Come goccia, la nuova Lettera alla comunità del vescovo Lauro. Un inno alla fedeltà e al “per sempre”

Una goccia paziente, capace di scavare la roccia non con la forza, ma con la persistenza del suo tocco regolare, costante. L’immagine di copertina, evocativa della dinamica del ‘per sempre’, è l’icona della nuova Lettera alla comunità “Come goccia”, firmata dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e in distribuzione il 26 giugno 2019, solennità di San Vigilio.

Monsignor Tisi ricorda in apertura l’esempio di fedeltà di un’umile suora trentina di 97 anni, Ersilia Mantovani, da cinquant’anni missionaria in Marocco, abbracciata di recente dal Papa nella sua visita a Rabat. Una dimostrazione della capacità di vivere con costanza e serenità il proprio impegno, in linea con l’anelito di infinito che abita il cuore di ogni uomo. Un desiderio che, tuttavia, si scontra spesso con una realtà che sembra invece avvalorare il provvisorio come risorsa, identificando come limite ciò che definitivo; per cui “sono ammesse – scrive Tisi – solo adesioni parziali, facilmente revocabili”.

La chiave di lettura di quest’“inno alla provvisorietà”, secondo Tisi è nella nostra natura di “homo consumens: uomini e donne pensati e percepiti come consumatori, in una “cultura dell’usa e getta” che rende fragili le nostre parole, complice la tempesta verbale in cui siamo immersi.

L’arcivescovo di Trento offre come alternativa il silenzio dei trent’anni di Gesù a Nazaret, provocazione salutare per prendere le distanze dal circo mediatico, e poi ricorda un’altra storia, divenuta virale: quella dell’anziano di 84 anni che sull’Appennino toscano accompagna ogni giorno a scuola e poi riporta a casa, fedelmente, un ragazzino ipovedente, sperando che un giorno riacquisti la vista e lo possa riconoscere con gli occhi e non solo al tatto: “un esempio – commenta Tisi – di fedeltà cristallina, non a dettami etici ma alla bellezza dell’essere umano”.

Pensando ai giovani “nativi digitali”, don Lauro si rivolge ai “generativi digitali”, richiamando così gli adulti alla necessità di rispondere alla richiesta di fedeltà delle nuove generazioni.  A cominciare dalla “fedeltà al diritto di non vedere gli adulti occupare gli spazi che a loro appartengono”, “fedeltà alla reale possibilità di “veder valorizzati i loro talenti”, per poter fare “dei talenti un lavoro” e coltivare il sogno di “farsi un giorno una famiglia”.

D’altro canto, ai giovani l’Arcivescovo chiede di mettersi al lavoro per un Trentino migliore, invitandoli a immergersi nel dialogo sociale e politico, dicendo ancora un “’grazie’ ad Antonio Megalizzi e alla sua famiglia per la loro testimonianza: animi così belli sono la chiave del ‘per sempre’“.

Infine, un richiamo al creato come habitat della fedeltà e manifestazione del ‘per sempre’, dono di Dio all’uomo chiamato a “partecipare attivamente, giorno dopo giorno al miracolo della creazione”.

La Lettera alla Comunità “Come goccia”, edita da Vita Trentina (e in allegato al numero del settimanale in uscita giovedì 27), è stata distribuita al termine del pontificale di San Vigilio, in cattedrale. Segue “Il dodicesimo cammello” (2018), “La vita è bella” (2017) e Silenzio e Attesa (2016).

ECCO IL TESTO INTEGRALE IN VERSIONE PDF

 

 

“La Chiesa chiamata ad essere il dodicesimo cammello”

Distribuita in cattedrale la nuova Lettera alla comunità dell'arcivescovo Lauro

Si intitola “Il dodicesimo cammello” la nuova Lettera dell’arcivescovo Lauro alla comunità trentina, in distribuzione domani, martedì 26 giugno, ai fedeli presenti in cattedrale per il pontificale di San Vigilio. La lettera sarà anche allegata al prossimo numero del settimanale Vita Trentina, in uscita giovedì 28 giugno. Segue “Silenzio e attesa” (2016) e “La vita è bella” (2017).

L’esordio è affidato a una breve storia della tradizione araba (da cui prende spunto anche il titolo “Il dodicesimo cammello”), in cui si elogia la forza generativa del dono e della gratuità, a cui fa subito da contraltare, nella riflessione di monsignor Tisi, il dato allarmante sulle dipendenze da sostanze anche nei giovanissimi. Don Lauro invita però a prendere in esame la dipendenza più preoccupante: quella da se stessi: “Quanta fatica – rileva –  nel buttare lo sguardo fuori dal nostro ristretto orizzonte!”. “In questo mondo dell’utilità e della necessità, dove le prove di forza sono all’ordine del giorno, serve – argomenta l’Arcivescovo – una pedagogia della gratuità”.

In tal senso, Tisi attribuisce un ruolo fondamentale allo Spirito Santo, “password – spiega – di una santità che non odora di incenso, ma del profumo che esce dalla ‘porta accanto’ di donne e uomini che, inconsapevolmente, sono riflesso della presenza di Dio”.

Per questo “il linguaggio dell’umanità, bello e innovativo, più delle formule dottrinali o delle scenografie liturgiche, dovrebbe costituire l’habitat naturale della Chiesa”. Cita a tal proposito la testimonianza di genitori che hanno saputo vivere il dolore estremo della perdita di un figlio, facendone memoria attiva in chiave solidale: “Non solo – si legge nel testo – essi vivono con grande dignità la loro incommensurabile sofferenza, ma la sanno trasformare in fonte di vita. Loro sono il vero monumento alla forza della gratuità e del dono”.

“Il bene comune – è un passaggio conclusivo della Lettera – pur richiedendo condizioni politiche ed economiche favorevoli, non si realizza se pensato come un obiettivo estrinseco. Si attua, infatti, solo nel momento in cui matura una consapevolezza: se il bene è di tutti è anche mio; se è solo mio, in verità non è di nessuno”.

Testo integrale: IL DODICESIMO CAMMELLO 

Curia, il “grazie” a preti e laici che terminano il loro servizio

Festa di famiglia mercoledì 27 giugno nel giardino del palazzo vescovile

“Grazie, perché siete stati testimoni di una fedeltà non scontata, con decenni di lavoro alle spalle, superando anche momenti di sofferenza”. Ha salutato così, il vescovo Lauro (citando anche papa Francesco e la sua esortazione sulla santità) i 13 collaboratori, preti e laici, che hanno terminato il loro servizio in Curia, anche a motivo della recente riforma. Sono stati ringraziati, con il dono di un’icona e un personalissimo identikit  tracciato dallo stesso don Lauro per ciascuno di loro, nella mattinata di mercoledì 27 giugno nel giardino del palazzo vescovile.

Si tratta di don Lamberto Agostini,  don Giuseppe Caldera, don Alberto Carotta, don Gianfranco Corradi, don Armando Costa, don Giovanni Cristoforetti, don Livio Sparapani, don Giuseppe Zadra, sr. Giustina Cappello, sr. Maria Grazia Mittempergher, Cecilia Niccolini, Rosetta Pomàro, Sergio Vitti. Un pensiero affettuoso è andato anche alle colleghe di Vita Trentina Editrice, Michela Grazzi e Antonella Carlin che da inizio giugno non sono più dipendenti della cooperativa, già salutate qualche giorno fa nel corso di un incontro aziendale.

A tutti i dipendenti presenti, l’arcivescovo Lauro ha fatto dono della sua Lettera alla comunità “Il dodicesimo cammello”. Per monsignor Tisi le parole di gratitudine e l’augurio di buon lavoro da parte del vicario generale don Marco Saiani.

 

Festa di comunità per il patrono San Vigilio. Appello di don Lauro: “Responsabilità e gratuità. Guardando l’umanità con simpatia”

Partecipata celebrazione in cattedrale e in piazza Duomo

Trento, 26 giugno (Fotoservizio Gianni Zotta) – Il suggello alla mattinata di festa in onore di San Vigilio arriva dalle campane di piazza Duomo: al rintocco della Renga, la campana della Torre Civica restituita ufficialmente oggi alla città, dopo l’incendio di tre anni fa, risponde la campana della cattedrale. “Ѐ il segno – commenta fuori protocollo l’arcivescovo Lauro Tisi – che società civile e religiosa sono chiamate a dialogare tra loro”. Un’alleanza, in nome dell’umano, sulla quale monsignor Tisi si era soffermato con entusiasmo poco prima, in cattedrale, durante l’omelia della S. Messa (seguita alla processione cittadina da S. Maria con l’antica urna contenente le reliquie del patrono)  presieduta con altri tre vescovi: l’emerito Luigi Bressan e i due vescovi missionari trentini Guido Zendron (Diocesi di Paulo Afonso, Brasile) e monsignor Giuseppe Filippi (Kotido, Uganda). Zendron e Filippi proprio oggi ricordavano il quarantesimo della loro ordinazione sacerdotale avvenuta in cattedrale il 26 giugno 1978.

I 4 vescovi trentini concelebranti davanti alla basilica di S. Maria Maggiore da cui è partita la processione verso la cattedrale

Nell’era digitale delle fake news, la provocazione dell’arcivescovo di Trento è quella di considerare come “la nostra vita personale sia,  spesso, una fake news: accanto a elementi positivi, tutta una serie di vuoti, d’inconsistenze, d’incoerenze che la rendono spesso poco credibile? Contro chi si vanta di avere la verità in tasca, contro le “semplificazioni imbarazzanti” che vedono solo bianco o nero, la grandezza delle persone si misura, per  Tisi, nella capacità di dire, anzitutto a se stessi: ‘Non so, voglio capire, ho paura, ho sbagliato, mi assumo la responsabilità, rispondo in prima persona’”.

Questo – argomenta l’Arcivescovo di Trento – era lo stile di evangelizzazione  di San Vigilio e dei Martiri: non proselitismo ma testimonianza. “Chiesa di Trento – si accalora don Lauro – hai una via bellissima per accreditare il tuo Signore: offrire spazi di gratuità, ritrovando la pace, guardando l’umanità con simpatia. La Chiesa deve dire: “Non posso non voler bene a questa umanità che esce dalle mani di Dio”. “Non – precisa Tisi – con la presunzione dei primi della classe, ma con la coscienza di chi ha bisogno, continuamente, che gli venga usata misericordia. Dicendo che è la prima perdonata. E raccontando che possiamo ripartire dal perdono!”

Al tema della gratuità e del dono è dedicata anche la Lettera di Tisi alla comunità Il dodicesimo cammello”,  consegnata personalmente dall’Arcivescovo alle autorità civili e militari presenti in Duomo e poi distribuita a tutti i fedeli. “Un piccolo segno – la definisce l’autore – per dialogare anche con i non credenti alla ricerca di quell’umano che tutti ci unisce”.

In precedenza, il sindaco Alessandro Andreatta (foto sopra  sotto) avevo rinnovato il dono dell’olio per la lampada che arde davanti all’urna di San Vigilio, prima di firmare, insieme all’Arcivescovo, sul palco in piazza, la pergamena con la formula di riconsegna alla città della Renga.

Per tutti, infine, la condivisione del pane di San Vigilio, benedetto dal Vescovo e affidato dall’Associazione panificatori anche ai volontari di Trentino Solidale: un gesto, non scontato, sulla strada della gratuità.

In allegato testo omelia.

Solennità di San Vigilio con quattro vescovi. Nuova Lettera di don Lauro : “Il dodicesimo cammello”.

In piazza anche la benedizione del pane e la riconsegna della Renga

Si annuncia un San Vigilio particolarmente solenne per la Chiesa trentina, martedì prossimo 26 giugno. Al pontificale in onore del patrono saranno presenti ben quattro vescovi trentini: oltre all’arcivescovo Lauro Tisi e all’emerito Luigi Bressan, concelebrano infatti monsignor Guido Zendron, partito per la missione in Brasile nel 1993 e dal 2008 vescovo di Paulo Afonso (stato di Bahia, nel Nord Est), e monsignor Giuseppe Filippi, comboniano, dal 2009 vescovo di Kotido in Uganda.  Doppio motivo di festa per il cembrano di Lisignago Zendron e per Filippi, nativo di Baselga del Bondone: in questa occasione celebrano anche il quarantesimo anniversario della loro ordinazione sacerdotale, avvenuta in cattedrale il 26 giugno 1978, per mano dell’arcivescovo Alessandro Maria Gottardi.

La celebrazione di martedì prevede quattro momenti particolari: la statio nella chiesa di Santa Maria alle ore 9.30, la processione verso la Cattedrale, la Santa Messa in Duomo e la benedizione del Pane di San Vigilio in piazza Duo mo.

Alla fine della celebrazione in cattedrale, l’arcivescovo Lauro consegnerà ai presenti, a cominciare dalle autorità, la sua nuova Lettera alla comunità intitolata “Il dodicesimo cammello”: un inno alla forza generativa del dono e della gratuità. (seguirà comunicato e testo in anteprima per la stampa lunedì 25/6)

Terminata la liturgia eucaristica (verso le ore 11.30), l’attenzione si sposterà in piazza Duomo, dove è previsto il significativo cerimoniale che darà il “la” alla Renga, la nuova campana recentemente riposizionata nella torre civica cittadina, dopo il restauro post-incendio della struttura. I suoi rintocchi, verso mezzogiorno di martedì, risuoneranno in dialogo con la campana della cattedrale, mentre vescovo e sindaco firmeranno una pergamena memoriale che sarà poi collocata nella torre.

Seguirà la benedizione da parte dell’Arcivescovo del pane di S. Vigilio, donato dall’Associazione provinciale panificatori e destinato ad essere distribuito in piazza e in parte consegnato anche a Trentino Solidale quale segno di fraternità e condivisione.

La distribuzione del pane sarà accompagnata da brani musicali con il tenore Gianluca Arnò accompagnato all’organo da Stefano Rattini (in collaborazione con l’Associazione Organistica Trentina  Lunelli). In chiusura della solenne mattinata il campanò a cura dell’Associazione Campanari Trentini.

 

Nella foto Zotta la processione e la consegna del pane 2017