1 gennaio, a Trento in piazza Duomo cristiani e musulmani condividono il pane della pace

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Lo scambio del pane della pace in piazza Duomo,  al termine della tradizionale  fiaccolata, ha caratterizzato quest’anno la celebrazione della 52a Giornata Mondiale della pace,  con la presenza del vicario della Custodia di Terra Santa padre Dobromir Jasztal e dell’imam Aboulkheir Breigheche assieme all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi. Il pomeriggio è cominciato al convento dei cappuccini, dove c è la mensa dei poveri, che offre ogni giorno centinaia di pasti a persone di ogni etnia e religione. Ne hanno parlato i frati cappuccini del vicino convento che curano il servizio assieme a 500 volontari delle parrocchie cittadine: “Essere artigiani della pace – ha testimoniato il cappuccino fra Massimo Lorandini – significa esserci ogni giorno, lavorare anche con un servizio umile, ma quotidiano per la convivenza”.
Molto significativa la testimonianza  offerta agli oltre 800 partecipanti dal vicario della Custodia di Terra Santa, il francescano padre  Dobromir Jasztal, che ha attualizzato l’anniversario dell’incontro di San Francesco con il sultano all’insegna della fraternità: “Anche  oggi in Terra Santa il dialogo é una realtà; lo abbiamo visto anche in Siria, anche ad Aleppo, con esempio di giovani e bambini musulmani e cristiani che lavorano insieme. La pace va costruita e ricercata, perchè essa é la nostra casa comune basata sui quattro pilastri della giustizia, due rispetto, della libertà e della carità”.  padre Jasztal ha osservato che la politica é cosa buona se orientata alla costruzione del dialogo e del bene comune, altrimenti può diventare occasione di sopraffazione”.
Al termine della fiaccolata per le vie di Trento, la s. Messa in cattedrale presieduta dalll’Arcivescovo Lauro. “E’ significativo – ha osservato nell’omelia  –  camminare insieme nel primo giorno dell’anno, un segno che é già una buona notizia, per gridare al mondo che la pace é possibile”. “In tempi in cui la paura è diventata sistema dobbiamo essere irriducibili nell’avere il compito profetico di dire che arriveremo alla pace lavorando per la fraternità. Unico confine è il volto dell’altro, da rispettare e far progredire”.