1° maggio, festa dei lavoratori ma con il pensiero a chi muore per lavoro. Papa e vescovi: “Dal dramma alla cultura della cura”

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1° maggio festa dei lavoratori, ma con il pensiero a chi sul luogo di lavoro ha perso la vita o è rimasto infortunato. Un vero dramma anche nei numeri: si stima che ogni giorno nel mondo 6.300 persone muoiano a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali, causando più di 2,3 milioni di morti all’anno. Lo ha ricordato l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro, in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, celebrata il 28 aprile.

Infortuni in Italia 

Da inizio anno a tutto il 31 marzo, in Italia secondo l’ Inail si sono registrate 189 morti sul lavoro contro le 184 dei primi tre mesi del 2021 (+2,2%) e le 166 dello stesso periodo de 2020; mentre nel complesso le denunce di infortunio sono state 194.106, in aumento del 50,9% rispetto alle 128.671 del 2021.

Papa e vescovi all’unisono: “Dal dramma alla cura”  

«Lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé guadagnando il pane quotidiano. Più curiamo la dignità del lavoro e più siamo certi che aumenterà la qualità e la bellezza delle opere realizzate», ha scritto papa Francesco in un tweet sul suo account @Pontifex.

“La Chiesa che è in Italia non può distogliere lo sguardo dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno”, scrivono i vescovi italiani nel Messaggio per il 1° maggio, dal titolo: “«La vera ricchezza sono le persone». Dal dramma delle morti sul lavoro alla cultura della cura”. LEGGI MESSAGGIO