Quaresima, vescovo Lauro: “Digiunare da gossip mediatico”

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Mercoledì delle ceneri, s. Messa in cattedrale

“La prima conversione che è chiesta, in questo prezioso tempo di Quaresima, è la capacità di guardare con fiducia e simpatia alla nostra storia e a quella dei nostri fratelli e sorelle”. Così l’arcivescovo Lauro, durante l’omelia della Messa nel Mercoledì delle Ceneri, in cattedrale a Trento invita a scongiurare quello che definisce un “gioco al massacro, dove – precisa – si vuol far credere che tutto è perduto, tutto è compromesso, non ci si può fidare di niente e di nessuno”. “Perché allora – si interroga Tisi – non digiunare da quell’overdose di informazioni che spesso alimentano il gossip mediatico con cui siamo connessi 24 ore su 24”.

L’Arcivescovo indica anche l’alternativa: “Darci la possibilità di stare concretamente con le persone, nella vita familiare come negli ambienti di lavoro, nella corsia di un ospedale o dentro le tante realtà di volontariato, dove uomini e donne con nome e cognome scrivono pagine di dedizione, di gratuità, di generosità”. Parla poi della possibilità di “regalarci spazi di silenzio e preghiera dove, raggiunti dal Vangelo, scopriamo di essere realmente e irrevocabilmente amati da un Dio che in Gesù di Nazareth si è rivelato amico della vita. Un Dio che non “è venuto per i sani, ma per i peccatori”. Potrebbe essere l’occasione – raccomanda don Lauro (prima del rito delle ceneri, che lui stesso riceverà dall’arcivescovo emerito Bressan) –  per riconciliarci con noi stessi, con le nostre tante paure, per non temere le nostre ombre; è questo il miglior antidoto per non entrare in conflitto con gli altri”.  

La cronaca della liturgia nel servizio di Patrizia Niccolini

“Lasciatevi riconciliare con Dio”. L’accorato appello dell’apostolo Paolo è risuonato nella celebrazione del Mercoledì delle Ceneri presieduta dal Vescovo Lauro il 14 febbraio in Cattedrale, giorno in cui è iniziata la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua che quest’anno sarà domenica 1° aprile.

“Il recente rapporto Censis sulla situazione del nostro Paese dice che in Italia siamo in preda ad un rancore crescente – ha esordito nell’omelia monsignor Tisi -: ognuno di noi deve fare i conti con le proprie divisioni, la più radicale delle quali è quella con noi stessi, madre di ogni spaccatura. Questo però, ci ricorda Paolo, è un tempo favorevole della storia, tempo di travaglio ma che ha in sé la vita: Gesù, che è via, vita e verità. Dunque la prima conversione che ci viene chiesta è la capacità di guardare con fiducia e simpatia alla nostra storia e a quella dei nostri fratelli e sorelle”.

Non si tratta di un diversivo, è più assurdo, ha evidenziato l’arcivescovo, quel continuo gioco al massacro di chi è convinto che tutto è perduto e non ci si può fidare di nessuno, mentre invece occorre guardare alla vita con lo sguardo positivo di chi vede il grembo che soffre per il travaglio del parto abitato da una vita nascente.

E digiunare cosa significa se non farle spazio, non lasciandosi invadere dalla massa di informazioni e gossip da cui siamo bombardati ogni giorno? “Digiunare dall’overdose di notizie che ci ingolfano è necessario per darci la possibilità di stare con le persone, in famiglia, sul lavoro, negli ospedali e nelle realtà di volontariato in cui molti operano con dedizione e generosità, rendendoci più attenti agli altri, e per regalarci un tempo di preghiera e di silenzio quale occasione per scoprire che siamo amati da un Dio amico della vita, per riconciliarci con noi stessi e le nostre ombre, pronti ad accogliere il fratello”.

L’elemosina è infine uno spazio di gratuità e insieme a digiuno e preghiera traccia l’itinerario spirituale da seguire per “stare bene nella vita” e arrivare rinnovati alla Pasqua del Signore. “Il traguardo indicato dall’apostolo Paolo – ha concluso don Lauro -, è diventare giustizia di Dio: significa liberare il cuore da ogni forma di odio e rancore e perdonare, e così facendo, diventare bonificatori della storia”.

All’inizio della celebrazione, l’arcivescovo ha ricordato don Michele Balestra, appena scomparso, pregando affinché la sua morte possa essere provocazione a vivere la vita in chiave di dono e disponibilità, seguendo il suo esempio, e i 100 anni di don Guido Avi, ringraziando per il lungo servizio alla Diocesi. Prima di impartire la benedizione, ha augurato all’assemblea di poter vivere la Quaresima come tempo di grazia e di autentica conversione del cuore, in cui sperimentare l’amore e la bontà di Dio nella consapevolezza che, come scrive Papa Francesco, non siamo noi ad andare verso la Pasqua, ma è la Pasqua che ci viene incontro.

Appuntamento alla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Lauro venerdì 23 febbraio, alle 19.00, in Cattedrale, per la Giornata di preghiera e digiuno per la Pace indetta da Bergoglio, con la testimonianza di suor Maria Martinelli, comboniana, medico chirurgo operante in Sud Sudan.

FOTO GIANNI ZOTTA

Nella mattinata di giovedì 15 febbraio l’Arcivescovo ha guidato il ritiro quaresimale per oltre duecento preti, nella chiesa del Santissimo a Trento (foto sotto). Sul portale diocesano il testo integrale della sua meditazione.