Una porta aperta verso l’alto, tra le rocce maestose delle Dolomiti di Brenta. Ecco il Giubileo dei cacciatori alpini in Val d’Ambiez: un pellegrinaggio spirituale che domenica 20 luglio ha riunito quasi 200 partecipanti in uno dei luoghi più suggestivi del Trentino.
Ad accoglierli, ai piedi dell’Edicola del Cacciatore – opera in bronzo realizzata nel 2002 dal “prete artista” don Luciano Carnessali – l’arcivescovo emerito Luigi Bressan, guida spirituale della giornata.
Un cammino tra natura, silenzio e riflessione
Dopo un momento penitenziale e l’intensa esecuzione dell’inno del Giubileo da parte del coro di San Lorenzo, il pellegrinaggio – documenta sul proprio sito web il settimanale Vita Trentina – ha preso forma concreta con l’attraversamento della Porta Santa, simbolicamente decorata con rami di abete. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha aperto un cammino non solo fisico, ma anche interiore.
“Ogni porta ci invita a uscire, a percorrere sentieri,” ha ricordato mons. Bressan durante la sua riflessione. “Camminare è il modo più lento di viaggiare, ma anche il più ricco di significato. Osserviamo rocce, fauna e flora: ogni elemento è un messaggio, un dono per l’umanità.”
La spiritualità di chi vive la montagna
La giornata, coordinata da Marco Zeni per l’associazione Ars Venandi, è proseguita con i saluti delle autorità, tra cui la sindaca di San Lorenzo Dorsino, Ilaria Rigotti. Ha definito l’incontro “un momento spirituale dentro un anfiteatro naturale”, incoraggiando una visione profonda e consapevole della montagna.
Presente anche Sandro Flaim, presidente di UNCZA, l’associazione nazionale dei cacciatori alpini, che ha sottolineato come il Giubileo non sia solo un fatto religioso, ma un’occasione per riscoprire valori condivisi, spirituali anche nella loro dimensione laica.
A ricordare l’importanza del silenzio e del cammino consapevole, anche le parole dello scrittore Mario Rigoni Stern, rilanciate in quota da don Vittorio Cristelli e dal giornalista Diego Andreatta.
Canto e convivialità tra le cime
La giornata si è conclusa con un pranzo alpino al Rifugio al Cacciatore, tra calore umano e paesaggi mozzafiato. E, a sorpresa, un momento canoro con alcune voci del coro SAT, che ha reso l’atmosfera ancora più magica.
Foto Vita Trentina