Messa e fiaccolata in ricordo di Megalizzi, vescovo Lauro: “Antonio, Bartek e questa famiglia ci dicono che l’amore è più forte della morte“

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“Il Signore ridoni al nostro Continente uomini e donne come Antonio e Bartek, capaci di sognare, abitare le parole e investire sulle persone, sapendo che niente al mondo è più ricco del volto degli altri”. Così l’arcivescovo Lauro nell’omelia della S. Messa in suffragio di Antonio Megalizzi e dell’amico Bartek, vittime dell’attentato di Strasburgo. Grande partecipazione nella chiesa di Cristo Re alla liturgia,  concelebrata dal parroco Don Mauro Leonardelli e dai parroci precedenti, animata anche dai bambini della classe di catechesi di Annamaria, la mamma di Antonio, in prima fila accanto a papà Domenico, la sorella Federica, la fidanzata Luana.

Don Lauro commenta la “pienezza dei tempi” evocata dalla Sacra Scrittura: “Il tempo è pieno quando tu esci da te stesso e guardi chi ti sta accanto e lo chiami ancora fratello e sorella, Il tempo è pieno quando il tuo cuore riesce ad esorcizzare l’odio. Che lezione abbiamo appreso da Antonio, Bartek e da questa famiglia! Per loro – ha concluso l’Arcivescovo – innalzo la preghiera perché possano sentire che Antonio vive nella terra di Dio, di quel Dio che noi conosciamo, si è fatto volto in Gesù e ha reso gli uomini capaci di esorcizzare la morte vivendo nell’amore. Il Regno di Dio è in mezzo a noi perché ci sono uomini come Antonio, Bartek e questa famiglia che ci dicono che l’amore è più forte della morte“.

A seguire la fiaccolata con più di trecento persone in cammino silenzioso dalla chiesa di Cristo Re verso il Dipartimento di Lettere dell’Università. Lungo il tragitto due soste con la lettura di altrettanti testi: davanti alla casa di Antonio e in piazza Dante dove è stato riproposto un racconto pacifista firmato dal 29 enne reporter innamorato dell’Europa. Lo striscione “Uniti per”, con i volti dei due giovani uccisi a Strasburgo  sullo sfondo della bandiera europea, e l’ulivo portato in corteo sono stati poi lasciati all’interno dell’Università.

Foto fiaccolata G. Zotta