La Bolla d'indizione del Giubileo è un documento ufficiale diffuso dal Papa, che, oltre ad indicare le date di apertura e chiusura dell'Anno Santo, e le sue modalità di svolgimento, rende noti i temi del Giubileo.
La storia dell’Anno Santo
L’idea del Giubileo, di un anno speciale di liberazione e di salvezza, di gioia e di grazia del Signore, è già radicata nella Bibbia, nelle pagine dell’Antico Testamento. Ne parla il libro del Levitico: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà. Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello. Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto” (25, 10-15). Il termine “Giubileo” deriva dal nome della tromba (un corno) con cui si annunciava l’inizio dell’anno speciale.
Dopo alcune occasioni e luoghi con proposte di indulgenze e di invito alla conversione, il primo Anno Santo considerato nella storia della Chiesa, è quello ideato da Papa Bonifacio VIII a Roma, cuore della cattolicità, nell’anno 1300. Nel 1423 è nata la tradizione di aprire una Porta Santa nelle quattro principali basiliche di Roma. Un simbolo per indicare un passaggio speciale, un’apertura più ampia per essere accolti o ri-accolti nella Chiesa e per accedere all’amore, al cuore di Dio con la celebrazione dei Sacramenti, soprattutto nella riconciliazione e nel perdono, nella Comunione e nell’Eucaristia.
Si ricordano ancora da parte dei più anziani il famoso Anno Santo del 1950 con il Papa Pio XII: erano i primi tempi dopo la guerra, gli anni della ricostruzione, e anche di una nuova possibilità di viaggiare e trovare ospitalità nella città di Roma.
Poi nel 1975 l’Anno Santo con il Papa San Paolo VI caratterizzato dal tema della riconciliazione. Quindi nel 1983 con il Papa San Giovanni Paolo II un Anno Santo straordinario nel 1950° anniversario della Redenzione, secondo il computo tradizionale della morte e risurrezione di Cristo avvenuta nell’anno 33.
“Una porta santa più grande”: fu l’espressione di San Giovanni Paolo II per l’Anno Santo del 2000, che segnava il passaggio di un secolo, di un millennio, nella memoria dei duemila anni dalla nascita di Cristo. E, infine, da pochi anni (2015-2016) abbiamo vissuto l’esperienza dell’Anno della Misericordia; un Giubileo straordinario come richiamo che ha voluto riproporre una cosa grande, un dono, una presenza, una realtà che non finisce mai, che non avrà mai termine perché è l’essenza stessa di Dio: l’amore e la Misericordia di un Dio che è Padre. Papa Francesco non ha fatto altro che riproporci la grande verità, che rischiavamo di dimenticare, perché anche per noi il tempo si è fatto breve, come direbbe San Paolo (1Cor 7, 29), perché i giorni, i mesi e gli anni scorrono via veloci e la nostra vita è … un lampo!
Anche il prossimo Anno Santo del 2025 ci suggerisce di fare nella speranza un passo più deciso e spedito verso quella porta che è Cristo, la nostra vera ricchezza e abbondanza, e di indicarla ai giovani perché riconoscano la sua voce e seguano Cristo. Infatti, tra pochi anni nel 2033 ci sarà un altro Anno Santo, come annuncia Papa Francesco: “Nello stesso tempo, questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Siamo così dinanzi a un percorso segnato da grandi tappe, nelle quali la grazia di Dio precede e accompagna il popolo che cammina zelante nella fede, operoso nella carità e perseverante nella speranza” (Bolla n. 6).
Don Giulio Viviani
Anche nella Diocesi di Trento sono numerosi gli appuntamenti durante tutto l'anno per vivere assieme il Giubileo.
Cattedrale di San Vigilio a Trento
La chiesa Cattedrale, dedicata a San Vigilio, patrono della città e della Diocesi, è la madre di tutte le chiese diocesane. Edificata a partire dal 1212 sulla preesistente Basilica paleocristiana per volontà del vescovo Federico Vanga, si contraddistingue per la commistione tra lo stile gotico e romanico. Ha ospitato le sessioni del XIX Concilio oltre ad essere la sede della promulgazione dei decreti conciliari (1545-1563).
La piccola abside dedicata a S. Stefano, nel transetto meridionale, custodisce le reliquie dei protomartiri trentini, il diacono Sisinio, il lettore Martirio e l’ostiario Alessandro, in un primo tempo sepolti nella basilica preesistente.
Il grande crocifisso ligneo (c.1505) situato nella cappella laterale è particolarmente caro ai trentini: testimone del Concilio di Trento, è oggi meta e ristoro per chiunque desideri soffermarsi in preghiera e raccoglimento.
Basilica dei Santi Martiri a Sanzeno
La Basilica sorge sul luogo del martirio del diacono Sisinio, del lettore Martirio e dell’ostiario Alessandro. I tre martiri, originari della Cappadocia, furono inviati dall’allora vescovo Vigilio per evangelizzare il territorio nel quale trovarono la morte per mano dei pagani il 29 maggio del 397. I loro corpi furono poi portati a Trento, e per la loro sepoltura fu edificata la basilica cimiteriale i cui resti sono visibili ora sotto la Cattedrale.
L’attuale Basilica, eretta nel XV secolo, è costruita su una precedente chiesa risalente all’anno 1000 e della quale sono riconoscibili alcune parti, come il campanile romanico.
È luogo di particolare importanza per la storia della Chiesa di Trento, per la storia che rappresenta, il valore della testimonianza dalla quale ha avuto origine, l’accoglienza che riserva a chi vi entra, la bellezza della natura che la circonda.
Chiesa di san Vigilio a Spiazzo Rendena
La pieve è situata nel luogo dove, secondo la tradizione, San Vigilio, allora vescovo di Trento, avrebbe subito il martirio per mano dei pagani. L’attuale edificio, costruito negli anni centrali del 1500, insiste su resti precedenti dei quali alcuni risalgono al VI secolo.
Al suo interno si possono ammirare alcuni cicli di affreschi che narrano la vita di Vigilio, terzo vescovo di Trento e patrono della Diocesi; pregevoli anche i cicli di affreschi cinquecenteschi realizzati da Simone Baschenis.
Da questo luogo strettamente legato alla Cattedrale per il forte riferimento a Vigilio, parte il cammino di San Vili: un percorso che si snoda su piccole strade e sentieri minori e attraversa Val Rendena, Giudicarie, Banale, Valle dei Laghi per giungere alla città di Trento, meta finale. Un itinerario che può essere percorso come pellegrinaggio nell’anno giubilare.
Santuario della Madonna di Caravaggio a Montagnaga di Pinè
È il santuario mariano più importante dell’Arcidiocesi di Trento, da tre secoli punto di riferimento per i trentini e meta di pellegrinaggi provenienti soprattutto dalle zone del Triveneto ed in generale dal Nord Italia.
La chiesa, dedicata a Sant’Anna, madre della vergine Maria, è situata al centro del paese: fino al 1730 era una piccola e semplice chiesetta, a servizio della piccola comunità per la quale era costruita. L’attuale edificio è frutto degli ampliamenti realizzati dopo le cinque apparizioni della Vergine a Domenica Targa, una giovane del luogo (1729 e 1730): in seguito alle apparizioni, l’immagine su tela della Madonna di Caravaggio, conservata nella chiesa, divenne meta di pellegrinaggi e si rese necessario aumentare lo spazio, divenuto rapidamente troppo piccolo per poter accogliere devoti e pellegrini.
Il santuario è parte di un complesso più vasto, che comprende la conca della "Comparsa" con il monumento bronzeo che ricorda l'episodio della prima apparizione; poco lontano vi è il Monumento al Redentore che custodisce copia fedele della Scala Santa, venerata a Roma nel Santuario Pontificio della Scala Santa nei pressi di S. Giovanni in Laterano.
Si propongono alcuni focus tematici, individuati a partire dalla lettura condivisa della Bolla di indizione del Giubileo di Papa Francesco e dall’Enciclica Spe salvi
di Papa Benedetto XVI.
Si tratta di sei spunti di riflessione che possono essere ripresi per camminare verso il Giubileo e riflettere sul tema della speranza. Ogni punto contiene una breve
riflessione, la citazione dei documenti di riferimento, una provocazione e/o una o più domande. A queste si aggiungono l’indicazione, quando possibile, di un ‘luogo di speranza’, a volte concreto e a volte simbolico, e la definizione di eventuali destinatari che potrebbero prendere spunto dalle proposte per il loro cammino.