Author: Piergiorgio Franceschini

Clero trentino invitato alla Messa Crismale nel Giovedì Santo (6 aprile) con pranzo conviviale in Seminario (necessaria prenotazione). Disponibile programma “Tre giorni formativa” di Villa Moretta

La Messa del Crisma di Giovedì Santo –  a Trento in cattedrale il prossimo 6 aprile – sarà come di consueto un particolare momento di festa per i preti, che in quel giorno fanno memoria della loro ordinazione, riuniti attorno al vescovo. A seguito della Messa crismale, a cui tutto il clero è invitato, vi sarà la possibilità di pranzare insieme presso il Seminario (ore 12:15 – quota € 20,00). È richiesta l’iscrizione entro lunedì 3 aprile in Segreteria Generale (segreteriagenerale@diocesitn.it 0461/891200).

È stato ufficializzato anche il programma della Tre giorni di formazione per il clero che anche quest’anno sarà divisa per fasce d’età e in cui si proseguirà lo stile utilizzato l’anno scorso dando spazio alla riflessione, alla condivisione delle storie personali, in un clima di fraternità.

La Tre giorni è in programma a Villa Moretta con questo calendario:

 3-4-5 maggio (fascia d’età: fino a 55 anni)
 10-11-12 maggio (fascia d’età: da 56 a 70 anni)
 17-18-19 maggio (fascia d’età: da 71 anni in su).

Il delegato per la formazione del clero, don Tiziano Telch, segnala anche la possibilità di seguire il IV convegno della rivista Presbyteri che sarà on-line lunedì 15 maggio sul tema “Vivere i passaggi di ministero”. Qui sotto la locandina:

“Abitare la speranza”: clero diocesano in ritiro per l’inizio della Quaresima con la meditazione del vescovo Lauro

Ampia partecipazione dei preti e diaconi trentini al ritiro spirituale di inizio Quaresima, convocato nella mattinata di giovedì 23 febbraio presso Villa Moretta. Il ritiro è stato guidato dal vescovo Lauro. Al centro della sua meditazione il tema “Abitare la Speranza“.  “La speranza – ha detto don Lauro – non è una previsione che l’uomo fa alla luce della propria esperienza o in forza dei dati che possiede. È invece una certezza che si fonda sulla promessa fatta da una Persona, Gesù Cristo, di cui ti fidi totalmente”. Il testo integrale della riflessione sarà messo a disposizione nei prossimi giorni.   

La mattinata si è conclusa con il pranzo conviviale.

Prossimo appuntamento formativo per il clero la “Tre giorni” residenziale, sempre a Villa Moretta, proposta nelle seguenti date in base all’età:

  • Mercoledì 3-4-5 maggio (fascia d’età: fino a 55 anni)
  • Mercoledì 10-11-12 maggio (fascia d’età: da 56 a 70 anni)
  • Mercoledì 17-18-19 maggio (fascia d’età: da 71 anni in su)

“Tessitori di misericordia, raccontate che la bontà di Dio è mare senza fondo”. Festa in cattedrale per i nuovi diaconi Antonio ed Ettore, sposi e padri. Vescovo rinnova preghiera per la pace

“Venite costituiti come tessitori di misericordia. E allora con la vostra vita andate e raccontate, per dirla con un’immagine di San Luigi, che la bontà di Dio è mare senza fondo, perdono inesauribile, continua ripartenza, che si può sempre cominciare di nuovo”. L’arcivescovo Lauro si rivolge così ad Antonio Caproni, 58 anni di Mori ed Ettore Barion, 50 anni, di Torbole, sposati e padri di famiglie accoglienti (VEDI ARTICOLO) e dal pomeriggio di sabato 24 giugno nuovi diaconi permanenti della Chiesa di Trento, il cui numero sale complessivamente a trenta. Sono stati proprio i loro compagni diaconi i primi ad abbracciarli, mentre a cingere i due neo ordinati delle vesti liturgiche (in particolare la dalmatica che contraddistingue il ministero diaconale) avevano pensato le loro mogli e i loro figli.

“Siete come il Battista”

Nell’omelia, don Lauro riprende le parole di Isaia (“Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome”) utilizzate dalla liturgia per delineare la missione del Battista, “il cui nome significa Dio è misericordia” . “Oggi – sottolinea l’Arcivescovo – sono destinate a dare coraggio e fiducia ad Antonio ed Ettore. Ma c’è di più: rileggendo la vostra biografia familiare, constatiamo che le parole di Isaia si sono pienamente realizzate anche nella vita vostra e delle vostre spose Sonia ed Eithne, decisive per la maturazione della scelta diaconale”.

“Luce delle nazioni”

In chiesa, accanto ai candidati al diaconato, tanti volti che parlano dei “mondi” a incontrati da Ettore e Antonio nel loro percorso di accoglienza: “L’aver scelto il Vangelo come ‘bussola del quotidiano’ ha permesso alle vostre due famiglie, come rammenta ancora Isaia, di diventare ‘luce delle nazioni. Oggi esse hanno il volto della terra brasiliana e di quella afgana, dell’Irlanda, della Romania, del Ghana…”, dice compiaciuto l’Arcivescovo.

“Nella crisi, non perdete mai la speranza” 

“Non sarete immuni, come il Battista – aggiunge monsignor Tisi – da momenti di crisi. Vi verranno dubbi sulla forza del Vangelo e vi chiederete ‘Ma sei tu il Cristo?’. La via della misericordia è quella che non spegne il lucignolo fumigante, non spezza la canna incrinata, dà sempre speranza. È la via della forza incantevole di chi, quando vede un uomo e una donna, ha sempre fiducia e non dice mai basta. Arrivare a questo, praticare la via della misericordia è spesso molto dura. Ma quando vi sembrerà di non avere le forze, non perdete la speranza. Quella sarà invece l’ora per dire, come il Battista: ‘io non sono, c’è un Altro a cui mi sono affidato e al quale affido la partita della mia vita’.

Chiesa trentina, guarda queste storie di salvezza e prendi di nuovo il largo”

Dalla vicenda personale e familiare di Antonio ed Ettore e dello loro famiglie dal cuore allargato, così come dalla loro “sorprendente ed esemplare amicizia” (fatta “risuonare” anche nell’armonia dei cori delle loro parrocchie di Rovereto San Marco e Torbole riuniti in Duomo per animare la Messa), sale, secondo don Lauro un appello alla Chiesa trentina. Appello che l’Arcivescovo traduce con tono vibrante: “Cara Chiesa diocesana, spesso – come Zaccaria – ti ritrovi muta, schiava del già visto e del già fatto, incapace di accogliere la novità. Apri gli occhi oggi, guarda questi volti, questi diaconi, le loro spose, i loro figli. Guarda queste storie di salvezza e prendi di nuovo il largo. Perché temi quando hai al tuo interno figli che vivono il Vangelo in questo modo? Torna ad essere quella che devi essere, come questi due diaconi, irriducibile testimone della misericordia e di Dio che è speranza fino alla fine, non dice mai basta, ma trova sempre e ovunque un punto da cui ripartire”.

L’appello del vescovo per la pace: “nuovi venti di guerra non portino a tragedie ancora più grandi” 

Al momento del Padre Nostro, l’Arcivescovo non ha mancato di fare riferimento all’ulteriore escalation nel conflitto nell’est Europa, con la reale minaccia di una guerra civile in Russia: “Vogliamo alzare intensamente la preghiera per la pace perché – ha detto don Lauro – i nuovi venti di guerra che stanno aumentando non portino a tragedie ancora più grandi“.

FOTO GIANNI ZOTTA

“Le pazienze del presbitero”. Disponibile il testo integrale della meditazione di don Caliandro ai preti trentini (1 dicembre)

“L’Avvento ci ricorda come tutto sta ancora camminando verso il suo compimento. La pazienza, dunque, è la capacità di portare il peso di quell’incompiutezza che segna ancora ogni cosa, noi stessi, gli altri, la stessa comunità ecclesiale che non è ancora il Regno di Dio. Imparare a stare in questa incompiutezza senza perdere la speranza, e senza diventare cinici o scoraggiati, è ciò che possiamo chiedere insieme al Signore in questa mattina, per noi stessi e per tutto il presbiterio”. Sono le parole finali della meditazione don Gianni Caliandro, rettore del Pontificio Seminario Regionale Pugliese sul tema “Le pazienze del presbitero” al centro del ritiro d’Avvento del clero trentino dello scorso giovedì 1 dicembre nella chiesa del Seminario diocesano.

A questo LINK (e in allegato) è disponibile il testo integrale della meditazione.

 

A 92 anni addio in Brasile al sorriso di don Dario Torboli, per oltre mezzo secolo missionario a Portalegre

La Chiesa trentina piange la scomparsa a 92 anni di don Dario Torboli, prete diocesano fidei donum, per ben 53 anni missionario in Brasile. Nato nella frazione arcense di Massone nel 1930, ordinato a Trento nel 1955, fu viceparroco a Civezzano (1955-1958) e a Trento nella parrocchia di San Vigilio (1958-1964), quindi vicerettore del Collegio Arcivescovile (1964-1970). Nel 1970 prese la via della missione, destinazione Portalegre in Brasile, nella Diocesi di Mossorò, dove ha poi operato per oltre cinquant’anni e dove si è spento nella serata di domenica 19 marzo. Il funerale sarà celebrato nel pomeriggio di oggi, lunedì 20 marzo, presieduto dal vescovo trentino di Mossorò don Mariano Manzana. Don Dario riposerà nel “suo” Brasile: sarà infatti sepolto nel cimitero accanto alla “casa paroquial” dove aveva vissuto, sempre con il sorriso sulle labbra, per più di mezzo secolo.

Solo la scorsa settimana era deceduto un altro prete diocesano trentino, don Maurizio Gottardi, pure lui con cinquant’anni di esperienza missionaria in Brasile.

Addio a don Maurizio Gottardi, per cinquant’anni missionario in Brasile

Lutto nella Chiesa trentina. All’età di 85 anni si è spento nella mattinata di giovedì 16 marzo don Maurizio Gottardi. Nato a Valvestino (BS) nel 1938, venne ordinato a Trento nel 1965. Fu viceparroco a Rovereto S. Famiglia (1965-1966), prima di partire come missionario fidei donum in Brasile, nella Diocesi di Bagè (nello Stato di Rio Grande do Sul), dove ha operato per quasi cinquant’anni (1966-2015). Rientrato in Diocesi è stato collaboratore pastorale in Valle dei Laghi (2015-2021). Residente a Polpenazze del Garda (BS), è deceduto alla Casa del Clero di Trento dove era ricoverato da inizio gennaio. Il funerale sarà celebrato venerdì 17 marzo alle ore 17 nella chiesa parrocchiale di Pietramurata.

 

Imparare ad abitare la complessità: preti trentini nuovamente riuniti per le giornate di formazione a Villa Moretta

Dopo la sospensione causa pandemia, sono riprese nuovamente in presenza a Villa Moretta di Pergine le giornate formative del clero trentino (seppure in forma ridotta: tre giorni al posto della tradizionale settimana), spalmate a seconda dell’età: 10-12 maggio per la fascia d’età 28-55 anni; 20-22 giugno: fascia d’età 56-70 anni; 4-6 luglio: fascia d’età 71 anni in su.

Al centro (in ognuna delle tre proposte) il tema “Abitare la complessità, perseverando e camminando”.

Alla meditazione biblica d’apertura curata da don Andrea Decarli ha fatto seguito la relazione principale dal titolo “Un modello antropologico per vivere con generatività il tempo presente: i quattro codici della vita (filialità, maternità, paternità, fraternità)” con lavori in aula (una trentina i partecipanti) e nei gruppi gestiti dal prof. Ignazio Punzi e dalla dott.ssa Annalisa Vicanolo entrambi psicologi e psicoterapeuti. La giornata conclusiva (giovedì 12 maggio per la prima tornata) propone al mattino la relazione del professor Tiziano Civettini (Scuola diocesana di formazione teologica) dal titolo “Nel cambiamento di epoca in atto: i numeri per interpretare il presente e le vie che si aprono per abitare il futuro“. La tre giorni termina con la condivisione finale in assemblea con l’arcivescovo Lauro, a cui sono affidate le conclusioni.

Un momento dei lavori a Villa Moretta con la dott.ssa Vicanolo

 

 

 

Da vicario per il clero a parroco. Don Furlan a Vita Trentina: “Anche noi preti ci interroghiamo sul futuro”

In una intervista rilasciata a Vita Trentina, il vicario uscente per il clero don Ferruccio Furlan traccia un bilancio del suo ultimo incarico, iniziato nel 2016, prima di tornare alla pastorale diretta come parroco di Gardolo. “Anche noi – dice guardando anche al Cammino sinodale in atto – ci chiediamo come stare dentro le comunità cristiane e dentro la complessità del nostro tempo”.

Leggi intervista  qui sotto:

Don Ivan vescovo, le prime parole alla Chiesa di Perugia: “Vengo fra voi per mettermi in ascolto di questa preziosa terra di santi e di bellezza, della quale chiedo con umiltà di divenire figlio”

L’annuncio della nomina di don Ivan Maffeis ad arcivescovo di Perugia-Città della Pieve è stato dato nella cattedrale di Perugia dal vescovo e amministratore diocesano mons. Marco Salvi alla presenza dell’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, fino a poche settimane fa Presidente della Cei e del quale don Ivan è stato nell’ultimo decennio uno dei più stretti collaboratori.

QUI LINK ALLA DIRETTA DELL’ANNUNCIO A PERUGIA: 

Ecco il messaggio inviato dal vescovo nominato don Ivan Maffeis alla Chiesa di Perugia-Città delle Pieve:

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa che è in Perugia,

cara gente,

affido a queste semplici righe, stese con l’inchiostro della speranza e della gioia, il primo contatto con voi.

Porto nel cuore la riconoscenza per il Santo Padre, che nella sua fiducia mi affida la missione episcopale. Abbraccio il Vescovo Marco, il Card. Gualtiero e gli altri Vescovi della Regione ecclesiastica Umbria, che ho avuto modo di stimare per la comunione fraterna e la passione pastorale che li anima.

Sono debitore grato alla mia famiglia, al paese di Pinzolo, alla Chiesa di Trento e, da ultimo, alle parrocchie di Rovereto.

Vengo fra voi per mettermi in ascolto di questa preziosa terra di santi e di bellezza, della quale chiedo con umiltà di divenirne figlio; vengo per amare questa Chiesa con tutte le mie forze, in un servizio di preghiera e di dedizione; vengo per condividere – alla luce del Vangelo di Gesù Cristo – “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce” di ciascuno.

Offro la disponibilità a incontrare e a lasciarmi incontrare nella maniera più ampia e diretta possibile. Con un pensiero affettuoso vorrei raggiungere in particolare i presbiteri, i religiosi e le religiose; quindi, i malati e quanti, per le ragioni più diverse, sono feriti dalla vita e preoccupati per il futuro. Ai rappresentanti delle Istituzioni civili assicuro il contributo della comunità ecclesiale nella ricerca e realizzazione del bene comune.

Vengo sereno e fiducioso, pur nella consapevolezza della sproporzione tra ciò che sono e la responsabilità che assumo: possano la vostra preghiera e la vostra fraternità accorciare tale distanza e aiutarci a camminare insieme.

E allora non mi sarà difficile far miei i sentimenti dell’apostolo Barnaba che “quando giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore” (At 11, 23).

L’Ausiliatrice, patrona di Rovereto – che a Perugia è venerata come Madonna delle Grazie – ci accompagnerà.

 

Don Ivan Maffeis nominato dal Papa vescovo di Perugia-Città delle Pieve. Vescovo Lauro: “Gioia per la Chiesa di Trento”. Don Ivan: ”Avverto la sproporzione tra quello che sono e la responsabilità che mi è affidata” IL VIDEO DELL’ANNUNCIO

Il sacerdote trentino don Ivan Maffeis, 58 anni, nativo di Pinzolo e attuale parroco a Rovereto San Marco è il nuovo arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. Lo ha nominato papa Francesco. L’annuncio, contestualmente alla pubblicazione sul Bollettino della Sala Stampa Vaticana, è stato dato a mezzogiorno di sabato 16 luglio in contemporanea a Trento, al Centro Bernardo Clesio, dall’arcivescovo Lauro Tisi e nella cattedrale di Perugia dal vescovo e amministratore diocesano mons. Marco Salvi alla presenza dell’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, fino a poche settimane fa Presidente della Cei e del quale don Ivan è stato nell’ultimo decennio uno dei più stretti collaboratori.

“È un giorno di grande gioia per tutta la Chiesa di Trento e mia personale. Con don Ivan, oltre alle comuni origini nell’amata Val Rendena, ci lega, fin dai tempi della scuola media, amicizia e familiarità” ha detto l’arcivescovo Lauro, commentando a caldo la comunicazione del nunzio apostolico in Italia monsignor Emil Paul Tscherrig, letta in sala dal cancelliere vescovile don Alessandro Aste, alla presenza del vescovo nominato Ivan, davanti ai vertici della curia diocesana e agli operatori dei media, convocati poco prima dell’annuncio.

“La scelta di papa Francesco – ha proseguito don Lauro – trova in don Ivan un uomo animato da profonda passione per l’annuncio del Vangelo, per le persone e le relazioni, dimensioni vissute sempre con grande generosità. Tornato in Trentino dopo gli anni di impegno romani, don Ivan si è messo a disposizione della nostra Chiesa convinto che qui avrebbe continuato ad esercitare il suo ministero. Ma i piani del Signore non sono i nostri. Ora don Ivan entra a far parte di quella Conferenza Episcopale che ha servito per molti anni con intelligenza, saggezza e creatività, doti che metterà a frutto nel futuro ministero episcopale.  È bello che un figlio della nostra Chiesa vada ad arricchire la Chiesa di Perugia-Città della Pieve in Umbria. Una terra nella quale operò un grande vescovo trentino, il benedettino monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi per quasi cinquant’anni (1928-1973)”.

“Insieme a don Ivan – ha aggiunto monsignor Tisi – abbiamo concordato che la dimensione affettiva deve lasciare il passo allo spirito ecclesiale. Per questo, siamo entrambi convinti che il luogo ideale della sua ordinazione debba essere la Chiesa di Perugia, che attende di abbracciarlo come nuovo vescovo”.

“Caro don Ivan – ha concluso l’Arcivescovo di Trento –, anziché darti consigli per il tuo nuovo ministero, ti affido, nella comunione dei Santi, alla testimonianza di fede e alla preghiera che sicuramente è già iniziata per te da parte della tua cara mamma Licia, del papà Santo e del fratello Marco.  Significativamente la nomina avviene nel giorno in cui la Chiesa ricorda Maria Vergine del Carmelo, chiediamo di avere come unico riferimento Gesù Cristo. Buon viaggio, caro Ivan”.

Le prime parole del vescovo nominato Ivan 

Alle parole dell’arcivescovo Lauro è seguito il breve saluto del vescovo nominato Ivan: “Grazie all’Arcivescovo per la generosità delle sue parole, ai membri della curia che mi hanno supportato in questi anni, ai colleghi della comunicazione. Vi sono grato dell’accoglienza, della cordialità e della fiducia che va ben al di là di quello che io sono. Sarei rimasto volentieri in questa terra in cui sono tornato in maniera convinta. Ho trovato un Trentino diverso da quello che avevo lasciato e sono stato contento di sentirmi parte attiva di questa Chiesa, accanto agli altri preti e cercando di camminare con la gente in questo tempo non facile, a cominciare dalla pandemia e dalle preoccupazioni che attraversano tutti. Questa nomina arriva e cambia, come diceva l’Arcivescovo, le attese, i progetti: non più tardi di ieri sera ho concluso il Grest… Ora avverto la sproporzione tra quello che sono e la responsabilità che mi è affidata. Confido sulla vostra amicizia, fraternità e preghiera”.

Don Ivan Maffeis: note biografiche

Nato a Pinzolo il 18 novembre 1963, Ivan Maffeis viene ordinato prete il 26 giugno 1988. Dopo due anni di cappellano a Mori, è studente a Roma dove ottiene il dottorato in Scienze delle Comunicazioni Sociali alla Pontificia Università Salesiana.

Parroco a Ravina-Romagnano dal 1994 al 2000, don Maffeis, giornalista e autore dalla penna felice, dirige per dieci anni (2000-2009) il settimanale Vita Trentina, Radio Trentino inBlu e l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi trentina. Per sei anni è anche Segretario nazionale della Fisc, la Federazione dei settimanali diocesani. Nel biennio 2000-2002 ricopre anche il ruolo di assistente diocesano di Azione Cattolica.

Nel 2009 viene richiamato a Roma con l’incarico di vicedirettore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Cei che passa poi a dirigere nel maggio 2015. A ottobre dello stesso anno diviene anche sottosegretario della Cei, stretto collaboratore dei segretari generali, prima il vescovo Nunzio Galantino e quindi il vescovo Stefano Russo e dei cardinali presidenti Angelo Bagnasco e, da ultimo, Gualtiero Bassetti. Nel settembre 2019 lascia la direzione dell’Ufficio Comunicazioni per dedicarsi a tempo pieno al delicato ruolo di sottosegretario e portavoce dei vescovi.

Negli anni di impegno a Roma don Maffeis ha mantenuto un legame con la sua Diocesi di origine: nel fine settimana saliva a Sant’Antonio di Mavignola, in val Rendena, per presiedere le S. Messe e condividere un cammino comunitario.

Intensa la sua attività di docente in comunicazioni sociali, prima presso lo Studio Teologico Accademico Tridentino e negli anni romani all’Università Salesiana e alla Lateranense. Don Ivan è stato anche consultore del Dicastero per la comunicazione.

Nel 2020 il ritorno in Trentino, a Rovereto come parroco di San Marco e S. Famiglia (con Trambileno, Vanza, Noriglio e Terragnolo).  Una permanenza di meno di due anni, prima della chiamata di papa Francesco.

I vescovi trentini in attività 

Dopo don Lauro Tisi nel 2016, la Val Rendena dona alla Chiesa italiana un secondo vescovo a distanza di pochi anni.

Con monsignor Maffeis salgono a otto i vescovi di origine trentina attualmente in vita.

Del clero diocesano:

monsignor Lauro Tisi, arcivescovo di Trento;

monsignor Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento;

monsignor Guido Zendron, vescovo di Paulo Afonso in Brasile;

monsignor Mariano Manzana, vescovo di Mossorò in Brasile.

Appartenenti a ordini religiosi:

monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, stimmatino;

monsignor Giuseppe Filippi, vescovo di Kotido (Uganda), comboniano;

monsignor Adriano Tomasi, vescovo ausiliare emerito di Lima (Perù), francescano.

 

 

FOTO: GIANNI ZOTTA