Il Museo Diocesano Tridentino da Papa Francesco per l’incontro dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI)

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Anche il Museo Diocesano Tridentino ha partecipato venerdì 24 maggio all’incontro dei Musei Ecclesiastici Italiani con Papa Francesco. L’udienza, tenutasi presso la Sala Clementina, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone ed è stata introdotta da un saluto della presidente di AMEI e direttrice del Museo Diocesano Tridentino, Domenica Primerano. “Stiamo vivendo tempi difficili e il disorientamento è grande – ha detto nelle parole di saluto e ringraziamento Domenica Primerano – Morte, violenza, guerra, terrorismo, razzismo, intolleranza, egoismo, odio, sfiducia, paura sono le parole che oggi ricorrono più spesso. Di fronte a tutto questo anche un museo deve fare la sua parte. Noi ci proviamo. Ma abbiamo bisogno del sostegno convinto della Chiesa, che il Suo pontificato sta profondamente cambiando».

Il Papa ha risposto parlando dei musei ecclesiastici in Italia come di realtà museali in continua crescita e accomunate “da una medesima missione: documentare visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesa nel culto, nella catechesi, nella cultura e nella carità”. Ha ricordato che, come il patrimonio naturale, anche quello storico, artistico e culturale, “parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile”, è minacciato. È necessario invece “integrare la storia, la cultura, l’architettura di un determinato luogo”, e rendere tutto questo accessibile a tutti. Per questo il museo deve porsi in relazione con il territorio. “Si tratta – scrive – di aiutare le persone a vivere insieme, a vivere bene insieme (…). In questa prospettiva è normale collaborare con musei di altre comunità religiose. Le opere d’arte e la memoria di diverse tradizioni e stili di vita parlano di quella umanità che ci rende fratelli e sorelle”.

Papa Francesco ha parlato del contributo che i musei possono dare per migliorare la qualità della vita delle persone, creando spazi di relazione e “occasioni per creare comunità”. Nei grandi centri come nelle piccole città il museo “sostiene la consapevolezza di una identità che ‘fa sentire a casa’. Sempre e per tutti aiuta ad alzare lo sguardo sul bello”. Francesco ha ribadito che «Tutti hanno diritto alla cultura bella! Specie i più poveri e gli ultimi, che ne debbono godere come dono di Dio». Papa Francesco ha infine dedicato un importante passaggio al tema della contemporaneità. «Molti di voi si dedicano al dialogo con gli artisti contemporanei… È un lavoro di sapienza e di apertura, non sempre apprezzato: è un lavoro “di frontiera”», che il papa definisce «indispensabile». L’arte contemporanea, osserva Francesco, «recepisce i linguaggi a cui specialmente i giovani sono abituati. Non può mancare questa espressione e sensibilità nei vostri musei, attraverso la sapiente ricerca delle motivazioni, dei contenuti e delle relazioni. Nuove persone si possono avvicinare anche all’arte contemporanea sacra, che può essere luogo di importante di confronto e di dialogo con la cultura di oggi».

È un discorso che dà ulteriore slancio alla linea da alcuni anni avviata da Amei sotto il profilo della formazione e della programmazione, con la spinta ai musei associati (per la maggioranza diocesani, ma ci sono musei di natura istituzionale e tipologia varie) ad aprirsi come di luogo di confronto ma a diventare presenza attiva nella società.

L’incontro si è concluso con la consegna di un piccolo dono per il Papa. Per mano della presidente Primerano, AMEI ha consegnato al pontefice il disegno di un giovane migrante, oggi in carcere, realizzato nell’ambito di un laboratorio organizzato dal Museo Diocesano Tridentino. Papa Francesco ha guardato con attenzione il disegno e letto le parole che lo accompagnavano, dimostrando un sincero e partecipe interesse