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LE COMUNITÀ PARROCCHIALI
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In Diocesi di Trento è in atto ormai da tempo una riflessione, partecipata a più livelli, sul futuro delle comunità parrocchiali. L’organizzazione ecclesiale sul territorio va necessariamente ripensata, alla luce di mutate modalità nell’adesione alla fede comunitaria e nella pratica religiosa e in considerazione della costante diminuzione di preti attivi nella pastorale.
Un cammino nel quale ogni cristiano e ogni comunità sono invitati a porsi in ascolto dello Spirito Santo.
Due commissioni composte da laici e clero hanno lavorato per favorire questo cammino. Hanno incontrato nelle assemblee zonali le 8 zone pastorali: “non siamo gli ultimi cristiani di un’epoca antica, ma i primi cristiani di un’epoca nuova”, “non si tratta di portare avanti i nostri sogni (laici e preti), ma i sogni di Gesù Cristo”, "il futuro del fiume è la sua sorgente: per capire il futuro dobbiamo andare alle origini. È una parola che si dona. Dio ha una fantasia che ci sorprende. Sperare è essere disposti a lasciarci sorprendere. Fedeli al presente e a quello che possiamo fare”.
Attualmente il vicario generale, come da indicazioni dei consigli diocesani, si avvale di un’equipe per portare avanti il percorso. Al momento collaborano Cristina Bruni - Maso Milano (Sporminore), Alessia Floriani – Martignano, Antonio Miotello – Canale di Pergine, Carlo Tonelli – Varone e Manuela Vaccari – Aste (Vallarsa).
Di seguito vengono presentate le tappe essenziali per avviare un percorso di confronto e di discernimento in linea con quanto presentato e approvato dal Consiglio presbiterale e dal Consiglio pastorale diocesano:
- In Consiglio pastorale di Zona si avvia la riflessione a partire dalle schede (vedi materiale per l’approfondimento 1, 2 e 3), dedicandovi uno o più incontri; questo lavoro sarà funzionale all’elaborazione di una mappa indicante i possibili raggruppamenti di parrocchie.
- Il Consiglio pastorale interparrocchiale ricevuta la mappa dal consiglio di zona, organizza le attività (dettando i tempi) da svolgere poi a livello di comitati, con riferimento al materiale 4, ed elabora una sintesi da condividere con i comitati parrocchiali.
- Il Comitato parrocchiale, a cui viene chiesta l’apertura, per quanto possibile, a tutta la comunità, a partire dalle schede, riflette sulla propria realtà, facendo emergere i germogli di vita cristiana della propria comunità e le fatiche dell’essere testimoni del Vangelo oggi (vedi materiale 4). Al Comitato è poi chiesto uno sguardo che superi i confini della propria parrocchia per individuare quale talento può essere riconosciuto che possa diventare carisma da mettere a servizio anche di comunità vicine (es.: progetti che sappiano coinvolgere i giovani…). Per la modalità di lavoro si tenga conto del materiale 5.
- Quanto elaborato verrà comunicato al Consiglio pastorale interparrocchiale che curerà la sintesi del lavoro dei comitati e che si interfaccerà quindi con il consiglio di zona per l’elaborazione di un documento finale che tutta la comunità avrà poi disponibile.
- Il Consiglio di Zona restituisce al vicario generale quanto emerso per procedere all’autorizzazione delle richieste di unificazione pervenute. Si sottolinea che in ciascuno di questi passaggi è importante tenere una nota scritta, in modo che siano favoriti dialogo e trasparenza tra i soggetti coinvolti.