere l’altro sorridere e ti si riempie il cuore di una gioia che è immensa. Non è un mettersi a servizio per ricavarne qualcosa, anzi. Concludo dicendo che Lourdes mi ha regalato emozioni davvero grandi, soprattutto durante la fiaccolata serale, ammirare tutta la piazza illuminata da queste candele mi ha fatta emozionare molto, vedere quanta gente sta vivendo il regno di Dio, come ci ha detto il Vescovo Lauro nella messa di congedo, è spettacolare. Ringrazio tutte le dame ed i barellieri che hanno condiviso con me questa esperienza di servizio, ma soprattutto Don Rolando e poi Padre Stefano che hanno accolto la proposta di far partecipare anche noi giovani in questo pellegrinaggio. Al prossimo anno.

 

“Lourdes è diventata per me la seconda casa. Una casa che mi ha subito accolto, mi ha cambiata e soprattutto mi ha davvero dato tanto. Le immagini che non dimenticherò mai sono: il sorriso dei malati, la Grotta è il bagno alle piscine. Un’ammalata, che ha suscitato in me compassione fino alle lacrime, l’ultimo giorno, mentre servivo, mi ha preso delicatamente la mano, l’ha avvicinata a sè e l’ha baciata. In quel momento ho sentito una gioia indescrivibile… che continua a commuovermi. Le gioie provate a Lourdes questi giorni non le avevo mai provate prima e spero di rifare presto quest’esperienza.”