Preti trentini in ritiro quaresimale. L’invito del vescovo Lauro: “Torniamo a fidarci del Maestro per essere avamposto di speranza”

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“La Parola del Maestro mi scalda ancora il cuore? Saremo capaci di trasformare questa Chiesa in un avamposto di speranza?“. Nella chiesa di san Giuseppe a Trento le parole e lo sguardo dell’arcivescovo Lauro incrociano orecchi ed occhi attenti dei preti trentini, riuniti giovedì 3 marzo per il loro ritiro spirituale d’inizio Quaresima. Commentando il brano biblico di Gesù che invita Pietro e i discepoli a gettare le reti don Lauro nota come l'”emergenza della Chiesa è la mancanza di speranza e di fiducia” e prevale la rassegnazione. “Se non riusciamo a tornare al largo sul fronte della speranza e della fiducia nel Maestro che abita la storia e cammina in mezzo a noi, non avremo futuro”, aggiunge l’Arcivescovo.

Monsignor Tisi auspica un ritorno all’essenziale e, così come nella lettera di avvio del Cammino sinodale, ricorda la necessità di abitare con coraggio le contraddizioni (le “tensioni polari” evocate da Guardini) che segnano ogni esistenza. Si rivolge quindi ai suoi preti con una domanda incalzante: “Chi è per te e quanto conta Gesù nella tua vita?“. Secondo don Lauro l’agire del clero e delle comunità spesso “dimostra che al Maestro in fin dei conti non crediamo, o lo percepiamo lontano”. Di qui l’appello che si fa augurio: “Il Maestro ci porti al largo, ci porti a fidarci gli uni degli altri e a recuperare la capacità di ascolto”.