“Il tetto della Parola ci accoglie tutti”

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Veglia ecumenica in cattedrale con vescovo Lauro, ortodossi ed evangelici

Stare sotto al tetto della Parola di Dio, che tutti accoglie e protegge. È la suggestiva immagine richiamata dall’arcivescovo Lauro durante la veglia di preghiera, ispirata al “Potente è la tua mano, Signore” che ha guidato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, svoltasi domenica 21 gennaio in Cattedrale a Trento con i parroci delle chiese ortodosse, i pastori delle chiese evangeliche e i referenti delle comunità cristiane presenti in diocesi.

“La donna che perdeva sangue ha trovato la forza di toccare il lembo del mantello di Gesù – ha detto monsignor Tisi, traendo spunto dalla lettura che ne racconta la guarigione -: anche noi siamo qui oggi per esprimere lo stesso desiderio: essere risanati, non smarrirci in discussioni che ci dividono ma stare attenti a non perdere Cristo. Per questo, compito delle nostre Chiese è quello di stare sotto il tetto della Parola, senza soffocarla e invocare la potenza dello Spirito, che è vita, comunione e riconciliazione per non diventare come la folla che ride sarcasticamente quando il Maestro cerca chi l’ha toccato, ossia cristiani che avendo smarrito Gesù non sanno dove andare e si dividono. Ringrazio il Signore per le nostre diversità: ognuno ha doni che scambiati ci fanno diventare segno di speranza e di vita riconciliata”.

“Crediamo veramente nella potenza del Signore?”, ha domandato nella sua riflessione padre Catalin, che in mattinata aveva ospitato don Lauro alla liturgia della Chiesa ortodossa romena nella chiesa di S. Marco, a Trento: “Questa è una celebrazione di gioia e ringraziamento, ma di solito il nostro è un grazie formale, privo di sostanza, e sulle nostre facce non c’è gioia al termine della messa: succede perché pensiamo a tutte le cose che abbiamo da fare e ci dimentichiamo che la vita è un dono, non ringraziamo gli altri e neppure Dio. Dobbiamo invece trovare modi per esprimere la gioia, come la profetessa Miriam che ballava, restare uniti e credere che la mano Dio non ci abbandona”.

Al termine della celebrazione, animata dalla dolcezza dei canti della comunità ecumenica di Taizé, i ministri delle comunità cristiane hanno distribuito all’assemblea una matita, per imparare a sottolineare le cose buone e quale impegno a superare la schiavitù dell’analfabetismo, della cattiva informazione degli slogan, come ricordato da don Andrea Decarli, e una lettera rivolta ai cristiani dalle Chiese in Italia.  La settimana di preghiera si concluderà con “Suoni di Dio. Tra Oriente e occidente”, percorso di canti e suoni delle diverse tradizioni cristiane proposto dall’ensemble Concilium del Centro ecumenico diocesano, Renzo Vigagni al pianoforte e Andrea Vezzoli al saxofono, venerdì 26 gennaio nella chiesa di Cristo Re alle 20.45. (p.n.)