Cronaca di una malattia. Padre Gabriele Ferrari dopo un ictus: “Brutta avventura, ma non poteva finire meglio”

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“Ho toccato con mano come la vita sia davvero un dono gratuito, immeritato e immeritabile, un dono splendido che viene da Dio, dall’amore di un Padre che ha sicuramente un disegno per la mia esistenza, che io scopro giorno dopo giorno e che in questo momento ho visto come un progetto d’amore su di me, tanto che mi ha preservato la vita in questa circostanza”. Così il missionario trentino padre Gabriele Ferrari, già superiore generale dei Saveriani, racconta a Settimana News il suo incontro con la malattia, dopo essere stato colpito da un ictus il 10 febbraio scorso. “Ictus – sottolinea – dice appunto una ‘bòtta’, un terribile colpo di cui misuro giorno dopo giorno l’impatto negativo possibile che – fortunatamente – non si è pienamente realizzato e insieme il beneficio che esso mi ha procurato. L’ho detto a tutti quelli che ho incontrato i questi ultimi tempi: L’ho scampata bella! È stata una brutta avventura, ma che non poteva finire meglio!”, ammette padre Gabriele riconoscendo il valore aggiunto di un’esperienza che lo ha posto a stretto contatto con la fragilità ma anche con una nuova stagione di opportunità. “La vita che riconosco di aver ricevuto di nuovo in questa occasione, dovrà essere – sottolinea – una vita «eucaristica», vissuta cioè in continuo rendimento di grazie, insieme con quella di Gesù, e che, coerentemente con lo spirito eucaristico, devo mettere al servizio di tutti, perché essa non è un bene o un possesso personale, ma un dono gratuito ricevuto da Dio che voglio vivere alla maniera di Gesù”. “Un’esperienza unica ma insieme benefica”, conclude padre Gabriele.

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Nella foto padre Ferrari guida il ritiro per il clero trentino nel dicembre 2019.