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Cammino sinodale e Visita pastorale, l’équipe sinodale trentina a confronto con l’arcivescovo Tisi: “La sinodalità resta irrinunciabile”

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L’équipe sinodale della Diocesi di Trento si è riunita sabato 12 luglio presso il convento delle Canossiane, nel capoluogo, per fare il punto sul Cammino sinodale, italiano e universale, con tutto il carico di attese di rinnovamento della vita ecclesiale, ad oggi ancora inespresso.

All’incontro ha partecipato l’arcivescovo Lauro Tisi, che ha offerto alcune chiavi di lettura sulla fase attuale del Cammino, anche alla luce dei riflessi della Visita pastorale in atto.

Sulle “tracce” del Sinodo universale

La Commissione ha ripreso il recente documento contenente le “tracce attuative” del Sinodo universale. Da esse emerge il ruolo cruciale anche in prospettiva delle équipe sinodali locali, chiamate a sollecitare le comunità a vivere la sinodalità non come un’opzione, ma ormai come un passaggio imprescindibile per la Chiesa di oggi.

Anche il Cammino sinodale italiano, con la travagliata Assemblea nazionale di primavera rinviata ad ottobre dopo la bocciatura del documento finale, è stato oggetto di confronto in equipe. Per l’Arcivescovo – che vi aveva preso parte insieme ad alcuni delegati diocesani, membri dell’equipe –, nonostante il documento proposto in Assemblea sia stato ritenuto irricevibile, l’incontro è stato comunque un grande esercizio di sinodalità. Significativa la sottolineatura sul ruolo non pavido dei vescovi, che con il loro voto hanno confermato l’inadeguatezza del testo.

Guardando alla sinodalità come patrimonio della Chiesa universale e non solo italiana, Tisi ha osservato che il ruolo del nuovo Papa sarà determinante nel garantire continuità al processo sinodale, come Leone XIV ha avuto modo di dimostrare fin dai primi passi del suo pontificato.

La Visita pastorale come laboratorio sinodale

Ampio spazio nel fraterno confronto di sabato è stato dedicato alla Visita pastorale, ”vissuta in questi mesi come frutto concreto del Cammino sinodale”, ha riconosciuto don Lauro. In particolare, dalla Zona “debuttante” Rotaliana-Terre d’Avisio-Paganella è giunta una ricca restituzione di riflessioni, frutto di momenti comunitari molto partecipati e in stile sinodale. Tale materiale sarà ora analizzato dall’équipe sinodale per offrire, anzitutto alla Zona pastorale e a tutta la Diocesi, un documento restitutivo in grado di cogliere alcune dinamiche dell’esperienza credente sul territorio, tra speranze e fatiche.

Don Lauro ha testimoniato come, grazie in particolare alla visita agli ammalati, nel suo cammino sul territorio stia respirando “aria vera” e come oggi conosca i paesi “per volti”. Anche le domande sul futuro assetto territoriale della Diocesi (e sulla collocazione dei parroci) trovano risposte più nitide proprio grazie all’ascolto del vissuto delle comunità.

Nella Visita sono stati attivati anche tavoli di dialogo con la società civile e il mondo politico, oltre a visite nelle scuole, vissute in modo discreto e non autoritario. Le “messe a sorpresa” hanno fatto emergere spaccati significativi della realtà locale. Tra i segnali positivi, il crescente confronto negli organi rappresentativi come il Consiglio zonale di Rotaliana-Terre d’Avisio-Paganella, cresciuto in qualità grazie alla Visita.

La sfida della concretezza: germogli, fatiche, formazione

Un elemento ricorrente, emerso dal confronto in equipe, è il rischio che le tante idee e spunti generati dal Cammino sinodale restino lettera morta. Emerge la necessità di tradurre ora in vita reale i “cantieri” aperti dalla Diocesi sui tre temi chiave donne, giovani, fragilità.

L’arcivescovo ha ribadito la necessità di non smobilitare il Cammino fatto: i “cantieri” sinodali vanno tenuti aperti. Tisi ha annunciato per l’autunno un documento orientativo sui “fuochi eucaristici”, a cui seguiranno riflessioni su ministeri e carità. Si tratta, per Tisi, di ripensare ruoli, funzioni, strutture, dentro un orizzonte spirituale e missionario capace di “generare pensiero”. In tale prospettiva, don Lauro ha confermato infine la volontà di coinvolgere maggiormente le donne in ruoli di responsabilità anche nelle Aree di Curia.

In vista del rinnovo nel 2026 degli organi rappresentativi (Comitati parrocchiali e Consigli pastorali) l’equipe sottolinea l’importanza di coinvolgere persone formate nello spirito sinodale, capaci di cogliere germogli e fatiche nel tessuto delle comunità.