Giovedì santo 9 aprile – “Cristo è presente in chi dona la vita” – don Vincenzo Lupoli

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In questo Giovedì Santo si fa memoria dell’Ultima Cena di Gesù con i discepoli prima della sua morte e risurrezione. Di quella sera, gli evangelisti ricordano due gesti diversi: Matteo, Marco e Luca il pane spezzato e il calice del vino offerto mentre Giovanni, che ascolteremo nella Messa di oggi, non racconta la cena vera e propria ma Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. C’è quindi un legame profondo tra il Sacramento dell’Eucarestia e il gesto della lavanda dei piedi. In quel gesto Gesù ci dice chi è Dio. Dio è amore, è disponibilità all’uomo, fino alla fine. In un Dio così troviamo anche il senso ultimo della nostra vita, che è farsi dono, disponibilità agli altri, in ogni circostanza che la vita ci pone davanti. La vita vera infatti non è quella vissuta come un bene strettamente personale e in modo egocentrico, uno stare in piedi, fermi nel proprio orgoglio, guardando gli altri dall’alto in basso. La vita secondo il Vangelo è invece chinarsi verso il nostro prossimo che ha bisogno del nostro aiuto e della nostra vicinanza come ha fatto Gesù che ci dice: «Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,16), esattamente come aveva detto: «Fate questo in memoria di me!» (Lc 22,19). Ecco perché in queste settimane di emergenza, anche se l’Eucarestia non è celebrata in chiesa per tutti, è comunque vissuta nei gesti concreti di misericordia e gratuità di coloro che, continuando l’opera di Gesù di «amorizzare il mondo» (Teilhard de Chardin), non indossano un abito liturgico ma quello che è stato il primo dei paramenti: il grembiule del servizio. Forse sarà questa la consapevolezza con la quale celebrare l’inedita Pasqua di quest’anno: Cristo è vivo e presente nel mondo laddove c’è chi dona e spende la propria vita per gli altri.