L’arcivescovo Tisi alla festa annuale delle Asuc trentine: “Il valore dei beni collettivi è fondamentale”

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Si è svolta sabato 26 luglio, a Darzo, la festa annuale delle 119 Asuc trentine. L’appuntamento annuale ha visto, quest’anno, anche la celebrazione della messa con l’arcivescovo Lauro Tisi.

“L’attività delle Asuc -ha ricordato Tisi- racconta di un Trentino che si prende in carico con responsabilità e passione il suo territorio. Grazie a papa Francesco, la data odierna è anche dedicata ai nonni (ricorreva infatti la quinta giornata dei nonni, ndr) e al rapporto tra giovani e gli anziani, e il dialogo tra le generazioni ritorna nel dare nuova linfa alla gestione dei beni collettivi, perché fa sì che il nostro territorio possa essere abitato da uomini e donne che se lo custodiscono. Gli uomini e le donne che fanno parte delle Asuc sono caratterizzati dal valore della gratuità e dalla discrezione. Ci si ricorda di loro non per l’appariscenza ma per il fatto che ci sono quando serve e agiscono a favore di tutti senza nulla pretendere in cambio. Queste persone sono una perla del nostro Trentino. Coloro che si mettono in gioco per fare il bene della comunità, mentre le Asuc rappresentano il desiderio di non lasciare un territorio neutro ma di riempirlo di volti e della personalità di chi lo abita”.

“Il valore dell’Autonomia -ha proseguito Tisi all’omelia- non sta nell’isolarsi o nell’arroccarsi ma nell’apertura e nel dialogo. Nella capacità di creare un mondo che unisce realtà differenti e le rende più ricche. In questa logica, il servizio delle Asuc è profetico e si contrappone in maniera netta a ciò che avviene in tanti luoghi, su tutti Gaza, desertificati dalla violenza più bestiale. È ciò che accade quando saltano i rapporti delle persone col territorio. Quando a chi lo abita viene tolta la possibilità di prendersene cura, si arriva alla devastazione. Di fatto il futuro dell’umanità dipende da quanto agli uomini e alle donne verrà data la possibilità di prendersi cura dei territori in cui vivono. Siamo in un momento di regressione storica. A fronte di un progresso tecnologico esasperato, dal punto di vista dell’umanità stiamo tornando alla logica della clava. Non avrei mai immaginato di poter ascoltare parole di violenza e morte proferite con nonchalance, in una guerra alle armi, di vedere l’industria bellica tedesca che riparte nell’indifferenza dei più. In un contesto così il valore dei beni collettivi è fondamentale. La vera innovazione è la capacità di prendersi cura”.