
È “Attendere” il tema chiave dell'edizione 2025 della Cattedra del Confronto, l’evento promosso dall’Area Cultura dell’Arcidiocesi di Trento in collaborazione con alcuni docenti dell’Università di Trento. Tre lunedì di marzo, nell’aula magna del Collegio Arcivescovile, con altrettanti autorevoli ospiti.
La principale novità, rispetto al format tradizionale dei due relatori a confronto, riguarda il dialogo tra l’ospite della serata e più voci chiamate a porre domande.
“Viviamo in un’era entropica, segnata dal disordine e dalla disorganizzazione che ci può condannare all’estinzione. A causa di due conseguenze: l’estrema frammentazione e l’omologazione, la perdita di varietà, come accade nel dibattito pubblico, privo di reale pluralismo. Serve riscoprire il tempo dell’attesa, per ritrovare l’unicità di se stessi”.
È la fotografia sintetica della società e della cultura, indotte dal mondo digitale, offerta dalla sociologa dei media Chiara Giaccardi nella prima serata dell’edizione 2025 della Cattedra del Confronto, promossa dall’Area Cultura della Diocesi di Trento.
“In ogni guerra la prima vittima è la verità”. È uno sguardo disincantato ma pur sempre costruttivo quello offerto dal cronista di Avvenire Nello Scavo, inviato di guerra (in Ucraina in particolare), chiamato a intervenire nella seconda serata della Cattedra del Confronto.
“In un tempo di guerra, attendere la pace?” era il titolo provocatorio della seconda serata della serie di tre appuntamenti aperti da Chiara Giaccardi. A moderare l’incontro, don Andrea Decarli, delegato dell’Area cultura della Diocesi.
Dopo l’introduzione affidata alle parole di alcune donne di pace – Anna Frank, Hetty Hillesum e Alganesh Fessaha -Scavo ha offerto uno spaccato assai realistico della “mission” di un inviato di guerra, ruolo da lui vissuto con grande passione e umiltà. “La prima attesa è quella legata alla partenza, che ti porta a vivere sempre in fibrillazione”, ammette il cronista.
Il biblista padre Roberto Pasolini è stato protagonista del terzo e conclusivo appuntamento della Cattedra del Confronto 2025, proposta dall’Area Cultura della Diocesi di Trento, quest’anno sul tema “Attendere“.
“Abbiamo perso – ha sottolineato Pasolini – il senso dell’attesa. La cultura attuale considera i tempi di attesa un problema, come se le pause, i tempi morti non avessero più alcun valore: tra il desiderio e la soddisfazione deve passare il minor tempo possibile, mentre i tempi di maturazione del nostro desiderio sarebbero tempi fondamentali. Oggi invece tendiamo a bruciarli”.