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CS 39/09 – Il Papa chiama mons. Bressan al Sinodo per l’Africa

L'Arcivescovo di Trento sarà uno dei protagonisti del Sinodo Africano, che si svolgerà a Roma dal 4 al 25 ottobre. L'ha annunciato quest'oggi mons. Lauro Tisi, vicario generale, al termine dell'Assemblea pastorale diocesana. Benedetto XVI ha coinvolto mons. Luigi Bressan ' che è presidente della Commissione episcopale per l'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese - per questa Assise, che ruoterà attorno al tema: 'La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace'.

Il tema ha una estrema rilevanza per la vita del Continente. Anche se in Africa ci sono segnali di avvio verso condizioni di vita più giuste per tutti, pesa la presenza degli interessi economici dei Paesi occidentali, come anche della Cina, nonché la ricorrente esplosione di gravissime ingiustizie sociali e del mancato rispetto di diritti umani. Di qui anche il dramma dei profughi, dei rifugiati, dei migranti in movimento verso l'Europa alla ricerca di una vita più umana:  di loro ' in particolare dei circa 500 naufraghi periti dall'inizio dell'anno nel Mediterraneo ' la Chiesa trentina fa memoria nella celebrazione promossa dalla Pastorale delle Migrazioni per domani sera, domenica 20 settembre, alle 19: un segno concreto per non cedere all'indifferenza e alla tentazione di volgere lo sguardo altrove.

Sulla base del documento di lavoro, frutto del contributo di 36 Conferenze episcopali di tutto il mondo, mons. Bressan porterà al Sinodo la sua esperienza di vita, quale contributo alla riflessione per un programma in coerenza e continuità con il magistero papale, che ha avuto il coronamento nella recente enciclica di Benedetto XVI 'Caritas in Veritate'.

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CS 38/09 – Sabato 19 settembre l’Assemblea diocesana apre il Piano pastorale triennale

La Chiesa trentina si raccoglie per ripartire in un nuovo triennio di lavoro: domani (sabato 19 settembre) alle 8.45 è convocata  all'auditorium Santa Chiara a Trento fino alle 12.30 l'Assemblea pastorale diocesana, presieduta dall'arcivescovo Luigi Bressan, con sacerdoti, religiosi, religiose e laici.

Dopo la preghiera introduttiva, saranno presentate le finalità e i contenuti del Piano Pastorale diocesano 2009-2012 dal titolo “”Viandanti sulle strade di Emmaus””. Interverranno il vicario generale don Lauro Tisi, il saveriano padre Gabriele Ferrari, la dott.sa Cecilia Niccolini, responsabile per il coordinamento dei laici e don Renato Tamanini, rettore del Seminario diocesano.

Suddiviso in tre anni, il Piano intitolato 'Viandanti sulle strade di Emmaus' sarà scandito dal brano evangelico dei due discepoli di Emmaus, la cui icona campeggia nella copertina (opera dell'artista Aldo Fabbro) dell'opuscolo che viene consegnato alle comunità.

Dopo alcune riflessioni sul senso dell'essere cristiani oggi, il Piano  - articolato nella struttura classica di ascoltare/giudicare/agire ' propone indicazioni operative per innescare una prospettiva di apertura delle nostre comunità.

Questo primo anno propone come dimensione chiave quella dell'ascolto: 'Facciamo strada insieme agli uomini che incontriamo sulle nostre strade, anzi, favoriamo e provochiamo noi stessi l'incontro ' è l'invito - ponendoci in ascolto e cercando di vedere le situazioni umane particolarmente rilevanti o urgenti per problematicità che incrociamo nel nostro territorio'.

Il Piano è accompagnato da un sussidio di schede, che presentano situazioni, delle quali la Chiesa trentina vuole mettersi in ascolto, per saper ridestare la fede dei cristiani e provocare una revisione di mentalità e di atteggiamenti. Le situazioni indicate e sviluppate dalle schede rappresentano incontri significativi oggi: gli immigrati, i giovani, i separati/divorziati, i lontani, solitudine/abbandono, i musulmani, le famiglie di fatto, cittadinanza e corresponsabilità, gli anziani, il lavoro, i senza lavoro, i bambini, i nuovi poveri, la fragilità, il turista/ospite.

 

'Questo nostro Piano ' scrive l'Arcivescovo ' intende stimolare la nostra Chiesa ad aprirsi al mondo intero, a dialogare con la città, con il paese, con tutti i mondi vitali per portare, nel rispetto delle diverse autonomie, il suo contributo all'edificazione di una società che rimetta al centro l'uomo e la sua autentica realizzazione'.

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CS 37/09 – ‘Appello alla responsabilità’ nella Giornata per la salvaguardia del creato

Si è conclusa con la proclamazione condivisa di un 'Appello alla responsabilità per il creato' la IV Giornata per la salvaguardia del creato, celebrata oggi, 1 settembre, in Val Canali (Fiera di Primiero con la partecipazione dell'arcivescovo Luigi Bressan insieme ai vescovi di Bolzano-Bressanone, Como, Belluno-Feltre e ad una delegazione ecumenica (vedi comunicato precedente).

Di seguito, il testo integrale dell'Appello.

 

APPELLO ALLA RESPONSABILITÀ PER IL CREATO

 

Nella celebrazione della Giornata per la Salvaguardia del Creato, 1° Settembre 2009, a Passo Cereda alla presenza dei Presidenti del Parco naturale Paneveggio ' Pale di San Martino (e del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi) e di varie delegazioni e gruppi, i Vescovi Mons. Luigi Bressan di Trento, Mons. Karl Golser di Bolzano-Bressanone, Mons. Giuseppe Andrich di Belluno-Feltre e Mons. Diego Coletti di Como, dopo la preghiera in comune, insieme con il rev. pastore Martin Burgenmeister della comunità evangelica di Merano, l'Archimandrita del Trono Ecumenico Athenagoras Fasiolo della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta, considerando la proposta del Patriarca ecumenico di Costantinopoli (Istanbul) artolomeo I° e accolta, in spirito ecumenico, da alcune Chiese in Europa e da quattro anni ache dalla Conferenza Episcopale Italiana congiuntamente indirizzano il seguente appello:

 

Incontrandoci qui a Passo Cereda, nel uore delle Dolomiti, riconosciute nel giugno scorso anche dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità, respirando l'aria di queste vallate e contemplando la bellezza delle montagne che ci circondano, ci sentiamo avvolti dalla sapienza e dalla bontà del Creatore. Nell'ammirare i vasti orizzonti alpini e nel prestare attenzione alle persone e alle famiglie che custodiscono questo prezioso dono, sentiamo un profondo senso di riconoscenza e auspichiamo che cresca sempre più lo spirito di fraternità per rispondere alla vocazione umana e cristiana che ci accomuna. La promozione di un giusto equilibrio tra l'uso e il rispetto del creato non è solo il porre un argine alla deriva individualistica, narcisista e autoreferenziale, ma la risposta al mandato di Dio (cfr. Gen 2,15) e un servizio all'umanità e quindi è un valore essenziale del cristianesimo.

Ci conforta in questo impegno quanto scrive il Papa nell'Enciclica Caritas in Veritate: 'All'uomo è lecito esercitare un governo responsabile sulla natura per custodirla, metterla a profitto e coltivarla anche in forme nuove e con tecnologie avanzate in modo che essa possa degnamente accogliere e nutrire la popolazione che la abita [']. Dobbiamo però avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato che anch'essa possa degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla' 1.

Questo impegno è emerso con sempre maggiore chiarezza anche nel cammino delle Assemblee ecumeniche europee (Basilea 1989, Graz 1997 e Sibiu 2007) e nella Charta Oecumenica (2001), dove si è messo in evidenza l'obbligo morale della responsabilità per il creato, con il proposito di avviare tra le Confessioni cristiane un progetto comune che «affronti le problematiche della responsabilità europea nei confronti della giustizia ecologica, davanti alla minaccia dei cambiamenti climatici»2 e si è proposto inoltre che «il periodo che va dal 1 settembre al 4 ottobre venga dedicato a pregare per la salvaguardia del creato e alla promozione di stili di vita sostenibili per contribuire a invertire la tendenza del cambiamento climatico»3.

L'uomo, infatti, non può sfruttare la natura senza un progetto di custodia e di condivisione o peggio ancora senza considerazioni di ordine etico. La visione dell'ambiente come risorsa solo da sfruttare porta in sé la minaccia della sua distruzione. Per il credente «la tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo»4. L'uomo non può inquinare l'ambiente con i suoi troppi rifiuti gestiti male e con quelli non più reintroducibili nel ciclo biologico naturale; in particolare non può con le emissioni di gas serra inquinare l'aria, elemento vitale per ogni esistenza, poiché contribuisce al deterioramento del clima.5 Il degrado ambientale minaccia anche la montagna che, rispetto alle nostre pianure europee, ormai così sfruttate, resta quasi ultimo esempio di biodiversità. Il riconoscimento delle Dolomiti come bene dell'umanità ci invita ad una maggiore responsabilità nella loro corretta gestione.

La responsabilità per il Creato oltre che dalla Bibbia e dai testi ecclesiali più recenti, viene anche dalla tradizione cristiana, in particolare dalla spiritualità benedettina e francescana: esse ci offrono testimonianze di amore per l'ambiente, pur senza dimenticare la trascendente dignità della persona umana rispetto alla natura. Si distinse san Francesco d'Assisi che lodava e benediceva il Signore con queste parole: «Laudato si', mi' Signore'per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento Laudato sie, mi Signore cun tutte le Tue creature, ['] Laudato sii, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba ».6

Riteniamo importanti anche i valori espressi da un gruppo di giovani riuniti in un evento ecumenico a Torino nel marzo scorso che esprimevano: «gioia e gratitudine, soprattutto, per quel grande dono che è la terra, accogliente casa della vita, intessuta di relazioni tra tutti coloro che la abitano. Un dono che in questi giorni abbiamo contemplato e celebrato, nella gioia della festa e della preghiera, nell'invocazione al Dio la cui tenerezza ha cura di ogni creatura»7.

La lode nasce dalla constatazione dell'armonia tra l'uomo e il creato ed è un'esigenza insita in ogni persona che ha una dimensione non solo materiale, ma anche spirituale. La bellezza dei monti favorisce tale contemplazione, con le loro spettacolari composizioni geologiche, le variegate colorazioni delle piante e dei panorami, i ruscelli e la fauna. La vita in montagna ci aiuta anche a trovare le giuste dimensioni della nostra identità: porta l'uomo a percepire con realismo anche i limiti e la fragilità e aiuta dunque a combattere la cultura della prepotenza che segna molte nostre relazioni e rende l'altro non più un fratello o una sorella da incontrare, ma un concorrente da sfidare e sconfiggere. La 'conversione ecologica' fa adottare stili di vita sostenibili ed è motivata dalla carità verso tutti, che impegna a combattere il deterioramento della qualità dell'esistenza e a  contrastare l'inquinamento dello spirito causato dalla superbia, dal rifiuto della fede e dalla mancanza di speranza. Tale conversione non è un qualcosa di aggiunto alla vita cristiana, ma ne è parte integrante. Infine, il percorrere i sentieri della montagna favorisce l'autocoscienza per una visione integrale della persona, troppo spesso ridotta nella società consumistica ad un oggetto. Il Signore, infatti, sulla montagna ha detto e fatto molto per la salvezza dell'umanità. Egli inoltre ci attende su un 'monte' al quale verranno tutte le nazioni della terra (cf. Isaia 2); la contemplazione della natura è opportunità per scoprire quel Dio infinito che è Amore.

Per varie ragioni, dunque, diventa sempre più urgente rivedere la relazione tra la montagna e la vita umana, per crescere nella volontà di essere sentinelle che sanno valorizzare il creato e rigettare, denunciandoli prontamente, quei segni di cambiamento che indicano una minaccia per la salute delle persone e per l'integrità della natura. Abbiamo la consapevolezza di dover stimolare sempre più anche le nostre chiese e comunità ad approfondire la dottrina sociale, ad assumerne i doveri etici e a praticare un modo di vivere sempre più salubre e sostenibile. I credenti si rendano disponibili ad una collaborazione con le autorità pubbliche a vario livello e con ogni persona di buona volontà, affinché si elimini quanto, invece che migliorare, inquina l'aria, l'acqua e la terra, danneggiando in questo modo l'umanità.

Ma non possiamo terminare questa riflessione e questo Appello, senza esprimere la nostra grande stima e riconoscenza a quanti valorizzano, con maggiori difficoltà rispetto alle possibilità che la vita di città offre, il dono dei monti e le fonti rinnovabili di alimentazione e di energia proprie della montagna o aiutano le persone nei percorsi turistici e sportivi o nei rifugi e nelle case di accoglienza a riconoscere i valori del creato. Noi ci sentiamo impegnati con loro poiché crediamo in un Dio che ci ama e che ama la terra che ha creato. Il nostro incontro ci unisce, infatti, a quanti sui monti elevano un dialogo con Dio.

 

 

1(Caritas in Veritate, n. 50)

2 Assemblea ecumenica europea di Sibiu, Documento finale, ottava raccomandazione. [3. Europäische Ökumenische Versammlung in Sibiu, Enddokument, VIII Empfehlung.]

3 Ibidem, decima raccomandazione. [Ibidem, X Empfehlung.]

4Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Roma, 2004, n. 466 [Päpstliches Rat für Gerechtigkeit und Friede, Kompendium der Soziallehre der Kirche, Rom, 2004, Nr. 466]

5 Cfr. CEI (Comm. per i Problemi Sociali e Comm. per l'Ecumenismo), Messaggio per la 4° Giornata per la Salvaguardia del Creato, Roma 1° Maggio 2009. [Vgl. Italienische Bischofskonferenz (Komm. für soziale Probleme und Komm. für Ökumene), Botschaft für den 4. Tag für die Bewahrung der Schöpfung, Rom 1 Mai 2009]

6 Dal 'Cantico delle Creature', Fonti Francescane, Assisi 1996, p. 178, vv. 3-6. [Aus dem 'Sonnengesang', ]

7 Dal documento finale dell'incontro ecumenico dei giovani per la Giustizia la Pace e la Salvaguardia del Creato, Osare la pace per fede (III), Torino, 28-29 marzo 2009. [Aus dem Enddokument des ökumenischen Treffens der Jugendlichen für Gerechtigkeit, Friede und Bewahrung der Schöpfung, Osare la pace per fede (III), Turin, 28-29 März 2009.]



 

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CS 36/09 – 1° settembre, le Chiese in Val Canali per la Giornata per la salvaguardia del creato

Si svolge martedì 1° settembre, all'insegna di un 'rinnovato impegno e l'attenzione per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l'aria', la IVª Giornata per la salvaguardia del creato. I vescovi italiani ' attraverso la Commissione per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, nonché quella per l'Ecumenismo ed il Dialogo ' invitano le comunità cristiane a riflettere 'sulla necessità di respirare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga'.

'La crisi ecologica ' scrivono nel Messaggio - è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l'aria - così necessaria per la vita - è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti gas serra'.

Di qui l'appello ad 'un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell'economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell'uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l'uso dell'energia stessa ' a partire dalla progettazione degli edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili'.

A tale proposito, il Messaggio ricorda quanto Papa Benedetto disse lo scorso anno a Bressanone, quando ha richiamato ad uno stile di vita più essenziale, come espressione di 'una disciplina fatta anche di rinunce, una disciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne; una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro'.

In Trentino la Giornata per la salvaguardia del creato sarà celebrata con un'iniziativa congiunta delle diocesi di Trento, Bolzano-Bressanone, Belluno e Como ' che saranno rappresentate dai rispettivi vescovi: L. Bressan, K. Golser, G. Andrich e D. Coletti ' della Chiesa Greco-Ortodossa (con l'Archimandrita A. Fasiolo) e della Comunità Evangelico-Luterana (con il Pastore M. Burgenmeister).

L'appuntamento, martedì 1° settembre, è per le ore 9 a Villa Welsperg, in Val Canali (Tonadico); alle 11, celebrazione ecumenica nella cappella di Passo Cereda, quindi camminata verso Malga Fossetta e lettura dell'appello alla responsabilità per il creato.

Informazioni: per la Diocesi di Trento tel. 0461.891324.

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CS 35/09 – Mandati di ministero

Ecco le ultime nomine, affidate ai sacerdoti in questi giorni dall'Arcivescovo:

Agostini don Lamberto: anche delegato vescovile per la pastorale scolastica;

Angeli don Mauro: vicario parrocchiale a sant'Antonio a Trento e responsabile della Pastorale Giovanile della Zona pastorale;

Bernardi don Gabriele: vicario parrocchiale a Cles;

Castiglia don Gaetano: per un anno impegnato nel campo dell'animazione spirituale;

De Pretis don Sandro: collaboratore pastorale nel decanato di Povo;

Ferrari don Mario: anche amministratore parrocchiale a Romallo;

Filippi p. Tiziano: amministratore parrocchiale a Carisolo;

Lupoli don Vincenzo: vicario parrocchiale a Levico e responsabile della Pastorale Giovanile del decanato;

Maffeis don Ivan: anche collaboratore pastorale a Mavignola;

Scaramella don Renzo: collaboratore pastorale a Rovereto;

Telch don Tiziano: anche animatore in Seminario nel Preteologico;

Villa don Ernesto: anche amministratore parrocchiale a Borghetto;

Vulcan don Michele: vicario parrocchiale a S. Maria Assunta a Riva del Garda.

 
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CS 34/09 – Il trentino p. Giuseppe Filippi nominato vescovo in Uganda

'E' con profonda e gioiosa partecipazione che annuncio alla comunità trentina la decisione del Papa di nominare vescovo della diocesi di Kotido, in Uganda, un trentino: p. Giuseppe Filippi. Ancora una volta viene scelto a guida di una comunità locale un nostro missionario, a riprova dell'impegno pastorale, della qualità umana e spirituale di tanti che sono partiti da questa terra per servire il Vangelo nel mondo intero'.

Con queste parole, l'Arcivescovo mons. Luigi Bressan condivide alla comunità trentina l'annuncio dell'elezione di p. Giuseppe Filippi a vescovo.

Nativo di Baselga del Bondone, dove è nato il 17 marzo 1945, p. Filippi è entrato nell'Istituto dei Missionari Comboniani a Firenze nel 1970. Nel 1978, dopo l'ordinazione sacerdotale a Trento conferitagli dall'Arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, è stato assegnato alla Provincia Comboniana dell'Uganda, nella diocesi di Moroto. Viene successivamente coinvolto nel locale Seminario Minore, quale insegnante e padre spirituale; seguirà l'attività come direttore vocazionale dei comboniani a Kampala dal 1987 al 1989, prima di tornare ancora per una breve esperienza in una parrocchia ugandese. Dal 1999 al 2004 è stato Maestro dei Novizi della provincia Malawi-Zambia; il 1° gennaio del 2005 è eletto superiore provinciale dell'Uganda.

Kotido, la diocesi della quale sarà vescovo (l'ordinazione episcopale, non ancora fissata, sarà probabilmente a dicembre), è situata nella zona nord-orientale dell'Uganda.

'Le nostre felicitazioni, oltre che a p. Filippi, vanno a tutta la grande famiglia Comboniana ' conclude l'Arcivescovo Bressan -: possa questa chiamata essere accompagnata dalla preghiera riconoscente della comunità trentina e suscitare nuovo impulso missionario'.

 
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CS 33/09 – Camminate spirituali sui monti

Da alcuni anni ' precisamente dal 2002 ' la Pastorale del Turismo della diocesi di Trento propone, in occasione della festa della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor (6 agosto), delle escursioni sui monti con un'attenzione alla dimensione spirituale.

L'accoglienza che l'iniziativa ha riscontrato ' particolarmente nei turisti, ai quali intenzionalmente si rivolgeva ' ha portato a strutturare delle vere e proprie 'Camminate della Trasfigurazione', in risposta alla domanda di una spiritualità che sappia coniugarsi con la natura e con le tradizioni dell'esperienza cristiana.

La proposta è articolata, anche nella sua valenza ecumenica, nel nuovo testo di don Giuseppe Grosselli, Trasfigurati. Idee ed esperienze per le 'Camminate' sui monti, Vita Trentina Editrice 2009.

Domani, 6 agosto, saranno almeno una quindicina le comunità che daranno vita ad altrettante 'Camminate': a titolo d'esempio, l'Arcivescovo Bressan guiderà quella di Madonna di Campiglio verso il Lago di Nambino; lo stesso don Grosselli quella di Riva del Garda sul Monte Brione; la comunità di Vermiglio parte alle 6.30 per Cima Redival; quella di Levico percorrerà il sentiero di S. Valentino, mentre la Valle di Fassa punterà sulla chiesa di S. Giuliana. Per Trento l'appuntamento è alle ore 20 presso il parcheggio ai piedi del Dosso di S. Rocco, da dove si muoverà per il 'Bosco della città'.

Per ulteriori informazioni si può contattare don Giuseppe Grosselli (tel. 0461.891225).

 
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CS 32/09 – ‘Superate le divisioni per un unico organismo’

'Il mondo dell'emigrazione non è soltanto fatto di rapporti di lavoro o di forze politiche, di tecniche e di scambi culturali: come dice Gesù nel Vangelo di oggi, anche noi abbiamo bisogno ogni tanto di ritrovarci in disparte a riflettere, a prendere forze, al di fuori della pressione mediatica o populista, non per isolarci ma per crescere in una condivisione di affetto e di simpatia'.

L'Arcivescovo Bressan, questa domenica a Storo in occasione della Festa dell'Emigrazione, ricorda che 'la voce dei credenti si accompagna all'azione di promozione umana e globale, anche per manifestare ideali, per protestare contro norme che appaiono restrittive o talora anche lesive degli stessi diritti fondamentali della persona umana. Questo è stato fatto per i nostri emigrati e questo avviene oggi per quanti giungono da noi'.

Mons. Bressan sottolinea che 'hanno una loro utilità i confini geografici statali, nel senso che permettono un miglior servizio al popolo, ma non hanno lo scopo di rinchiudere, come in uno steccato, le nazioni isolandole le une dalle altre'.

La memoria grata dell'Arcivescovo per Gianni Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea, si unisce anche al ricordo dell'opera della Chiesa trentina nel mondo: 431 missioni, con 543 sacerdoti, 166 suore e 51 laici dediti a questo servizio pastorale.

Infine, l'auspicio rivolto alle associazioni che riuniscono i discendenti degli emigrati trentini: 'Speriamo che presto possano essere superate le divisioni locali per un unico organismo'.

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CS 31/09 – L’Arcivescovo alle Laste per la festa del Carmine

Ricorre domani, giovedì 16 luglio, la festa della Madonna del Carmine.

Presso il Santuario delle Laste, il vicario generale, mons. Lauro Tisi, presiede l'eucaristia alle 10; alle 19.30 sarà l'Arcivescovo Luigi Bressan, quando la Messa sarà conclusa con una fiaccolata e con un momento di festa sul sagrato del Santuario.

Quest'anno la ricorrenza coincide con il 50° anniversario della sua dichiarazione ' da parte del vescovo Carlo De Ferrari ' a 'santuario mariano della città e della diocesi'.

I Padri Carmelitani, che lo gestiscono, riproporranno l'imposizione dello Scapolare, forse il segno più diffuso della spiritualità legata alla Madonna del Carmine.

Come spiegano i religiosi, lo Scapolare non ha nulla di magico, di superstizioso e nemmeno si risolve in un segno esteriore: è piuttosto espressione di devozione mariana, un porre la propria vita sotto la sua protezione; come diceva Giovanni Paolo II ' che lo portava ' è un prendere coscienza che la vita cristiana non può limitarsi a preghiere ed ossequi occasionali, ma deve diventare un 'abito', ossia uno stile di vita.

La presenza dei Carmelitani sulla collina della città risale al 1642, quando vennero chiamati a gestire il santuario, all'indomani della sua edificazione; nel 1810, per ordine del governo bavarese, furono cacciati e questo divenne un magazzino per le truppe. L'altare finì alle Sarche: vi fu battezzato l'Arcivescovo Luigi. I religiosi ritornarono nel 1941, ma dovettero attendere il 1957 per recuperare la proprietà del convento.

La devozione alla Madonna del Carmine in Trentino sia molto diffusa: ogni valle ha almeno una chiesa che la celebra.

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CS 30/09 – Riconosciute dalla Chiesa le ‘virtù eroiche’ di una religiosa nata nel 1849 a Imer, nel Primiero

Soddisfazione nella Chiesa trentina per il decreto con cui oggi Papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha riconosciuto fra l'altro le 'virtù eroiche' della religiosa di origine primierotta Maria Serafina Micheli, fondatrice delle 'Suore degli Angeli'.

'E' una gioia apprendere che la Chiesa ha riconosciuto l'eccezionalità della sua testimonianza cristiana', è il commento alla notizia dell'Arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, che ricorda come ora l'iter di beatificazione proceda: la 'serva di Dio' può essere chiamata col titolo di 'venerabile'.

Ma chi era questa donna la cui famiglia religiosa si è sviluppata soprattutto in Campania, ma ora è diffusa anche in Brasile e Filippine?

Nata l'11 settembre 1849 a Imer, Clotilde Micheli era cresciuta in una famiglia profondamente cristiana. A 3 anni, come si usava allora, ricevé il Sacramento della Cresima, a Fiera di Primiero dal vescovo-principe di Trento mons. de Tschiderer; a 10 anni ricevé la Prima Comunione.
A 18 anni aveva avvertito la manifestazione divina di fondare una famiglia religiosa dedita all'adorazione della Santissima Trinità, con una devozione speciale agli angeli come modello di preghiera e di servizio. Al termine di una sofferta ricerca che la portò a Venezia, Padova, in Germania per 7 anni, poi in pellegrinaggio a piedi a Roma,  riuscì a realizzare il suo disegno giovanile a Casolla, in provincia di Caserta, dove il vescovo Enrico De Rossi autorizzò il 28 giugno 1891 la consacrazione delle prime cinque 'Suore degli Angeli', alla presenza di padre Francesco Fusco, suo consigliere spirituale.

Nel Sannio fondarono ben 15 case 'di missione', si dedicarono al servizio dei più poveri, soprattutto dei bambini orfani e della gioventù abbandonata, ma anche alla formazione religiosa come tuttora avviene nelle parrocchie e negli istituti religiosi o nel servizio ai disabili e agli anziani.

Maria Serafina del Sacro Cuore morì il 24 marzo 1911 dopo alcuni anni di sofferenze fisiche a Faicchio, in provincia di Benevento, nella casa della congregazione, dove è tumulata. Le sue suore avviarono il processo di beatificazione nel 1990. In quell'anno è stata pubblicata una biografia dal titolo 'La donna del Sanctus ' Una vita aperta al cielo. Suor Maria Serafina del Sacro Cuore'.

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