Author: Piergiorgio Franceschini

“Educare alla legalità, contro mafie e corruzione”. A Trento Rosy Bindi inaugura l’Anno Accademico dell’Istituto Guardini (13 febbraio – diretta YouTube)

Sarà affidata all’onorevole Rosy Bindi la prolusione dell’Anno Accademico 2023/2024 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Romano Guardini di Trento, in calendario nel capoluogo martedì 13 febbraio alle ore 17.30 presso l’aula magna del Collegio Arcivescovile. Rosy Bindi affronterà un tema di grande attualità e rilevanza: “Educare alla legalità e alla responsabilità per combattere mafie e corruzione“.

Due volte ministro e alla Commissione antimafia  

Toscana di Sinalunga, classe 1951, già vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica, Rosy Bindi è stata ministro della sanità (1996-2000) e ministro per le politiche per la famiglia (2006-2008) nei Governi guidati da Romano Prodi. Dal 2008 al 2013 è stata vicepresidente della Camera dei deputati e, a seguire, presidente della Commissione parlamentare antimafia fino al 2018. Rosy Bindi ha presieduto di recente il Comitato per il Centenario della nascita di don Lorenzo Milani (1923-2023).

Durante il “Dies Academicus” verranno consegnati i Diplomi di Baccalaureato in Scienze Religiose e in Teologia e di Licenza in Scienze Religiose.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico del Guardini, con l’intervento di Rosy Bindi, sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della Diocesi di Trento.

“Cattedra Guardini”, stimolante lezione di Giuliana Fabris su “malattia e tensione spirituale” nel grande filosofo italo-tedesco (rivedi diretta)

“Nella malattia qualcosa di noi si separa da noi stessi”. “Da come siamo malati si vede come siamo stati”. “La fiducia è uno dei più importanti fattori che mettono in moto il processo della guarigione. Essa precede la bravura del medico. La fiducia è atto religioso potente!”. Sono solo alcuni degli stimolanti spunti emersi nella relazione di Giuliana Fabris alla “Cattedra Guardini”, proposta nel pomeriggio di mercoledì 18 ottobre dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Guardini di Trento in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento.

Fabris, coordinatore del «Centro studi Romano Guardini» di Isola Vicentina (VI) e docente presso la «Cattedra Romano Guardini» Santuario Santa Maria di Monte Berico ha proposto una documentata lezione su “Malattia e tensione spirituale in Romano Guardini“, con la citazione di ampi stralci delle opere del teologo italo-tedesco dedicati al tema della malattia anche alla luce delle prove da lui stesso vissute su questo terreno.

La serata è stata introdotta dall’arcivescovo Lauro, che ha declinato il tema della malattia riferendola in particolare alla sfera psichica: “Nei malati che ho seguito personalmente – ha detto – ho sempre notato una profondità superiore, tale da rendere spesso per loro inaccettabile la superficialità dilagante”.

Dal canto suo, il direttore dell’ISSR Guardini don Stefano Zeni ha ricordato il lungo cammino della Cattedra Guardini, giunta alla sesta edizione ed ha concluso l’incontro riprendendo una sottolineatura di Guardini citata da Fabris: “Senza il trascendente non si possono valutare cose ed eventi” . “È questa la chiave – ha commentato don Zeni – con cui Guardini fa della filosofia e della teologia il trascendente che gli consente di stare in piedi”.

Nella mattinata di giovedì 19 ottobre nella sede all’ISSR “Guardini”, nuovo intervento della dottoressa Fabris per il seminario di alta formazione riservato ai docenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose e dell’Università di Trento dal titolo “Romano Guardini: malinconia, liturgia e visione del mondo“.

Qui sotto è possibile rivedere la diretta streaming della Cattedra:

Teologia? Una porta sul tuo futuro. Una strada nell’infinito. Un’avventura coinvolgente. Ecco l’offerta dell’ISSR Guardini

Tre immagini evocative. Tre prospettive diverse. Un unico obiettivo: lo studio della teologia. Da scegliere per professione, per cultura, per passione. A Trento è possibile farlo all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Romano Guardini, espressione dell’Arcidiocesi di Trento e affiliato alla Facoltà teologica del Triveneto. Con due strade possibili:

Indirizzo PEDAGOGICO-DIDATTICO
  • per futuri Insegnanti di Religione Cattolica. Un percorso professionalizzante con tirocini e tutor per acquisire conoscenze e competenze, per agire nel mondo della scuola o per aggiornare le competenze acquisite.
Indirizzo TEOLOGICO-PASTORALE
  • per persone interessate e in ricerca: un percorso di conoscenza e approfondimento delle grandi questioni filosofiche, religiose, spirituali.
  • per operatori pastorali, per approfondire la propria fede e acquisire strumenti e conoscenze da spendere nel servizio alla comunità cristiana.

È possibile anche frequentare singoli corsi o un percorso personalizzato di approfondimento.

Per ulteriori informazioni naviga il sito https://www.diocesitn.it/issr/

 

Romano Guardini, un video (con il professor Zucal) ne racconta vita e personalità

Per far conoscere – anzitutto ai propri studenti – la vita e la personalità di Romano Guardini, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ha chiesto al professor Silvano Zucal dell’Università di Trento di riassumere in un breve video i lineamenti principali della biografia del grande pensatore italo-tedesco. Il video è realizzato dal Servizio Comunicazione dell’Arcidiocesi di Trento. Guarda il video:

 

Romano Guardini, gli scritti spirituali. Milena Mariani li racconta in un video, seconda tappa della serie ideata dall’ISSR trentino

Ideato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) Romano Guardini di Trento, prosegue il video-percorso alla scoperta del grande teologo italo-tedesco di cui l’istituzione culturale diocesana porta il nome. Dopo il video introduttivo sulla vita e il pensiero di Guardini, curato dal professor Silvano Zucal (Università di Trento – GUARDA IL VIDEO) , la seconda tappa vede protagonista la professoressa Milena Mariani, docente dell’ISSR trentino e curatrice del volume sugli scritti spirituali di Guardini, prossimo alla pubblicazione all’interno dell’opera omnia del grande pensatore, edita da Morcelliana. La realizzazione del video è a cura del Servizio Comunicazione della Diocesi trentina.

 

A Trento il “grido” di Andrea Riccardi contro la guerra: “Dobbiamo essere artigiani di una pace che si alimenta di conoscenza. Preghiera per la pace decisiva”

“L’orologio dell’Apocalisse, che avvisa del rischio della catastrofe nucleare, ha spostato in avanti le lancette a 90 secondi dall’ora tragica della mezzanotte. Il grido di dolore della guerra ci tocca da vicino”. L’immagine biblica evocata dal professor Andrea Riccardi nel pomeriggio di lunedì 13 febbraio si imprime nella mente degli oltre duecento presenti al Collegio Arcivescovile di Trento (e i molti collegati via streaming) durante la prolusione dell’anno accademico degli istituti teologici diocesani, tenuta dal fondatore di Sant’Egidio sul tema “Il grido della pace“. Sullo sfondo il fronte ucraino, con tutto il carico di dolore e morte portato dalle “forze del male” scatenate da ogni guerra: prima che toccasse il cuore dell’Europa, il conflitto drammatico in Siria, nel disinteresse dell’Occidente, perché “non ci riguardava”, denuncia lo storico. Ma anche l’illusione della globalizzazione dopo l’89, la falsa democratizzazione dei mercati.

“La Chiesa conosce l’orrore della guerra” 

Se oggi registriamo  una generale dimenticanza della storia e una preoccupante “riabilitazione culturale e politica della guerra, come strumento di difesa dei propri interessi” è pur vero che c’è “l’eccezione della Chiesa che “sa cos’è la guerra”. “Possiamo dire ogni cosa della Chiesa, ma non che non abbia un’acuta coscienza dell’orrore della guerra nel Novecento”, attesta Riccardi che individua nell’egocentrismo imperante una delle principali cause del degrado sociale e politico: “nella sopravvalutazione e nella chiusura dell’ego, nascono i conflitti sociali, ma anche nazionali”.

“La pace si alimenta di conoscenza” 

“C’è bisogno di creare una cultura di pace e un movimento che metta la pace nel cuore della politica e della gente”, auspica Riccardi che nota come “l’ignoranza favorisce la guerra e l’autoritarismo”, mentre “leggere sviluppa un atteggiamento attento alla complessità” e una “cultura di pace si nutre del gusto della conoscenza dei popoli”.  “Possiamo essere artigiani di pace – è certo Riccardi – nella partecipazione ai problemi lontani. Sapere, informarsi, seguire gli eventi è non voltare le spalle”.

“Preghiera per la pace decisiva: una Via Crucis dei paesi in guerra” 

“La preghiera per la pace è decisiva”, ammonisce Riccardi ammettendo di “soffrire quando nelle messe domenicali non sento pregare per la pace”. Per questo il fondatore di Sant’Egidio e già mediatore in guerre ataviche come in Mozambico invita ad attuare nelle chiese una ” Via Crucis dei paesi in guerra, i cui nomi dovrebbero scorrere tra le mani come i grani del rosario”.

L’appello finale del “grido di pace” di Riccardi è di adoperarsi per costruire una “pace dei forti”, con un'”opera coraggiosa, cercando ciò che unisce e mettendo da parte ciò che divide” perché, richiamando papa Francesco e don Sturzo, “è l’ora di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’umanità prima che sia la guerra a cancellare l’umanità”.

Gli altri interventi 

La prolusione di Riccardi è stata preceduta dai saluti iniziali del preside della Facoltà Teologica del Triveneto don Andrea Toniolo, di don Andrea Decarli, delegato dell’Area cultura della Diocesi di Trento, e del vescovo mons. Lauro Tisi, moderatore degli Istituti teologici che ha rimarcato la duplice dimensione che alimenta l’attività di Sant’Egidio fatta di “sogno e aderenza alla realtà”, da tradurre – è l’auspicio di don Lauro – anche “nell’elaborazione teologica”. Ha moderato l’incontro – concluso con la consegna dei diplomi agli studenti che hanno terminato il loro percorso di studi – don Stefano Zeni, direttore dell’Issr Guardini.

Un ampio resoconto dell’intervento di Riccardi (fatta salva la possibilità di rivederlo integralmente sul canale YouTube dell’Arcidiocesi di Trento) è pubblicato su di Vita Trentina.

FOTO ZOTTA

 

Hubert Jedin, storico del Concilio, cittadino di Trento. Un convegno ha ricordato il grande studioso tedesco

È stato dedicato a Hubert Jedin, grande studioso del Concilio di Trento, l’importante convegno programmato a Trento il 13 e 14 ottobre, per iniziativa della Biblioteca della Fondazione Bruno Kessler, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini” e del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento.

Il titolo del convegno – Hubert Jedin (1900-1980). Storico del Concilio, cittadino di Trento –  evidenzia non solo il contributo scientifico dello storico di origine tedesca, autore di una fondamentale Storia del Concilio di Trento, ma anche i rapporti di amicizia e di collaborazione avuti con Trento e con i trentini, a partire dalla fine degli anni Trenta. Al punto da essere nominato cittadino onorario nel 1964 e da decidere di lasciare a Trento la propria biblioteca e il proprio archivio.

Hubert Jedin rappresenta inoltre un ponte molto significativo tra l’evento ecclesiale ospitato a Trento dalla metà del Cinquecento e l’ultimo grande Concilio, il Vaticano II (di cui l’11 ottobre si sono celebrati i 60 anni dall’apertura), di cui Jedin fu “perito”. Per questi molteplici motivi, alcune tra le maggiori realtà culturali trentine hanno deciso di promuovere una due giorni di riflessione storiografica.

rivedi prima giornata
rivedi seconda giornata

“Nella Bibbia le donne incarnano il potere come servizio”. Donatella Scaiola alla prolusione dell’ISSR Guardini

“Siamo una bella squadra che cerca di lavorare insieme all’interno di un serio cammino di formazione”. Un’immagine dal sapore sportivo, evocata dal direttore don Stefano Zeni e richiamata anche dall’arcivescovo Lauro, incarna lo spirito con cui l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Romano Guardini e l’Istituto Teologico Affiliato cercano di dare risposta all’ansia di conoscenza nel campo teologico sul territorio trentino. La prolusione del nuovo Anno Accademico (2021-2022), martedì 8 febbraio, (preceduta anche dalle parole di don Andrea Decarli, don Tiziano Telch e Leonardo Paris) è stata affidata alla biblista Donatella Scaiola sul tema “Donne e potere nella Bibbia”.

Debora ed Ester

Soffermandosi sulle pagine dell’Antico Testamento, la studiosa si è concentrata in particolare sulla profetessa Debora (dal Libro dei Giudici) che “cambia le prospettive di genere, parlando a nome di Dio” e sulla regina Ester (dal Libro omonimo).  “La loro storia – sottolinea Scaiola –,   mostra un Dio nascosto, la cui presenza va individuata nella storia, un Dio che consegna dei valori che ritroviamo rappresentati nella diaspora, nella marginalità, nella debolezza”. “Entrambe incarnano un modello di potere come servizio, che si esprime soprattutto nell’esposizione di sé: una scelta che non garantisce il successo ma che rappresenta per noi una lezione di particolare attualità”.

“Anche nella Chiesa le donne possano decidere”

Un concetto sul quale si era ampiamente soffermato nel suo intervento introduttivo l’arcivescovo Lauro: “Lo spirito ci aiuti – ha detto – a riscrivere la modalità con cui gestire il potere, sulle corde di quella interpretazione stupenda che ne ha fatto Gesù di Nazareth in quei piedi lavati e in quel suo abbassarsi che è la cifra su cui pensare il potere”. Circa poi il rapporto tra donne e potere don Lauro nota: “Se spesso nella Chiesa il potere ha assunto la connotazione di violenza, aggressività e dominio, è perché nella Chiesa le donne sono lontane dall’assunzione di responsabilità più grandi. L’auspicio è che, rileggendo le pagine della Scrittura, possiamo avere il coraggio di inserire in maniera strutturale le donne lì dove si prendono decisioni nella Chiesa, per impedire al potere – conclude l’Arcivescovo – di diventare arbitrio e per essere invece forza mite del meraviglioso Dio che, proprio perché ha potere, si abbassa per servire”.

L’incontro, trasmesso in diretta streaming (rivedi sotto), si è tenuto nelle aule del Seminario diocesano che ospita le due istituzioni accademiche. Applausi agli studenti che hanno completato il loro percorso di studi con la consegna dei Diplomi di Laurea e Laurea Magistrale in Scienze Religiose.

 

FOTO ZOTTA

“Le età della vita” di Romano Guardini, illustrate dal professor Daniele Vinci: “Sfida all’accettazione di sé”

Consenso unanime per la quarta edizione, mercoledì 13 ottobre al Vigilianum, della “Cattedra Guardini” promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Trento,  intitolato alla memoria del grande pensatore italo-tedesco Romano Guardini. Relatore, davanti a un pubblico numeroso (tornato a riunirsi in presenza, pur con le limitazioni anti-Covid), il professor Daniele Vinci, docente alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari.  A Vinci, introdotto dal direttore dell’ISSR Guardini don Stefano Zeni e dal professor Silvano Zucal dell’Università di Trento, il compito di illustrare il libro di Guardini “Le età della vita” (1953), in cui il filosofo (di madre trentina)  cristallizzò parte delle sue lezioni di “Etica” tenute a Monaco di Baviera nell’immediato dopoguerra.

Dentro le età della vita e le loro “crisi”  

Vinci ha sottolineato l’importanza attribuita da Guardini ad ogni età della vita, partendo dalla fase prenatale fino alla senilità. “Ogni età per Guardini è unica e irripetibile, non recuperabile in altre fasi; è parte della totalità della vita e quest’ultima non è mai una mera sommatoria delle parti che la compongono”, precisa il relatore. Ogni passaggio d’età è segnato da una “crisi”, “momento – illustra – della decisione personale, una presa di responsabilità nella libertà di fronte alla propria esistenza, chiamati a chiudere una fase ed aprirne coraggiosamente una nuova”. Crisi dall’esito non scontato: “laddove fallisce, vi sono fenomeni di infantilismo e giovanilismo”, ammette Vinci rilanciando il pensiero guardiniano. Soffermandosi  in particolare sull’età della giovinezza, Vinci la descrive come il momento in cui “il giovane prende in consegna se stesso e si rivela capace di formarsi un giudizio autonomo”.

“L’accettazione di sé – aggiunge – secondo Guardini è la virtù cardine di ogni età della vita, ed essa diventa via via sempre più impegnativa”.

La cura dell’anziano, per comprendere la vita  

Un passaggio Vinci lo dedica poi al tema della “cura dell’anziano“, accostata da Guardini a una critica alla mitizzazione della “salute e del salutismo” che finisce col “rendere le persone rozze, mentre la preoccupazione per il debole protegge anche il forte”. “L’uomo che rifiuta di essere buono di fronte alla vita che declina – scrive Giardini – perde un’occasione importante di comprendere cosa sia la vita, quanto sia inesorabile la sua tragedia e profonda la sua solitudine e quanto noi esseri umani siamo solidali l’uno con l’altro”.

Sguardo al femminile 

Vinci chiude la sua relazione con un “colpo di scena finale” sottolineando come Guardini ammetta a conclusione del suo libro di aver riletto le età della vita da una prospettiva solamente maschile: “spetterebbe farlo ora a una donna,  compito secondo Guardini molto urgente”.  “Un libro – conclude Vinci – che andrebbe letto insieme e ripensato perché come diceva San Gregorio Magno un libro ‘cresce insieme a chi lo legge'”.

Tra i “grazie” a Vinci quello dell’arcivescovo Lauro che rilancia la difficoltà di “adulti che si pensano eternamente giovani e non rispettano alcuna età della vita scambiando l’età anagrafica con una condizione esistenziale”. “Quanto a una teologia al femminile, siamo davvero in difetto”, conclude l’Arcivescovo.

Dopo la Cattedra pubblica, Vinci è stato chiamato a tenere nella mattinata di giovedì 14 un Seminario di “alta formazione” su Guardini presso il Seminario diocesano, sede dell’ISSR.

L’aula magna del Vigilianum

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“Serve una conversione ecologica: non più un uomo che signoreggia sulla natura”. Al Buonconsiglio di Trento stimolante confronto “oltre la secolarizzazione”. Rivedi incontri

Una due giorni ricca di provocazioni (venerdì 22 e sabato 23 ottobre) al castello del Buonconsiglio a Trento nella seconda edizione del seminario “Oltre la secolarizzazione” sul tema “La creazione è in pericolo: un cambiamento d’epoca per l’umanità?“.

L’apertura con il filosofo Natoli 

In apertura, le provocazioni del filosofo Salvatore Natoli, che nella sua Lectio ammette: “Siamo in pericolo perché l’uomo, dopo essersi adattato alla natura e averla addomesticata ora sta signoreggiando sulla natura stessa.  Solo riconducendo l’uomo alla sua finitezza – aggiunge Natoli -, egli potrà convivere con tutto ciò che gli sta attorno”.

Dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, pur impossibilitato ad intervenire in presenza a Trento, un chiaro messaggio (letto in sala) dal sapore ‘politico’ : “Servono nuove regole per il mondo globale, come la pandemia insegna”.

Le tavole rotonde di sabato 23 

L’iniziativa, giunta alla seconda edizione e promossa dall’Arcidiocesi di Trento (attraverso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Romano Guardini») e dal Centro editoriale dehoniano di Bologna, ha visto poi due tavole rotonde nella mattinata di sabato con i filosofi Chiara Zamboni e Roberto Presilla e i teologi Piero Stefani, Marisa Iannucci, Simone Morandini e Letizia Tomassone. “Il tempo è breve. Per la conversione ecologica ci vuole un impegno anche ecumenico e interreligioso” concordano le tante voci, in un messaggio che intreccia varie fedi con l’emergenza ambientale, come testimonia la Laudato si’ di papa Francesco. Un “grande regalo”, definisce l’enciclica l’arcivescovo Lauro Tisi nel saluto introduttivo ai lavori di sabato, perché “ci aiuta a percepire – sottolinea Tisi – noi stessi come parte della creazione, mentre nella storia ci siamo pensati ‘altro’ dalla creazione. Altra provocazione – aggiunge – è quella del ‘custodire’. In un mondo che fatica a percepirsi come un ‘noi’, allergico al prendersi cura, la provocazione della Laudato Si’ a ‘custodire’ va nella direzione giusta”. 

Le registrazioni integrali delle sessioni di lavoro sono disponibili sul canale YouTube dell’Arcidiocesi di Trento:

VENERDI’ 22 OTTOBRE

SABATO 23 OTTOBRE – 1a TAVOLA ROTONDA  

SABATO 23 OTTOBRE – 2a TAVOLA ROTONDA 

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