Echi dal convegno diocesano Caritas

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Alla Filarmonica gli stimoli del vescovo Lauro, Calzà e Conci

Convegno diocesano Caritas (a  Trento, sala della Filarmonica): un sabato 10 marzo intenso, capace di stimolare gli oltre duecento tra volontari e operatori Caritas (ma non solo), giunti da tutto il Trentino, a tornare a casa per leggere i segni dei tempi, cogliendovi, più delle note negative, il bello di un regno di Dio che avanza, nonostante tutto. Questo raccontano le provocazioni di Gesù nelle pagine evangeliche, a cui invita a ritornare il professor Alberto Conci; lo chiede la prospettiva della “speranza“, invocata dal direttore di Caritas Roberto Calzà; lo documenta la “nostalgia per l’umano” rilevata dal vescovo Lauro, che sollecita a tradurlo in “umiltà, gratuità, parole abitate”. “Cercate il bello, nel volto delle persone che incontrate” si è rivolto ai volontari, spronandoli a considerare la carità come “opera di artisti, non di artigiani!”. “Per leggere i segni dei  tempi – ha concluso l’Arcivescovo – chiediamo  il dono del discernimento comunitario“.   FOTOSERVIZIO GIANNI ZOTTA