Targa in memoria di mons. Rensi

Inaugurata a sant’Antonio di Trento la targa in memoria di monsignor Pietro Rensi

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Fine settimana intenso alla parrocchia della Bolghera, iniziato venerdì 23 maggio con una partecipata conferenza per ricordare e ringraziare monsignor Pietro Rensi (1880-1967) e per presentare il libro a lui dedicato “Monsignor Pietro Rensi e un paese nella bufera: Pedena 1943/1948. Occupazione tedesca e titina, guerra e dopoguerra in un borgo istriano“.

A dare il benvenuto è stato don Severino Vareschi, parroco di sant’Antonio e Sacro Cuore, che ha voluto – assieme all’Associazione Oratoriointitolare la Sala Polifunzionale al benefattore che ha donato alla Curia negli anni Cinquanta il terreno “in cambio” della costruzione di una chiesa dedicata a sant’Antonio da Padova.

A seguire, dopo il saluto iniziale del sindaco Ianeselli, hanno preso parola Roberto De Bernardis e Guido Rumici che hanno presentato la situazione dell’Istria del Novecento, teatro di scontri fratricidi e di soprusi durante le occupazioni tedesca e titina. E, in questo contesto, la figura di costruttore di ponti di don Pietro Rensi, parroco di Pedena dal 1927 al 1948, anno in cui gioco forza dovette rientrare in Italia: dal 1943 egli infatti fu più volte in pericolo di vita, dapprima minacciato dai partigiani comunisti di Tito, poi destinato alla fucilazione immediata dalle SS tedesche, infine preso di mira di nuovo dai titini.

Era presente all’evento anche Marco Rensi, pronipote di monsignor Pietro, che ha presentato le varie tappe della lunga vita del sacerdote, prima salesiano e missionario in Patagonia, poi rientrato in Italia e incardinato nella diocesi di Trento ancora sotto l’Impero Austro-Ungarico, successivamente a Trieste e a Pedena, per concludere al rientro in Trentino con numerosi anni di servizio come vicario, collaboratore e confessore ove necessario e quando richiesto.

L’incontro si è concluso con brevi testimonianze di chi ha conosciuto don Rensi di persona: don Carlo Speccher (78 anni) che svolgeva da bambino per lui il servizio di chierichetto al Santissimo, don Remo Vanzetta che lo ricorda molto bene negli anni Cinquanta a Ziano.

A concludere il fine settimana in ricordo di mons. Pietro Rensi, domenica 25 maggio, don Severino e i numerosi presenti hanno ammirato la targa “svelata” che intitola a “Monsignor Pietro Rensi, benefattore” la Sala Polifunzionale dell’oratorio di sant’Antonio.

La comunità di sant’Antonio, ma anche tutti coloro che laicamente hanno usufruito del nuovo oratorio, si sentono di ringraziare di cuore monsignor Pietro: il suo atto di donazione è stato una condizione necessaria, ma anche sufficiente per costruire la chiesa, la canonica, l’oratorio, il teatro e per l’avvio di una realtà dinamica, una comunità in cui negli anni molti hanno messo “testa, cuore e braccia” per fare la loro parte.