Guardare al diaconato come a un ministero decisivo per una Chiesa davvero sinodale e missionaria. È il cuore del messaggio della teologa Serena Noceti, rilanciato giovedì 27 novembre al clero (diaconi compresi) e a religiose e religiosi trentini nell’incontro formativo ospitato nel Seminario diocesano. In un clima di ascolto attento, Noceti ha intrecciato prospettiva teologica, esperienza pastorale e sensibilità ecclesiale, delineando una visione ampia e rigorosa della comunità cristiana del nostro tempo.
Sinodalità al centro
Al centro del suo intervento, l’immagine di una Chiesa che vive la sinodalità come stile: una comunità che non procede per compartimenti o ruoli chiusi, ma che si riconosce luogo di relazione, incontro e confronto. Essere sinodali, ha spiegato, significa prima di tutto imparare a leggere i bisogni del territorio, lasciando che il Vangelo illumini concretamente le condizioni di vita delle persone. Da qui nasce una ministerialità plurale, capace di ascoltare i carismi, valorizzarli e promuoverne l’esercizio in forme nuove e condivise.
Diacono, custode della fede e uomo del dialogo
Dentro questa visione, Noceti ha collocato il diaconato non come funzione accessoria, ma come ministero che custodisce l’equilibrio tra fede professata e fede vissuta. Il diacono, ha ricordato, è colui che vigila sulla coerenza della comunità cristiana: garantisce che la correlazione tra Vangelo, vita dei credenti e amore concreto non venga mai meno. Una fede che non si traduce in cura, soprattutto verso chi è fragile o escluso, diventa infatti «una fede contraddittoria».
Il diacono è allora uomo del dialogo, ponte tra persone e realtà diverse, tessitore di relazioni, promotore di giustizia e custode della comunione. La sua leadership – una leadership definita “kenotica” – non si esprime nel dirigere o nel prendere spazio, ma nel saper fare un passo indietro per permettere alla comunità di prendere forma. È un ruolo delicato, che riguarda l’identità stessa della Chiesa come popolo di Dio radunato e inviato.
Nel suo percorso di riflessione, la teologa ha richiamato anche la riforma missionaria che sta attraversando la Chiesa universale, sottolineando come il tempo presente esiga comunità più capaci di corresponsabilità e pluralità ministeriale. Il magistero di papa Francesco prima e ora di papa Leone, ha osservato, offre il quadro di riferimento per una Chiesa che non smette di interrogarsi sul proprio modo di annunciare il Vangelo e di abitare la storia.
Alla mattinata formativa è seguito il pranzo comunitario, occasione semplice e fraterna che ha prolungato la riflessione condivisa.
I prossimi appuntamenti formativi
Il percorso formativo per il clero trentino, aperto a religiose e religiosi, prosegue con i seguenti appuntamenti:
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11 dicembre 2025, ore 9.30 – Ritiro spirituale con Andrea Andreozzi, Oratorio del Duomo
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22 gennaio 2026, ore 9.30 – Incontro con Stefano Borghi su “Trasformazione territoriale e celebrazione liturgica”, Seminario diocesano
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19 febbraio 2026, ore 9.30 – Ritiro spirituale con Maurizio Guidi, Oratorio del Duomo
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19 marzo 2026, ore 9.30 – “Le indagini ISTAT e la realtà dei trentini” con Agnese Vitali e Vincenzo Bertozzi, Seminario diocesano
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2 aprile 2026 – Messa Crismale e pranzo in Seminario
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5–7 maggio 2026 – Tre giorni del clero 2026, Casa di San Fidenzio (Vr)




